Roma - Nell'Aula del Senato è in corso la discussione sulla sfiducia presentata dalle opposizioni a seguito dell'inchiesta di Potenza e delle successivi dimissioni del ministro dell'Economia Federica Guidi. Le mozioni sono state depositate da M5S e FI-Lega. A Palazzo Madama, viene riferito da fonti parlamentari, sono arrivati per assistere al dibattito anche 83 cittadini vicini al Movimento.
Governo ha mantenuto impegni
Nella replica, il premier Matteo Renzi ha tenuto innanzitutto a controbattere a chi ha parlato di 'Governo incapace': "E' impossibile negare" che questo esecutivo non abbia fatto provvedimenti sulle riforme, sulle tasse, sull'Imu, sull'Irap, sulla scuola, ha detto il presidente del Consiglio. "Se questo governo aveva degli obblighi nei confronti del Parlamento" li ha rispettati. E ha insistito: "questo governo sta rispettando gli impegni presi". Le accuse di moralità politica da parte di FI? "Lo schema di governo che oggi viene replicato è stato alla base del vostro sostegno al governo Letta", replica Renzi rispondendo alle critiche degli azzurri contenute nella mozione di sfiducia. "Il vostro cambiamento di giudizio rispetto al governo Letta" è legato a una scelta di FI, "anche voi vi eravate legate a un patto" insieme a Ncd, "per ragioni di opportunità avete cambiato idea voi, non altri. E di questo dovrete rendere conto alla vostra gente", osserva il presidente del Consiglio. "I difensori e i custodi della Costituzione non possono essere a giorni alterni", osserva il premier.
Depositate alla Camera firme opposizioni, inizia battaglia referendum
La barbarie del giustizionalismo
L'Italia ha conosciuto giudici ammazzati dalle mafie "ma anche una vera e propria barbarie di giustizialiamo", ha poi replicato il premier a chi delle opposizioni ha richiamato il rispetto della magistratura. "Io sono per la giustizia, non per i giustazialisti, credo nei tribunali non nei tribuni, credo nelle sentenze non nelle veline che violano il segreto istruttorio, quando dico che la giustizia deve andare a sentenza non accuso la magistratura ma dico quel che dice la Costitzione" ha detto il premier. Per Renzi "l'avviso di garanzia non e' mai una condanna e noi non chiederemo le dimissioni dell'assessore del 5 stelle di Livorno perche' e' stato indagato. Chi e' colpevole o no viene deciso da un iter processuale, contano i codici delle leggi e non i codici del software. Il potere sta nei tribunali, richiamare le sentenze dei magistrati e' l'estremo rispetto nella divisione dei poteri. La sentenza è quella che passa in giudicato".
Inchiesta Potenza vicenda non chiusa
"Da cittadino penso che quando un magistrato è messo nelle condizioni di lavorare deve essere accompagnato dal sostegno non dalle critiche, ma quando non si arriva a sentenza mi ergo dalla parte della giustizia contro il giustizialismo che fa solo vittime e non aiuta il Paese", ha aggiunto. "La vicenda di Potenza non è una vicenda chiusa. Non si può mettere un coperchio, ci auguriamo che i magistrati siano messi nelle condizioni di concludere presto le indagini". E ancora: "C'è differenza tra ritenere la politica come servizio e invece ritenere la politica come server".
"Abbiamo sempre chiesto che questo emendamento fosse portato avanti, è stato discusso in commissione e subemendato. La Befana vien di notte, gli emendamenti vengono discussi alla luce del sole", ha poi sottolineato rispondendo alle accuse sull'emendamento alla base dell'inchiesta sul caso Tempa Rossa. "Il reato non c'è. Nella formazione del procedimento parlamentare noi ascoltiamo tutti e poi facciamo noi. Questo significa avere la spina dorsale dritta, questo significa saper governare", afferma il premier. Flop act? "Andiamo a guardare i dati sulla disoccupazione del mese di febbraio del 2016 rispetto al 2015. Guardiamo i dati Inps. Nel 2015 ci sono stati 911mila contratti a tempo indeterminato in piu' e nel 2016 ci sono state il 22,7% di richieste in meno di disoccupazione - insiste - è chiaro che qualcosa si muove".
Su riforma lavoro accuse strumentali
"Sono strumentali le accuse sulla riforma del mercato del lavoro", aggiunge il presidente del Consiglio rivolgendosi in particolar modo a FI. "In questi due anni abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Forse dovevamo fare di più, ma se la riforma fosse stata fatta prima le cose sarebbero state diverse", spiega il premier. E sul debito: "Noi siamo attenti ai numeri: ricordo che tra il 2008 e 2011 è passato dal 102 al 116%", osserva il presidente del Consiglio.
Noi spina dorsale dritta
"Rivendichiamo di aver sbloccato l'Italia. Se sbloccare l'Italia è un peccato accusateci", ha detto ancora Renzi. "Il reato non c'e'. Nella formazione del procedimento parlamentare noi ascoltiamo tutti e poi facciamo noi. Questo significa avere la spina dorsale dritta, questo significa saper governare", ha affermato. (AGI)