Roma - "Come annunciato, la peggiore burocrazia europea ha decretato la morte dei balneari con la bocciatura delle proroghe delle concessioni demaniali marittime e lacustri. Eccola qui l'Europa criminale, quella che non vogliamo, ecco una delle mille ragioni per le quali dovremmo scappare di corsa dall'unione per ritornare padroni del destino dei nostri territori, delle nostre risorse, delle norme che regolano le nostre imprese". Cosi', in una nota il capogruppo dei senatori leghisti Gian Marco Centinaio con il collega Paolo Arrigoni, commentano la decisione dell'Europa di non prorogare le concessioni balneari.
"L'Europa e' distante anni luce dai problemi delle piccole e medie imprese italiane e la Bolkestein e' devastante. Questo, sommato alla totale incapacita' del governo di difendere le nostre peculiarita' territoriali, a differenza dei governi spagnolo e portoghese che hanno ottenuto la proroga, significa che 30.000 imprese e 700.000 addetti, non sanno come andare avanti. Renzi prenda coraggio e glielo spieghi".
Contro la decisione della Corte europea anche Maurizio Gasparri: "L'Ue continua a prescindere dalla realta' preparandosi la fossa nella quale rischia di precipitare in maniera irreversibile. E' risibile e infondata la sentenza della Corte di giustizia europea che vorrebbe imporre le gare per le imprese balneari italiane in ossequio alla direttiva Bolkestein. La proroga delle concessioni era doverosa. Il governo Renzi e' rimasto impotente di fronte a questo tentativo di massacro delle imprese italiane" dichiara il senatore di Forza Italia, secondo il quale "c'e' stata la totale incapacita' dei vari Baretta, Gozi e Costa nell'affrontare questa vicenda. Mentre tutti gli altri Stati chiedono e ottengono deroghe, il governo italiano non e' riuscito a difendere le imprese balneari nelle sedi europee.
In Spagna e Portogallo ci sono proroghe per questo tipo di attivita' ultra decennali. Dobbiamo chiedere per il settore balneare e del commercio ambulante la sospensione degli effetti della Bolkestein. Dobbiamo rifondare un'Europa che si occupi delle questioni della sicurezza, della liberta', della ricerca e del sapere. Un'Unione che continua a perseguitare i singoli non ha futuro. E lo dico mentre compagnie aeree low-cost ottengono contributi pubblici in Italia e pagano bassissime tasse in Irlanda, mentre i grandi operatori della rete praticano l'evasione fiscale su base internazionale tollerati dall'Ue. Ci opporremo di fronte a sciacalli che si inchinano davanti a colossi e perseguitano bagnini e ambulanti. Gia' sono pronti molti sindaci a dare concessioni a imprese familiari del territorio fregandosene dell'Ue. Renzi, Costa, Baretta e Padoan - conclude Gasparri - se ne fregano delle imprese italiane".
Soddisfazione dal capogruppo del Pd nella Commissione Industria, Salvatore Tomaselli: "Ora sulle spiagge italiane non ci sono piu' alibi. E' necessario intervenire, come si sta gia' facendo alla Camera in queste ore nell'ambito del decreto enti locali, per gestire una soluzione ponte. Ma soprattutto e' necessario mettere in campo al piu' presto una legge organica di riordino del settore balneare che, nel rispetto delle normative europee, preveda procedure trasparenti e regole certe per le nuove concessioni, cosi' come, nel contempo, anche un'adeguata fase di transizione a tutela degli attuali concessionari e degli investimenti operati, in un comparto di cosi' grande rilievo per l'industria turistica nazionale". Tomaselli richiama le proposte in materia gia' depositate in Parlamento dal Pd. "Questa vicenda va avanti da troppo tempo ormai e la stessa sentenza di oggi era prevedibile - prosegue Tomaselli - Oggi e' sempre piu' urgente e necessario che l'Italia tuteli la propria specificita' nel settore balneare, garantendo alle imprese esercenti di non aver investito invano. Sono in gioco competenze e posti di lavoro oltre che un pezzo decisivo dell'economia del nostro paese".
Per il Movimento 5 Stelle la sentenza rappresenta uno spartiacque: "Chi legge bene la direttiva Bolkestein si accorgera' che i governi italiani fino ad oggi hanno solamente perso tempo e lasciato sul filo del rasoio migliaia di Pmi e contemporaneamente garantito gli interessi di poche societa' di capitali" spiega la deputata M5S Claudia Mannino. La proposta operativa, e a nostro avviso anche di responsabilita' governativa, e' quindi "quella di affrontare seriamente la tematica partendo dal coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni anche per fare pressing sulle regioni affinche' completino i piani paesaggistici contenenti evidentemente anche la pianificazione demaniale al fine di definire immediatamente quello che i margini della direttiva concede: definire quante concessioni si devono avere e si possono rilasciare e di definire la durata delle concessione in base a standard comuni. Il tutto con l'obiettivo di rimodulare ovviamente i canoni demaniali secondo criteri oggettivi che tengano in considerazione la diversita' delle nostre coste; aumentare la classificazione delle aree tenendo in considerazione: l'accessibilita', la redditivita', l'impatto ambientale, la durata della concessione che non necessariamente deve essere uguale per tutti".
"La preoccupazione degli operatori balneari e' chiara - dicono i deputati M5S - Ma per questo chiediamo di inserire nelle modalita' di affidamento l'inserimento delle clausole sociali e di limitare l'accentramento delle concessioni alle societa' di capitali; Stabilire a livello ministeriale il numero delle concessioni che le regioni possono rilasciare in base ai loro piani paesaggistici; Garantire la rotazione degli affidamenti e perseguire criteri di trasparenza e partecipazione in tutte le fasi di affidamento della concessione". "In conclusione - spiega il deputato Sergio Battelli - crediamo che il nostro Paese abbia ampi margini di movimento per affrontare e risolvere questa problematica. E adesso, con la sentenza europea, non si puo' piu' aspettare oltre".(AGI)