Roma - Il Capo dello Stato non va per il sottile nel liquidare come "surreale" il dibattito in corso tra le forze politiche sulla data, ma anche su un eventuale spacchettamento, del referendum costituzionale. E come se volesse porre l'accento sulla 'futilita'' delle polemiche, osservano nel pomeriggio diversi parlamentari, il presidente della Repubblica ricorre a un paragone con un gioco virtuale che sta spopolando nelle ultime settimane: la caccia ai Pokemon.
"Certi dibattiti su data e spacchettamento del referendum costituzionale sono talmente surreali da sembrare la caccia ai Pokemon", afferma Sergio Mattarella, in occasione del tradizionale incontro al Quirinale con l'Associazione della stampa parlamentare per la consegna del Ventaglio.
Quindi, il Capo della Stato entra nel merito e spiega nel dettaglio cosa prevede la legge: "La data del referendum non è stabilita per il semplice fatto che non è ancora possibile farlo. La procedura del referendum è regolata dalla legge e l'iter per la fissazione della sua data - ricorda Mattarella - può essere avviato soltanto dopo che la Corte di Cassazione avrà comunicato quali sono le richieste ammesse a referendum. La Cassazione, che ha il compito di valutare la loro regolarità, secondo la legge, ha tempo fino al 15 agosto per comunicarlo. Fino a quando non vi sarà questa comunicazione la procedura per fissare la data non può partire".
Quanto allo spacchettamento, "a fronte di una richiesta, laddove vi fosse stata, solo la Cassazione avrebbe potuto decidere, e rigorosamente non in base a considerazioni politiche". Parole che suscitano la dura reazione dei 5 Stelle, che attaccano il Colle, a difesa del quale si schiera il Pd. Un dibattito che, tra accuse e puntualizzazioni, andrà avanti per tutta la giornata.
Ad accendere la miccia è il pentastellato Danilo Toninelli che, sulla sua pagina facebook, va giù duro: "Mattarella parla di caccia ai Pokemon per chi cerca di capire la data del referendum. Ho il massimo rispetto per la carica che ricopre, ma non posso evitare di dire che il Presidente ha perso un'occasione per tacere".
Dichiarazione che trova la ferma reazione del Pd, tutto schierato a difesa di Mattarella. "Il M5S vuole zittire tutti. Ora per futili motivi, anche il Capo dello Stato. Sulla data del referendum costituzionale non c'è nessun complotto, solo una nuova manifesta ignoranza delle regole da parte dei 5 stelle", afferma il senatore del Pd, Andrea Marcucci. "Come spesso capita, Toninelli quando apre bocca o non capisce o finge di non capire. Oggi arriva addirittura a suggerire al presidente Mattarella di tacere", sostiene il capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, Emanuele Fiano. Per il presidente dei deputati dem, Ettore Rosato, "di fronte a una cosi' grossolana strumentalizzazione Toninelli dovrebbe andare a ripetere le lezioni di diritto costituzionale per scoprire che il presidente Mattarella si è attenuto scrupolosamente a quanto prevede la Costituzione".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il capogruppo di Area popolare alla Camera, Maurizio Lupi, che invita i 5 Stelle a rileggersi la Costituzione. Ma i pentastellati non demordono: "Per noi non è affatto surreale conoscere la data del referendum, è un diritto dei cittadini", insiste Alessandro Di Battista.
Nel pomeriggio, però, una nota dei deputati pentastellati, firmata dai componenti della commissione Affari costituzionali della Camera, quindi anche da Toninelli, sembra correggere il tiro rispetto all'attacco frontale verso il Colle. Infatti, nella nota Mattarella viene sì chiamato in causa, ma questa volta per il suo "intervento chiarificatore", mentre nel mirino finiscono il Pd e Renzi: "Sul referendum costituzionale governo e maggioranza sono sempre di più in difficoltà e fanno il gioco delle tre carte - attaccano i 5 Stelle della prima commissione di Montecitorio - . Evidentemente hanno in mano dei sondaggi molto negativi, in cui e' in netto vantaggio il no, altrimenti avrebbero fatto pressione per accelerare l'iter per l'indizione del referendum popolare. Infatti anche il Presidente Mattarella oggi è dovuto intervenire sulla questione per fare chiarezza".
In serata, a riaccendere le polemiche ci pensa il leader della Lega, Matteo Salvini, che su twitter scrive: "Mattarella parla di Pokemon e invita i giornalisti a non parlare degli attentati, il Papa dice che l'Islam vuole la pace... Sarà il caldo?".
Mattarella ha parlato anche dell'emergenza terrorismo. "Quello che dobbiamo impedire e' che la paura ci vinca. Non possiamo consentire che il nostro Paese entri nell'eta' dell'ansia". Il presidente della Repubblica ha ricordato "l'enormita' del crimine" contro padre Jacques Hamel, il prete sgozzato a Rouen, come anche le vittime dei fatti di Dacca, Nizza, Kabul, Istanbul e "la barbara uccisione di Giulio Regeni". "Non vi e' soltanto l'assalto feroce del terrorismo", ha detto il capo dello Stato, "questa stagione sembra dare spazio ad ogni tipo di violenza, sembra davvero che il demone della violenza si sia nuovamente diffuso in Europa". Certo, "l'allarme piu' alto e' per la violenza che nasce dalla propaganda terroristica di ispirazione islamista", ma "non vi è solo questa violenza, occorre capire da dove scaturiscono tante manifestazioni di violenza" e occorre "la collaborazione attiva delle comunita' religiose d'Europa , particolarmente di quelle islamiche".
"Talvolta i media cedono alla tentazione di voler spiegare in tempo reale gli avvenimenti invece di narrarli, cercando nello smarrimento della gente, nei frammenti di immagine, in testimonianze rese talvolta sotto choc, conclusioni destinate sovente a rivelarsi fallaci alla luce dei fatti", è stata la tirata di orecchie del Presidente della Repubblica al giornalismo frettoloso e un po' arruffone che domina spesso le cronache. "Non si tratta di spettacolo, bensì della vita e del futuro delle persone - ha aggiunto - sarebbe forse opportuno ricercare un punto di equilibrio con l'esigenza di evitare che la ripetitivita' fuori di misura di immagini di violenza possa provocare comportamenti emulativi".
L'attuale clima di incertezza "si riflette anche nel linguaggio della politica, dei media e dei social. Un linguaggio talvolta caratterizzato da toni aspri", ha proseguito Mattarella, ricevendo la stampa al Quirinale, stigmatizzando le asprezze verbali troppo ricorrenti nell'agora' telematica. "Dovremmo stare molto attenti, tutti, a partire da chi ha responsabilita' politiche, ad evitare espressioni violente, oltraggiose, aggressive", ha sottolineato, "non e' accettabile insultare ripetutamente un avversario politico, farne bersaglio di una vera e propria campagna di denigrazione o di livore". (AGI)