Roma - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, è arrivato in Libano per una visita non preannunciata durante la quale incontrerà nella base di Shama gli uomini e le donne del contingente italiano della missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), la Forza di interposizione delle Nazioni Unite nel Sud del Libano.
"Oggi, la missione affidata a UNIFIL è diventata, se possibile, ancor più importante". Guardando al vicino conflitto siriano, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolinea l'importanza del dialogo e della risposta corale di tutta la comunità internazionale. E in questo il contributo italiano è determinante: "Il vostro lavoro contribuisce in modo determinante all'immagine e al prestigio del nostro Paese nell'ambito della comunità internazionale".
#Libano, il Presidente #Mattarella arriva a #Shama per la visita al Contingente Militare Italiano pic.twitter.com/882fhurjfZ— Quirinale Uff Stampa (@Quirinale) 13 maggio 2016
"Sono lieto di portare qui, in questa occasione, a voi e ai vostri cari, il sentimento di affetto e riconoscenza dell'Italia - ha detto il Presidente -, consapevole del tributo di sangue versato dai nostri caduti sotto la bandiera di UNIFIL. Il ruolo che state svolgendo in questa missione ha grande importanza per la sicurezza del Libano, paese amico, per la stabilità del Medio Oriente e per il mantenimento degli equilibri tra i popoli di questa regione, ai quali ci uniscono una lunga storia ed una lunga amicizia".
Secondo Mattarella, "Vanno aiutati anzitutto i Paesi dai quali hanno origine i flussi migratori, ma, con grande ragione, vanno sostenuti quei Paesi di transito e di asilo maggiormente investiti dal fenomeno, come è il caso del Libano. Si tratta di iniziative che vanno sviluppate e coordinate in più ambiti: le proposte raccolte nel 'Migration compact' presentate in ambito dell'Unione Europea, ne sono un esempio".
"Il Libano - ha fatto presente Mattarella - convive da lungo tempo con le difficoltà determinate dal costante flusso di rifugiati, mostrando una solidarietà che costa al Paese notevoli sacrifici. La presenza di insediamenti antichi e nuovi raggiunge quasi un terzo dell'intera popolazione. E' un atteggiamento che suona da esempio per tutto il Mediterraneo e per l'Europa".
Il presidente ha ricordato come "l'Europa conserva nella sua memoria la lunga ed estenuante serie di conflitti che hanno minato la pace anche nel resto del mondo. Sono ancora vive le tragedie consumatesi anche recentemente, così come rimane vivo il ricordo, tramandato di generazione in generazione, delle grandi sofferenze e dei sacrifici patiti durante le due devastanti guerre mondiali. Questo ci ha indotto a ricercare, con forza e determinazione, nel nostro continente, la concordia e a non essere indifferenti ai focolai di crisi che si sviluppano in aree anche non a contatto immediato con i nostri confini, ma che finiscono per avere impatto su regioni geografiche ben più ampie, come si registra di continuo. Per questo l'Italia partecipa in maniera così convinta e con ruoli decisivi alle missioni di pace in quest'area, nell'ambito delle scelte delle Organizzazioni internazionali alle quali il nostro Paese aderisce".
"Lo facciamo - ha concluso il presidente della Repubblica - nella consapevolezza che ogni persona ha dignità da rispettare. Che i diritti umani sono indivisibili. Lo facciamo per la nostra sicurezza e per quella collettiva.Ognuno di voi, per questo, ha il diritto di sentirsi giustamente fiero per il contributo che sta offrendo, nei diversi ruoli di ciascuno, alla realizzazione di un disegno cosi' importante".
"Quanto avviene in Siria ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull'intera Unione Europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. Su questo argomento si è aperto nell'Unione un dibattito dai toni talvolta sconsiderati, appartenenti a un passato remoto d'Europa e che, invece, qualcuno vorrebbe riproporre, dimenticando le tragedie che ha provocato". (AGI)