Roma - Sono 14 i candidati in corsa alle prossime elezioni amministrative ritenuti "impresentabili" dalla Commissione Antimafia, che mette sotto la lente gli aspiranti eletti in Comuni del sud come Platì, Scalea e Battipaglia (che da sola conta sette impresentabili), ma anche Sant'Oreste e Morlupo. Oltre alle cittadine Diano Marino, San Soneste, Joppolo, Badolato, Ricadi, Villa di Briano e Finale Emilia. 'Sorvegliata speciale' è anche Roma, dove sono cinque gli 'impresentabili' tra "i 2200 candidati presenti nelle liste". "L'attenzione che si è creata intorno alla qualità della classe dirigente - afferma Rosy Bindi - ci consegna una realtà con dei dati preoccupanti ma migliori rispetto allo scorso anno. Non aver rilevato, se non un caso fra tutti i candidati di Roma, fra i quali una lista che definirei civetta, si chiama per 'Giovanni Salvini', è significativo".
"La relazione che vi presentiamo è stata approvata all'unanimità" ed "è stato svolto un lavoro molto importante. Abbiamo preso in esame la posizione di 3.275 candidati, di cui solo 2.200 solo a Roma. Sia per i casi di incandidabilità, sia per quelli di ineleggibilità", ha spiegato Bindi presentando la relazione sulla situazione dei comuni sciolti o sottoposti a commissione di accesso. "Vincere con i voti delle mafie significa non governare o governare sotto ricatto - ha aggiunto - non emerge un quadro strettamente preoccupante dal punto di vista giuridico ma ci sono situazioni che portano a un voto inquinato. L'appello è ai partiti politici, loro sanno chi candidano". "Bisogna verificare quale tipo di commissariamento adottare per renderlo veramente efficace. Qualche volta capita che non ci sono le condizioni per lo scioglimento, ma un problema vero è che certe volte non ci sono le condizioni per farlo e allora in quel caso bisogna trovare il modo opportuno per difendere quelle popolazioni", ha affermato ancora. "I partiti politici devono decidersi a prendere sul serio queste situazioni. Ci vogliono forze politiche chiare che non fanno operazioni trasformistiche e che non si nascondano nelle liste civiche", ha insistito la presidente della commissione Antimafia, sottolineando i numeri elevati di presenza di liste civiche nei Comuni posti sotto la lente d'ingrandimento della commissione. "In un Comune abbiamo trovato che le famiglie 'ndranghetiste hanno piazzato i propri candidati in tre liste". Alla domanda su quale comune fosse, la Bindi ha risposto che "Diano Marina potrebbe rappresentare questo caso d'interesse".
ECCO I NOMI:
Roma, impresentabili in una lista civica e nel VI Municipio
E' Mattia Marchetti l'"impresentabile" individuato nella Capitale. Nei suoi confronti, candidato al Campidoglio in una lista civica (definita 'civetta' da Rosy Bindi), si legge nel dossier dell'Antimafia, "è stato emesso il decreto che dispone il giudizio immediato per il delitto di tentata estorsione, in concorso con altra persona, oltre che per porto e detenzione di armi. Il processo è in fase dibattimentale con udienza fissata al 14 novembre 2016". Pertanto, secondo la commissione, il candidato "rientra nelle previsioni dell'art. 1 lett. e) del codice di autoregolamentazione". Sempre su Roma, al VI municipio, la commissione ha evidenziato tre posizioni. Antonio Carone, il quale "tra le ben 8 condanne definitive, ne ha riportato una per il delitto di ricettazione alla pena di anni due e mesi 6 di reclusione ed euro 900 di multa, ed e' pertanto incandidabile ai sensi dell'art. 10 lett. e) della legge Severino". La relazione segnala peraltro che per Carone "come si desume dal provvedimento di cumulo della Procura di Verona, la pena complessiva da scontare, e poi espiata, e' stata determinata in anni 6, mesi dieci e giorni 20". Altro caso, quello di Domenico Schioppa che e' stato "prima arrestato in flagranza e poi condannato in primo grado con il rito abbreviato alla pena di anni 2, mesi 4 di reclusione ed euro 400 di multa, per detenzione di armi". Per lui l'udienza di appello e' prevista per il prossimo 12 ottobre 2017 e quindi, qualora eletto, andrebbe "sospeso di diritto ai sensi dell'art. 11 lett. a) in relazione all'art. 10 lett. a) della legge Severino". Infine, l'Antimafia cita Antonio Giugliano "condannato in primo grado alla pena di anni 2 e mesi 6 di reclusione ed euro 1000 di multa, per diversi reati tra cui quello di tentata estorsione".
Battipaglia 'record' con 7 impresentabili
Sette dei 14 candidati 'impresentabili' individuati dalla commissione sono a Battipaglia. Uno di loro, Carmine Fasano Carmine e' stato condannato in via definitiva a un anno di reclusione per cessione illecita di stupefacenti. Bancarotta fraudolenta il reato per il quale Daniele Minniti ha vuto 2 anni di reclusione. Stessa pena per lo stesso reato e' stata inflitta a Lucio Carrara. Francesco Procida e' stato invece condannato in via definitiva per riciclaggio a 2 anni e 9 mesi. Dopo un precedente patteggiamento per rapina, Bartolomeo D'Apuzzo e' stato condannato definitivamente per cessione illecita di stupefacenti a un anno e due mesi. Per il medesimo reato e' stato inflitto un anno e sei mesi a Demetrio Landi, imputato pure di violazione di domicilio, lesioni dolose e violenza privata tentata, reati che gli sono valsi altri due anni e due mesidi reclusione. Inoltre Giuseppe Del Percio e' stato condannato in primo grado per violazione delle norme sugli stupefacenti a 10 mesi di reclusione. E' pendente l'appello e dunque, in base alla legge Severino, se eletto andrebbe sospeso.
A Scalea in corsa condannato per bancarotta
A Scalea, in provincia di Cosenza, il candidato impresentabile e' Carmelo Bagnato, dal cui certificato del casellario giudiziale - scrive l'Antimafia nella relazione sulle elezioni comunali di domenica - "risulta una sentenza di condanna a due anni di reclusione emessa dalla Corte di Appello di Perugia il 3 dicembre 2010, irrevocabile il 19 aprile 2011 per il reato di cui all'art. 216 comma 1 n. 1, R.D. 16\3\1942 n. 267 ( bancarotta fraudolenta)".
A San Sostene candidato sotto processo per droga
A San Sostene, in provincia di Catanzaro, uno il candidato indicato nella relazione della commissione Antimafia sulle elezioni comunali e' Alessandro Codispoti, che figura nella lista civica "Legalita' e liberta'" con candidatura a sindaco di Fera Domenico. Codispoti, si legge nella relazione, e' "attualmente sottoposto a procedimento penale" per "detenzione illegale di armi e detenzione di sostanze stupefacenti al fine di cessione a terzi" ed e' stato gia' condannato in primo grado, "con sentenza emessa dal tribunale di Catanzaro il 4 luglio 2014" a cinque anni di reclusione e 35 mila euro di multa. La Corte di appello di Catanzaro, con decisione del 18 maggio 2016, "ha parzialmente riformato la sentenza di condanna, assolvendo Codispoti dai reati in materia di armi per non aver commesso i fatti, rideterminando quindi la pena in quattro anni di reclusione e 30 mila euro di multa per il reato in materia di stupefacenti, confermando infine la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. La condizione di Codispoti - conclude la relazione dell'Antimafia - potrebbe rientrare, in caso di elezione, nell'ipotesi di sospensione e decadenza di diritto prevista dall'articolo 11, comma 1, lettera a) della legge Severino, avendo riportato una condanna non definitiva per uno dei delitti indicati dall'articolo 10 comma 1 lettera a) della stessa legge (articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990)".