Bologna - Il giorno dopo il faccia a faccia con il presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia, sul referendum costituzionale, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commenta positivamente il confronto: "E' andato molto bene, sono molto contento - ha detto a Bratislava, dove si trova per il vertice informale dei leader Ue - perche' dimostriamo che c'e' la possibilita' di dialogare e discutere civilmente e pacatamente".
Secondo Renzi, pero', "e' molto chiaro che chi vuole cambiare vota si' e chi vuole lasciare le cose come sono vota no". Dopo questa premessa, Renzi ha voluto sottolineare che "la vera questione fondamentale qui oggi e' quella di lavorare tutti insieme perche' l'Europa abbia un'identita', un cuore, un'anima: noi siamo molto impegnati in questa direzione".
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Ieri, sul palco della Festa dell'Unità di Bologna dove si sono confrontati, il premier ha detto: "Mi sarebbe piaciuto sentire dall'Anpi parole piu' chiare, le stesse che ha detto del tutto legittimamente sulla riforma costituzionale, quando la settimana scorsa uno che si chiama Grandi dalla Gazzetta di Lucca ha detto che il 'traditore Matteo Renzi andrebbe messo al muro e fucilato', e' il biografo di Almirante. Non ho sentito una parola a difesa del presidente del Consiglio. Non ho sentito una parola a difesa dell'evento di Ventotene".
Smuraglia ha ribadito la sua contrarietà alla riforma costituzionale. "Il nostro statuto dice che tra gli obiettivi fondamentali dell' Anpi c'e' quello di difendere la Costituzione nello spirito in cui la votarono i legislatori costituenti. Quando c'e' qualcosa che stravolge quello spirito ci sentiamo obbligati a schierarci a difesa della Costituzione", ha osservato. "Secondo noi sarebbe un danno per il Paese se passasse questa riforma, non abbiamo altro obiettivo che difendere la Costituzione da quello che riteniamo un suo stravolgimento. Il governo cade quando non ha la fiducia del Parlamento non quando lo decide un'associazione".
Poi qualche scambio vivace di renzi col pubblico, da cui sono arrivati alcuni fischi sul tema del lavoro. Replicando a uno spettatore che aveva interrotto il confronto, gridando "vai a casa", Renzi ha detto tranchant: "C'e' una procedura semplice: finche' c'e' la fiducia del Parlamento io rimango". E sull'occupazione ha puntualizzato: "Se ci sono oggi 580mila posti di lavoro in piu' dovete dire grazie a chi ci ha creduto".
Dal palco il premier ha spiegato anche la decisione di legare la sua esperienza di governo all'esito del referendum costituzionale. ""Io ho pensato che quella frase fosse un atto di responsabilita'. Nei mesi estivi tutto il Pd mi ha detto di cancellare questo argomento e di non parlarne piu'. Il Pd mi ha chiesto di evitare questo argomento che stava oscurando il tema del dibattito referendario istituzionale", ha affermato. "Questo argomento io lo tolgo dal tavolo e continuero' a non parlarne. Quello che penso sia giusto fare lo tengo per me".
Infine un accenno all'Italicum. "Io penso che non si possa avere paura del ballottaggio, perche' il ballottaggio fa votare gli elettori e quindi chi ha paura degli elettori ha paura della democrazia". "E se c'e' un uomo in Italia che non ha paura della democrazia e' Giorgio Napolitano grazie al quale il Paese e' stato salvato", ha concluso.
"Confronto bello e civile con l'Anpi. Orgoglioso del dibattito che il Pd offre all'Italia. E adesso @bastaunsi per cambiare davvero!", scrive su Twitter il presidente del Consiglio al termine del dibattito. (AGI)