Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti viene sospeso dal Movimento 5 stelle. Lo comunica il blog di Grillo. Il primo cittadino e l'assessore alla cultura Laura Ferraris sono indagati per abuso d'ufficio. "Non mi dimetto" dice all'Agi e poi in conferenza stampa aggiunge: "Parma va avanti, non c'e' nessuna crisi, giunta e consiglieri siamo tutti allineati". Al centro dell'inchiesta della Procura di Parma la nomina di Anna Maria Meo a direttore generale del Tetro Regio e di Barbara Minghetti, consulente per lo sviluppo e i progetti speciali. Indagati anche altri tre membri del cda della Fondazione Teatro Regio in carica all'epoca delle nomine, nel gennaio 2015.
"Si e' perso il senso del limite nell'accusare chiunque, a forza di gridare al lupo al lupo poi si rischia che la gente non ti creda piu' o che lo rivolga a te" attacca Pizzarotti, "Invece il senso di poter sbagliare ci deve essere se vogliamo essere una forza di governo - sottolinea o pensiamo di mettere le mani a Roma o ai ministeri senza che qualcuno non faccia denunce, esposti? Quindi dimettiamo i ministri? Cambiamo premier ogni 6 mesi?". E ancora: "Siamo diventati un partito che si scrive delle mail? Che ha rapporti solo online? Si puo' governare cosi'? Credo che un comune e una nazione si amministrino diversamente". Quanto al movimento in se', il sindaco sottolinea di avere dopo questa vicenda "perso la fiducia in alcune persone ma non nei valori fondanti del movimento, che sono chiari e cristallini, tanto che in questi anni tutti, a partire dal Pd, ci hanno copiato. Trasparenza, partecipazione, tutti i temi etici. Questa e' la nostra ricchezza". Mentre i suoi vertici, ripetutamente attaccati durante la conferenza stampa, "cosi' stanno danneggiando il movimento. E mi hanno attaccato con una scusa, certo potevano scegliersela migliore...".
"Federico Pizzarotti e' sospeso dal Movimento 5 Stelle. La trasparenza e' il primo dovere degli amministratori e dei portavoce del Movimento 5 Stelle" aveva annunciato poco prima Beppe Grillo sul suo blog. "Solo ieri si e' avuto notizia a mezzo stampa dell'avviso di garanzia ricevuto, ma il sindaco ne era al corrente da mesi. Nonostante la richiesta, inoltrata da ieri e a piu' riprese, di avere copia dell'avviso di garanzia e di tutti i documenti connessi alla vicenda per chiudere l'istruttoria avviata in ossequio al principio di trasparenza e gia' utilizzato in casi simili o analoghi, non e' giunto alcun documento. Preso atto della totale mancanza di trasparenza in corso da mesi - sostiene - nell'impossibilita' di una valutazione approfondita ed oggettiva dei documenti e per tutelare il nome e l'onorabilita' del Movimento 5 Stelle si e' proceduto alla sospensione. Non si attendono le sentenze per dare un giudizio politico".
Pizzarotti ieri aveva affidato a Facebook la sua prima reazione: "Sono tranquillo perche' e' un atto dovuto a seguito degli esposti del Partito Democratico. Sara' utile per chiarire la vicenda, con la Procura avremo il consueto atteggiamento collaborativo - ha garantito -. Dico sin d'ora che non entrero' nella polemica politica dei botta e risposta, non utile a chiarire ma solo a confondere i cittadini e allontanarli dalla politica. Andiamo avanti, il mio impegno continua senza esitazione", e per chiarirlo Pizzarotti ha chiuso il post con l'emoticon della faccina che strizza l'occhio sorridendo.
La rottura, però, è apparsa subito inevitabile. Roberto Fico, componente del direttorio M5S, "se dovesse emergere una condotta contraria alla legge e ai principi del Movimento 5 Stelle".
I commenti di ieri del mondo politico sono stati vari e difformi e sono venuti soprattutto dal Pd. Cauto il presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi: "Ha preso un avviso di garanzia oggi il sindaco di Parma. Non faccio una strumentalizzazione, ma un avviso di garanzia non e' una sentenza di condanna", ha detto a Porta a Porta, "per me l'avviso di garanzia non e' di per sé una ragione per decidere se rimanere o meno al proprio posto". E ha citato i casi Cancellieri e Guidi "Se tu dici alla persona con cui parli che l'indagine e' ingiusta e sei ministro della giustizia, non va bene. Vengo al caso del mio governo: il ministro Guidi ha fatto telefonate sbagliate e quindi, insieme, abbiamo deciso che era giusto che Guidi lasciasse il suo posto. Questo Paese ha bisogno di Giustizia e non Giustizialismo", ha aggiunto.
"Raggi dice 'No agli avvisi di garanzia usati come manganelli'. Il senso del ridicolo, questo sconosciuto", ha commentato su Twitter il presidente del Pd, Matteo Orfini. "Siamo curiosi di sentire Di Maio e compagnia - afferma il deputato del Pd, Andrea Romano - Noi siamo e rimaniamo garantisti, ma il problema sono i Cinque Stelle con la loro doppia morale: chi come il vicepresidente della Camera un giorno e' forcaiolo e quello seguente (quando arrivano avvisi di garanzia ai suoi) diventa garantista; quando linciano gli altri chiedendo dimissioni e poi raccontano con la Raggi che dimettersi sarebbe consegnare uno strapotere ai magistrati".
"@StefanoEsposito: Oggi Di Maio e Di Battista sono garantisti o no?" #Pizzarotti https://t.co/xeipUNg04j
— Senatori PD (@SenatoriPD) 12 maggio 2016
Gli fa eco il senatore Pd Stefano Esposito: "Prima Quarto, poi Livorno, ora Parma. Noi siamo sempre garantisti, voi cari grillini? Restiamo in attesa di sapere se Di Battista e Di Maio oggi sono in versione garantista o no...". Ironizza Maurizio Gasparri, senatore FI: "Per fortuna i grillini hanno pochi sindaci, perche' stanno realizzando una percentuale di indagati che tende al 100 per 100". E aggiunge: "Se ne devono andare a casa guidati da Nogarin e Pizzarotti senza trascurare Grillo condannato per omicidio.
#PARMA: SINDACI #GRILLINI POCHI MA QUASI TUTTI INDAGATI | Maurizio Gasparri https://t.co/MzGzFdlkOz via @sharethis
— Maurizio Gasparri (@gasparripdl) 12 maggio 2016
Omerta' e' il loro nuovo slogan". Interviene dal suo profilo Twitter anche l'ex presidente della Camera Gianfranco Fini: "La questione morale non e' patrimonio di pochi". E Gianmarco Centinaio, capogruppo al Senato della Lega Nord, commenta: "I 5 stelle sono esattamente come tutti gli altri".
Dopo #Nogarin anche #Pizzarotti indagato. La questione morale non è patrimonio di pochi. Lasciamo lavorare la magistratura senza dietrologie
— Gianfranco Fini (@gianfranco_fini) 12 maggio 2016
(AGI)