Roma - "La questione morale nel Pd esiste e chi lo nega nega la realtà" ma i giudici non devono far paura agli onesti. Nei giorni in cui più aspro è lo scontro tra goverbo e magistratura, Matteo Renzi approfitta di Che tempo che fa per tornare sulla questione delel inchietse che convolgono esponenti del Pd. Bisogna sempre attendere le sentenze, ha aggiunto il presidente del Consiglio, anche perche' ci sono stati amministratori che sono stati assolti. Da parte di altri "c'e' garantismo a giorni alterni", ma "noi dobbiamo fare di piu' e meglio".
Renzi non ha nascosto che il Pd sia una macchina complessa e ha segnalato i passi in avanti che sono stati fatti. Ha raccontato la vicenda del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che si e' conclusa in modo differente da quella della candidata Pd a primo cittadino di Plati', Anna Rita Leonardi, fortemente voluta dallo stesso Renzi, ma che si e' ritirata. "A Ercolano - ha ricordato Renzi - ho commissariato l'intero partito e ho imposto un candidato sindaco che la camorra minaccia una volta alla settimana, perche' questi animali hanno del metodo, e lui ha vinto contro il parere di tutti. Lui e' il simbolo del Pd che riparte: certo, dobbiamo farlo tutti insieme. In alcuni casi siamo riusciti in altri meno, ma non sempre in una grande comunita' si riesce a fare tutto" subito.
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"A me i giudici non fanno paura. I cittadini onesti non hanno paura" ha detto "Non mi troverete mai a fare polemica contro i magistrati. Vadano ai processi, facciano le sentenze. Io li rispetto. Io faccio le leggi, loro le devono applicare. Tutto il resto e' parapiglia di basso livello". Renzi ha sottolineato: "Io sono uno di quelli che non ha paura dei magistrati. Andate a sentenza, siamo dalla vostra parte, fate i processi perche' non e' vero che la prescrizione vi blocca". Il presidente del Consiglio si e' detto dispiaciuto per le critiche alla "giudice di Lodi per la sua eta'" e ha aggiunto: "Ora nessuno parla piu' di Potenza, ma vogliamo i nomi e cognomi di chi e' colpevole. Non mi troverete mai, a differenza di altri, a gridare al complotto o fare polemica contro i magistrati. Non daro' mai la soddisfazione a nessuno di dire che ho criticato un magistrato. Viva i magistrati, facciano le interviste che vogliono e facciano le sentenze. Non metto naso nelle loro discussioni interne e dico: cari giudici fate il vostro lavoro, io faccio il mio". (AGI)