Roma - "I militanti del Pd non meritano gli insulti di un pregiudicato". Matteo Renzi spiega il motivo per cui il suo partito ha deciso di dire basta agli attacchi di Grillo. "Ho detto che noi del Governo non raccogliamo le loro polemiche. Ma il Pd invece ha il dovere di reagire - spiega nella enews il segretario dem - Io credo nella polemica politica e penso che sia giusto che ognuno dica la sua, in piena libertà. Ma esiste un limite e quel limite lo traccia il codice penale". "Per questo il Pd ha deciso di querelare in sede civile e penale Beppe Grillo che pure alle condanne penali - a differenza nostra - è abituato. Perché lo ha fatto? Perché Grillo non si è limitato alle polemiche, anche dure. Ha detto che su questa vicenda il 'Pd è colluso e complice. Tutti con le mani sporche di petrolio e di soldi'. Sono parole pesanti come pietre: colluso, complice, mani sporche di denaro", osserva Renzi.
"Ora - prosegue Renzi - io conosco la comunità delle donne e degli uomini del Pd. Sono persone per bene, volontari con passione politica, gente che tiene i circoli aperti, organizza i tavolini nelle piazze, fa i tortellini alla Festa dell'Unità. Accusare questa grande comunità di fare errori o di aver scelto come leader uno non capace significa fare una polemica politica discutibile quanto si vuole, ma politica. Accusarla di essere complice e collusa, con le mani sporche di denaro e petrolio significa insultare donne e uomini che non lo meritano. Andremo in tribunale e chiederemo a Beppe Grillo i danni", annuncia il segretario dem. "Ho già detto - aggiunge - al tesoriere del partito che non si faccia venire strane idee perché nessun centesimo andrà al partito nazionale: tutto il risarcimento danni sarà dedicato ai circoli del PD. Alle feste dell'Unità. All'attività dei volontari e dei militanti. Noi possiamo sbagliare, come tutti. Possiamo scegliere strategie più o meno efficaci. Possiamo essere antipatici o arroganti. Ma noi siamo persone oneste. E chi mette in discussione la nostra onestà ne risponde nelle sedi opportune". (AGI)