Roma - "Sappiamo che nessuno e' a rischio zero, ma sarebbe ipocrita e autolesionista negare che fin qui, in Italia la prevenzione contro il terrorismo ha funzionato", ne è convinto il ministro dell'Interno Angelino Alfano. "La lunga cronologia del terrore dal 2001 a oggi non ha risparmiato i continenti, e anche la prevenzione ha dovuto adeguarsi al cambiamento frequente dello schema d'attacco. Ma noi abbiamo fatto una straordinaria azione di prevenzione, grazie al grande lavoro degli uomini e donne in divisa" ha sottolineato Alfano, durante il question time alla Camera. "Se abbiamo fatto perquisizioni, controlli, intercettazioni, espulsioni e' avvenuto per un'azione di programmazione con la regia del comitato di analisi strategiche antiterrorismo. Sappiamo che nessuno e' a rischio zero, ma sarebbe ipocrita e autolesionista negare che fin qui la prevenzione ha funzionato". Quanto al tema degli europei che partono a combattere per la jihad, Alfano ha ricordato che "l'Italia e' quello che ha meno foreign fighters in Europa. Ma non siamo stati con le mani in mano, abbiamo approvato un decreto che ha reso punibile la fattispecie di combattente straniero".
Orlando "imprescindibile coordinamento europeo"
Per Alfano bisogna che "L'Europa si muova di piu' sulla questione dei ricollocamenti" dei profughi, "non accetteremo egosimi nazionali di fronte al senso di responsabilita' che stiamo mostrando come paese". "Abbiamo ribadito - ha aggiunto Alfano - che la questione va affrontata insieme. Il primo punto e' l'accoglienza, separare i migranti irregolari dai profughi. I primi vanno rimpatriati, i secondi vanno ricollocati nei 28 paesi". L'Italia va fiera di quanto fatto per fronteggiare l'emergenza: "Noi abbiamo salvato vite e non abbiamo fatto morire nessuno, abbiamo messo l'Italia dalla parte giusta dell'Europa, evitando che il Mediterraneo diventasse un lago di morte. L'emergenza in Europa non e' l'Italia ma sono altri Paesi". Infine, un allarme sulla Libia: "Assistiamo a un ritorno accentuato di migranti rispetto ai numeri dello scorso anno. Questo deriva dall'affrettarsi degli scafisti di fronte al nuovo governo libico. Noi dobbiamo fare un accordo serio col nuovo governo e arginare il flusso delle partenze".(AGI)