di Monica Setta
É stata la donna del giorno della politica italiana da quando, martedì scorso, Giorgia Meloni l'ha lanciata nell'agone del Campidoglio come candidato sindaco di una coalizione di centro destra con Berlusconi e Salvini. Per 48 ore Rita Dalla Chiesa, bionda e spumeggiante conduttrice tv - per trent'anni regina degli ascolti Mediaset dal tribunale televisivo di Forum oggi passato a Barbara Palombelli- ha tenuto banco sui media finché ha sciolto ogni riserva dicendo chiaro e tondo: no, grazie. Ma quando il sipario sembrava definitivamente calato sul futuro politico della bella figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ecco il colpo di scena.
"Ero a casa, squilla il telefono e dall'altro capo una voce gentile si annuncia così, sono Alfio Marchini signora, la disturbo?", rivela Rita Dalla Chiesa in questa intervista ad Agi.it, "non me lo sarei mai aspettato, Marchini mi ringraziava perchè avevo dichiarato d'averlo votato alle ultime amministrative e mi confermava il suo impegno ad andare avanti nella battaglia per una Roma pulita e vivibile. Lui ha la sua lista, non si tirerà certo indietro. Ed io condivido il suo spirito perchè amo questa città che mi ha accolto a braccia aperte e vorrei vederla rinascere". "Io non faccio la politica di professione, non sono tenuta alla fedeltà a un partito", ha aggiunto, "io sto dalla parte delle idee, chiunque sposi le mie va nella mia stessa direzione. Mi interessano le persone e le giudico per quello che fanno, non per i proclami o la propaganda. Chiunque mi conosca non può non sapere che mi sono battuta per il sociale anche quando facevo tv a Forum".
La conduttrice nega tuttavia che con Marchini si sia parlato di un suo possibile sostegno all'imprenditore romano: "Non abbiamo parlato di nulla se non della comune voglia di vivere in una Roma più pulita con un sindaco che si occupi meno delle poltrone e più dei problemi della gente. Io da domani torno a fare il mio mestiere, la conduttrice tv. Ho alcuni progetti e spero di realizzarli a breve. Ho passato una vita negli studi televisivi e mi manca la quotidianità tv, non lo nego". La Dalla Chiesa ha raccontato anche come e' nata l'ipotesi di una discesa in campo per la candidatura a sindaco di Roma, lanciata da Giorgia Meloni. "Quando lei era stata attaccata al Family Day dove aveva annunciato di essere incinta, le avevo fatto una telefonata di solidarieta'. Ci siamo messe d'accordo per prendere un caffe' insieme. Lei mi fa: ti piace la politica? Certamente, le rispondo. Beh, allora preparati perche' io ti propongo come candidato sindaco". "Con lei c'era Berlusconi", ha aggiunto, "non era solo una sua idea, ho lavorato tanti anni a Mediaset, tutti sanno che sono legata a Berlusconi da un affetto profondo".
E la Meloni come l'ha presa? "Ci e' rimasta molto male", ammette, "non lo ha nascosto neanche con me quando l'ho chiamata per dirle che mi tiravo indietro. Ma e' una donna intelligente, vola sopra i personalismi e infatti alla fine ha compreso". Le resistenze sono nate nella stessa famiglia di Rita Dalla Chiesa: "Mia figlia Giulia non si intromette mai ma ha il pregio di essere estremamente chiara. Mi ha detto: Cara mamma, lo sai che dovrai rinunciare alle partite di calcetto con tuo nipote Lorenzo? Mia sorella Simona si e' dichiarata disponibile a supportarmi se io avessi deciso di accettare mentre mio fratello Nando da Berlino mi ha solo avvertito: attenta Rita, troverai serpenti attorno a te. Ma a farmi decidere infine e' stato un imprenditore che stimo molto e con cui ho collaborato in una campagna pubblicitaria, Umberto Giordani. Era all'estero per lavoro, e' arrivato subito a Roma per aiutarmi a capire ma, conoscendomi bene, mi ha detto una frase fatidica: sappi Rita che nella politica troverai piu' jene che leoni. Con i leoni si combatte, delle jene potresti non accorgerti mai finendo per essere sconfitta senza aver mai combattuto la battaglia".
Infine una battuta su Matteo Renzi: "Io continuo a guardare con attenzione al rinnovamento di Renzi. Alcune cose le ha già fatte, altre deve ancora farle. Spero che mantenga le promesse. Mi fido molto dei giovani, in genere, purché siano fedeli a quanto annunciano di voler fare". (AGI)