di Nicola Graziani
Yaounde' - Immigrazione e terrorismo, due facce dello stesso problema. E' inutile pensare di poter chiedere collaborazione internazionale contro il secondo, e lavarsene le mani della prima. All'Europa alle prese con un nuovo vertice sull'immigrazione, ma non solo all'Europa, Sergio Mattarella manda a dire che la via e' quella della collaborazione internazionale, in tutti i campi: disgiungere la dimensione della lotta' alla poverta' da quella del contrasto a Daesh e Boko Haram e' un imperdonabile errore di valutazione. In entrambi i casi il problema e' di tutti, riguarda tutti. La cosa piu' inutile e' "erigere muri e barriere". Non ha mai funzionato, nemmeno una volta.
Seconda tappa del viaggio africano del Presidente della Repubblica. Yaounde', capitale di un Camerun letteralmente in prima linea contro l'espansione jihadista di Boko Haram. Misure di sicurezza altissime. Linea dura, soprattutto nel nord del paese, dove i terroristi islamici attaccano, le forze regolari respingono gli assalti, mille persone si trovano in attesa di giudizio per reati legati al terrorismo ed i tribunali usano il pugno di ferro. Ma anche, e questa linea attrae il plauso di Mattarella, la capacita' politica di unire le forze per creare un fronte comune con i paesi della regione: Benin, Niger e Nigeria. I risultati si iniziano a vedere: mille uomini potranno essere spostati dal confine con la Repubblica Centrafricana, finora un fronte molto caldo, per essere dislocati in altre aree. "La situazione e' sotto controllo", assicura il giovane presidente del Camerun, Paul Biya, che pero' aggiunge: "Attenzione, Boko Haram e' assoggettato a Daesh, che minaccia voi. Abbiamo lo stesso nemico comune". "Vi riconosciamo un'importanza strategica, vogliamo che cio' sia fatto proprio da tutta l'Europa", gli risponde Mattarella, "tutta l'Europa deve essere vicina ai paesi che lottano contro il terrorismo". E' una "lotta comune e il Camerun sta svolgendo una funzione preziosa di raccordo in tutta la regione per un'azione comune con i paesi vicini. Un atteggiamento lungimirante, molto efficace".
Meno lungimirante, sembra suggerire, l'atteggiamento di un continente freddo e distante come si sta dimostrando essere l'Europa, che continua a fare come se le riguardasse solo il fatto che nelle zone della disperazione prospera il richiamo dell'integralismo armato. "Risposte a emergenze umanitarie come quelle dei migranti e dei rifugiati, con le quali oggi l'Africa e l'Europa si confrontano, richiedono un'assunzione ed una condivisione di responsabilita', una capacita' di coniugare sicurezza, solidarieta' e rispetto dei valori e della dignita' umana", ragiona il Capo dello Stato. E prosegue: "Erigere muri e barriere non rappresenta una soluzione. Noi e voi lo abbiamo ben capito". Infatti "nessuno oggi e' al riparo dalla minaccia terroristica. Il terrorismo internazionale e' una delle principali aggressioni ai valori fondanti in cui i nostri paesi si riconoscono". Sia chiaro pero' che "il dialogo tra i popoli, le fedi e le culture assume in questo ambito una valenza centrale". Come anche "la lotta alle diseguaglianze" l'adozione di un concetto di sviluppo nuovo, "condiviso", che comprenda tutte le dimensioni del vivere umano.
Non solo l'economica, pur centrale, ma anche quella politica, sociale e culturale. E' questa l'arma migliore "per contrastare l'arma dell'odio". Yaounde', dove il traffico e' impedito per tutta Via 20 maggio e dove i militari controllano con cura al limite dell'esasperazione che regnino l'ordine e la calma, riceve Mattarella con un misto di ansia e speranza. I principali giornali dedicano alla visita supplementi di dieci pagine. Le accoglienze sono persino troppo calorose, per un uomo schivo e poco amante degli applausi. "Nessuno e' al riparo dal terrorismo", ripete. Questa parte d'Africa, la piu' colpita da Boko Haram, lo sa bene. E' a nord, nel clima freddo di Bruxelles, che dovrebbero capire che non esistono tanti problemi disgiunti. In fondo ne esiste uno solo. O comunque, una sola e' la soluzione.(AGI)