Roma - L'antisemitismo c'è ancora, magari rivestito di antisionismo, come ci sono ancora odio e fanatismi che spargono sangue. Ecco dunque la necessità di ricordare e riflettere, nel Giorno della memoria. Sergio Mattarella ospita al Quirinale la cerimonia di ricordo della Shoah e non nasconde le responsabilità del nostro Paese in quella tragica stagione. Il capo dello Stato accoglie nel salone dei Corazzieri il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche Renzo Gattegna, alcuni reduci dai campi di concentramento come Sami Modiano, i ragazzi delle scuole e il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini per ricordare, in un discorso che a tratti è parso da storico, gli snodi fondamentali che portarono all'Olocausto, il modo in cui anche l'uomo "più istruito e apparentemente civilizzato, se si lascia catturare dall'odio, dal fanatismo, da teorie aberranti" può essere "capace di orrori". Un "sonno della ragione" che obnubilò anche l'Italia. Colpiscono le parole quasi cronachistiche con cui, in un lungo passaggio, Mattarella ricorda come "neanche l'Italia, centro del Cristianesimo, culla del Rinascimento, patria di Dante, Leonardo e Galileo, fu immune dal virus razzista e antisemita". Certo la vastità della persecuzione in Italia fu inferiore a quella tedesca, ma i passaggi di quell'abiezione furono percorsi tutti, uno per uno. "Gli ebrei in Italia sono stati prima bollati come non italiani e, dunque, 'diversi'; subito dopo hanno dovuto subire discriminazioni di carattere scolastico, professionale, economico e politico. Sono stati quindi arrestati e portati nei campi di concentramento. Infine - ricorda il Presidente - deportati e, per usare la terribile espressione dei burocrati nazisti, liquidati".
Certo, ci sono stati molti italiani che hanno salvato cittadini ebrei, anche pagando in prima persona questa scelta, ma "questo numero, non esiguo non può far dimenticare l'onta delle leggi razziali. E soprattutto la circostanza che alla 'caccia all'ebreo' decretata dai nazisti in Italia, dopo l'8 settembre, parteciparono attivamente, con zelo e ferocia, tanti italiani. Tra la popolazione civile vi fu anche chi, se possibile ancor piu' spregevolmente, collaboro' alla cattura di ebrei in cambio di denaro". Un excursus crudo delle responsabilità italiane, non solo dei vertici ma anche dei singoli cittadini, senza parole autoassolutorie per il nostro passato. Un modo per mettere in guardia dai pericoli futuri. Perché l'uomo ha già mostrato di essere capace di tali orrori e Auschwitz "ci costringe a tornare sul ciglio dell'abisso a guardarvi dentro", è "un buco nero nella storia dell'umanità". Perche' "odio, fanatismo e aberrazioni purtroppo anche oggi spargono sangue innocente in tante parti del mondo". Perché "altri tipi micidiali di razzismo, di discriminazione, di intolleranza si diffondono attraverso il web, in maniera insidiosa e incontrollata". Mattarella si dice certo che "la forza dell'odio e dell'intolleranza non può prevalere, e non prevarrà, sulla civiltà e sul diritto".
Ricorda come la costruzione dell'Unione europea sia stata "la risposta politica, storicamente piu' importante, a tutto questo". E anche se "manifesta affanno di fronte a sfide nuove e impegnative" ci insegna che un nuovo nazionalismo non sara' la soluzione a queste sfide. Dunque "alzare muri e' un'illusione" e i nuovi nazionalismi sono "allarmanti". Ecco perche' ancora oggi, sollecita il Capo dello Stato davanti a una platea di giovani "meditare e tramandare" e' "l'autentico e irrinunziabile significato del Giorno della Memoria". (AGI)
(27 gennaio 2016)