Roma - Alla vigilia della votazione alla Camera sulla mozione di Sinistra Italiana in cui si chiedono modifiche all'Italicum nelle parti a rischio incostituzionalita', torna a surriscaldarsi il clima tra le forze politiche sulla legge elettorale. E la maggioranza sta lavorando all'ipotesi di presentare una mozione comune dai contenuti 'snelli', in cui si fa un riferimento alla possibilita' di apportare cambiamenti all'attuale sistema di voto.
Ma la minoranza dem e' gia' pronta alla barricate: nessuna mozione sara' presa in considerazione, e' l'avvertimento ai vertici del Pd, se il testo non conterra' modifiche circostanziate e tempi certi.
Intanto, il Movimento 5 Stelle liquida l'Italicum, "va cancellato tout court in quanto non e' una legge migliorabile perche' e' antidemocratica e incostituzionale", e presenta una sua mozione in cui rilancia il 'Democratellum', un sistema proporzionale corretto con preferenze. Il pentastellato Nicola Morra, pero', mette subito in chiaro: "Se ora chi ha votato la fiducia all'Italicum la pensa diversamente deve immediatamente riconoscere che le dimissioni dell'esecutivo sono obbligate: modificare una qualunque legge, dopo averla approvata con la fiducia, e' atto che solo gli schizofrenici possono accettare come se nulla fosse".
Dal Pd non si fanno attendere le repliche: Tanto rumore per nulla, il M5S vuole il ritorno alla prima Repubblica. Proporzionale e preferenze al posto dell'Italicum, alla faccia del nuovo", scrive su Twitter il senatore Andrea Marcucci.
"Il M5S dice no all'Italicum a favore della proporzionale. Ma allora deve accettare le alleanze in Parlamento per dar vita al governo", rincara la dose Giorgio Tonini.
A riaprire i giochi - quando ormai il voto di domani sembrava aver perso 'mordente' visto che dal Pd facevano sapere di non aver intenzione di presentare mozioni e la stessa minoranza interna aveva assicurato che non avrebbe votato il testo di Sinistra italiana - e' Area popolare che, confermando l'intenzione di presentare una sua mozione, chiede ufficialmente al Pd di lavorare insieme a una mozione di maggioranza. Richiesta che ottiene un'apertura dai dem e la maggioranza si riunisce per discutere del testo della mozione comune. Un documento, pero', viene precisato, "snello" che non leghi sin da ora il Pd a intenzioni e azioni messe nero su bianco finche' non si conoscera' l'esito del referendum. La riunione del gruppo Pd, prevista per questa sera, viene quindi spostata a domani, prima delle votazioni in Aula. (AGI)