La produzione di elettricità da parchi eolici offshore, cioè installati in mare aperto e lontani dalle coste, guadagna sempre più attenzione nell'attuale contesto della transizione energetica. Questo tipo di impianti è caratterizzato da una elevata produttività, perché i venti in mare sono, in media, più intensi e costanti di quanto non accada per quelli che soffiano sulla terraferma. Inoltre, installare le torri in mare aperto mitiga fortemente il problema del consumo di suolo.
L’ultimo rapporto del GWEC, l’associazione mondiale dell’energia del vento, ha stabilito come il 2023 sia stato ancora un anno di crescita per il settore eolico offshore nel mondo: messi in funzione oltre 10 GW di nuovi impianti in mare che sommati alle classiche installazioni a terra arrivano a quota 117 GW. Per le previsioni di BloombergNEF siamo sulla buona strada per aumentare fino a 742 GW la potenza in esercizio dell’eolico offshore, al livello mondiale, entro il 2040. Il settore è trainato dalla Cina continentale, con l'Europa in prima linea nello sviluppo di progetti eolici offshore.
Progetto GreenVolt: un passo avanti
In questo quadro spicca l’annuncio dell’ambizioso progetto GreenVolt, parco eolico offshore galleggiante nel Mare del Nord. La joint venture norvegese Vargronn - guidata da Plenitude con una quota maggioritaria del 65% e con il contributo del fondo di investimento norvegese HitecVision al 35%- in collaborazione con Flotation Energy, ha recentemente vinto un’assegnazione da parte del Regno Unito, che ha territorialità sulle acque interessate. GreenVolt sarà situato a 80 chilometri dalla costa scozzese, a nord-est del Paese, in una zona strategica grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli e alla profondità marittima ottimale. L'area autorizzata è ubicata dove le condizioni del vento sono ideali, con una velocità media vicina a 11 metri al secondo.
La profondità del mare di circa 100 metri non consente però l’installazione con fondazioni fisse nella zona. GreenVolt utilizzerà quindi quelle di tipo galleggianti, ancorate al fondale con cavi d’acciaio, che costituiscono la nuova frontiera del settore eolico offshore. Rispetto alle tradizionali fondazioni fisse, questa soluzione tecnologica aprirà al settore eolico nuovi spazi di sviluppo in tutte le aree marine caratterizzate da fondali profondi. Con i suoi 560 Megawatt di produzione, una volta a regime, diventerà il più grande parco eolico offshore galleggiante al mondo sostenuto da un piano di incentivi governativi. Per fare un confronto: parliamo di una capacità di produzione di energia elettrica dal vento pari a circa il doppio della capacità complessiva attualmente in esercizio in Europa basata su questa tecnologia.
Il progetto si è aggiudicato l’asta per un Contract for Difference (CfD) che garantisce all’operatore un prezzo predeterminato per l’intera produzione e per una durata di 15 anni. Nel Regno Unito, i CfD vengono assegnati attraverso procedure competitive chiamate Allocation Rounds. I progetti pre-qualificati, secondo severi requisiti, presentano il prezzo al quale sono disponibili a vendere l’elettricità e il regolatore seleziona le offerte con prezzo minore. L’offerta di GreenVolt è risultata la più competitiva e si è aggiudicata l’intero budget stanziato dal governo britannico in questo Round per il settore offshore su fondazioni galleggianti. Uno spazio di sviluppo per l’eolico offshore che servirà a fare un passo avanti per tutti i progetti attualmente in fase di realizzazione o di proposta in tutte le aree marine caratterizzate da fondali profondi, incluso il Mar Mediterraneo.
L’impegno di Plenitude per le energie rinnovabili
Plenitude è una Società Benefit controllata da Eni presente in oltre 15 Paesi del mondo con un modello di business distintivo che integra la produzione da rinnovabili, la vendita di energia e soluzioni energetiche e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Il suo portafoglio diversificato comprendente impianti fotovoltaici, eolici onshore e offshore e batterie. Con oltre 3 GW di capacità installata, Plenitude ha l’obiettivo di raggiungere oltre 8 GW di capacità rinnovabile installata al 2027 e oltre 15 GW al 2030. L’obiettivo è fornire energia decarbonizzata a tutti i clienti entro il 2040.
Oltre al progetto GreenVolt in Gran Bretagna, Plenitude investe nell’eolico galleggiante anche nel Mar Mediterraneo, in particolare al largo delle coste italiane, dove è presente con GreenIT, joint venture italiana (Plenitude 51%, CDP Equity 49%) e Copenaghen Infrastructure Partners (CIP) nei progetti 7seas Med (in Sicilia a oltre 35 chilometri dalla costa di Marsala), Ichnusa (a oltre 35 chilometri dalla costa Sud Ovest della Sardegna) e Tyrrenian, Nurax e Poseidon (3 parchi nel Lazio e in Sardegna). I progetti in sviluppo direttamente da Plenitude sono Messapia in Puglia e Krimisa in Calabria e Atis in Toscana.
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