Roma - Equitalia ha i mesi contati, anzi c'è già una data: non arriverà al 2018. "Stiamo riorganizzando le agenzie, tutto il sistema del rapporto tra cittadino e pubblica amministratore. Al 2018 Equitalia non ci arriva mica" dice Matteo Renzi a 'Matteo risponde'. "Stiamo riorganizzando il sistema affinchè sia a disposizione del cittadino, non un sistema vessatorio", ha detto il premier, "lavoreremo molto sulla rivoluzione digitale, ci saranno delle novità che incoraggeranno il cittadino ad avere più fiducia". "Dal governo e' arrivata la piu' grande rivoluzione fiscale mai fatta. Ora nella legge di stabilita' andremo nella direzione di dare di piu' al ceto medio e alle famiglie. Stiamo discutendo come, se farlo con la riduzione delle aliquote Irpef, ma questa e' una priorita'", ha aggiunto. L'abolizione del bollo auto? "E' una grande idea, ne stiamo discutendo. Abbiamo perso 527mila posti di lavori sull'edilizia. Far ripartire l'edilizia e' fondamentale, percio' lo sblocco dei cantieri. Gli incentivi ci dovrebbero essere anche nel 2017, ma aspettiamo la legge di stabilita'". Renzi annuncia anche l'abbassamento delle tasse sulle imprese e assicura: "Io non mollo mica, stiamo andando alla grande".
"L'Italicum e' una legge che funziona molto bene, una legge che testeremo nel febbraio 2018" aggiunge e a chi la definisce fascista come la legge Acerbo risponde: "Pensi di essere simpatico, divertente, ma - risponde il premier - le leggi fascistissime che sono andate dal '24 al '26 non sono un giocattolino, non sono una cosa su cui fare ironia, sono il simbolo della dittatura in questo Paese, che per venti anni ha avuto un atteggiamento vergognoso verso gli italiani. Ci si dovrebbe vergognare a usare parola fascista",
"Per la prima volta c'e' un governo che non mette il naso nelle nomine. C'e' un direttore generale della Rai che valuta e giudica. Il tempo degli editti e' alle nostre spalle". "L'Italia con l'ok alla flessibilita' dimostra che un'altra Europa e' possibile. I tanti profeti di sventura ora sono silenti. Per una volta che si fa il bene dell'Italia perche' non si ragiona nel merito e si da una mano, anziche' sperare nel fallimento del Paese?". (AGI)