"Era destino che vi ritrovaste qui stasera, è il vostro momento. Il loro momento è passato, è finito. Io non ne posso più di sentire quale magnifica squadra di hockey hanno i sovietici, al diavolo, questo è il vostro momento. Andate fuori e vincete". Queste sono le parole di coach Herb Brooks pronunciate nello spogliatoio della nazionale statunitense prima di scendere sul ghiaccio contro l’Urss ai Giochi olimpici invernali di Lake Placid, il 22 febbraio 1980. Almeno questa è la ricostruzione che gli sceneggiatori della Disney hanno fatto per il film "Miracle" del 2004, con protagonista Kurt Russell nei panni proprio dell'allenatore di Team Usa. Chi era presente quella sera giura che le parole sono proprio quelle. Edulcorate per l'occasione.
Stiamo parlando di un evento sportivo storico, di quelli che cambiano le regole per sempre. Siamo ai XIII Giochi olimpici invernali a Lake Placid, nello stato di New York. Tira una brutta aria dopo l'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Unione Sovietica. Il presidente americano Jimmy Carter, a poche settimane dall’inizio, minaccia (e poi mette in atto) il boicottaggio delle successive Olimpiadi estive di Mosca ’80 se l’Urss non avesse ritirato le proprie truppe entro giugno. Ma intanto Taiwan boicotta Lake Placid per l’ammissione, per la prima volta nella storia delle Olimpiadi invernali, di atleti della Repubblica Popolare Cinese. Siamo in piena Guerra Fredda e anche le Olimpiadi diventano un terreno di scontro.
In questo clima teso c'è un gustoso antipasto a New York, al Madison Square Garden, dove le nazionali di hockey Usa e Urss giocano in amichevole il 9 febbraio 1980. Finisce 10-3 per i sovietici, come da pronostico. Sono loro i fenomeni da battere, campioni olimpici da quattro edizioni consecutive. Ambasciatori di Mosca per dimostrare, con lo sport, la superiorità del mondo sovietico su quello occidentale. Sul lato squisitamente sportivo è anche la sfida tra due scuole sul ghiaccio: quella storica russa basata sul collettivo e quella nordamericana basata sulle qualità tecniche individuali. Il 22 febbraio, solo 11 giorni dopo, si gioca sul serio a Lake Placid, nel girone che assegna le medaglie: si inizia proprio con Usa-Urss.
La notte del miracolo
"Do you believe in miracles?". Questa è la domanda di Al Michaels, commentatore del network ABC, urlata al microfono a 5 secondi dalla fine della partita. In milioni davanti alla tv rispondono con un solo grido: “Yes!”. Credere nei miracoli: se non in quelli divini almeno in quelli terreni del portiere Jimmy Craig, che per 10 minuti difende il gol di vantaggio degli Usa dall'assedio sovietico. Non un forcing qualunque visto che l'Urss schiera in attacco tre fenomeni come Petrov, Kharlamov e Michajlov. E poi in difesa la coppia Fetisov-Kasatonov, che si conoscono da quando avevano 16 anni. Perché il segreto dell'allenatore Viktor Tichonov è noto: il CSKA Mosca. La sezione sportiva dell'Armata Rossa è la fucina dove gli atleti, in qualità di arruolati, hanno lo status di dilettanti che serve per partecipare ai Giochi. Ma di fatto sono stipendiati come professionisti a tempo pieno fin da ragazzi. Qualsiasi nazionale Urss di qualsiasi sport è una fotocopia del CSKA con qualche inserimento dal Lokomotiv Mosca o dal SKA Leningrado.
Dall'altra parte c’è coach Herb Brooks - allenatore di hockey al college, ma da atleta tagliato dalla squadra Usa campione olimpica di hockey nel 1960 a Squaw Valley – che può schierare solo dei ragazzi che giocano nel campionato universitario e non i professionisti della Nhl, la lega nordamericana. I suoi atleti di punta sono il goalie Craig dalla Boston University e l'italoamericano Mike Eruzione da una lega minore (IHL), dove gioca a Toledo con un “rimborso spese”. Quindi gli eroici dilettanti Usa contro la corazzata sovietica. Il 22 febbraio non è la finale per l'oro, ma solo la penultima giornata del torneo che assegna le medaglie senza eliminazione diretta. Però, nei fatti, è una finale: chi vince ha la possibilità di giocarsi senza affanni la medaglia più preziosa nell'ultima giornata.
“U-S-A, U-S-A, U-S-A!”
La partita è tesa, il pubblico sugli spalti è elettrizzato dalla sfida. Il primo periodo finisce 2-2 con gli Usa che rispondono a ogni vantaggio Urss. Tichonov capisce però che la serata è storta e cambia il portiere Tretiak, insolitamente deconcentrato. I sovietici mettono la testa avanti nel secondo periodo, ma la perdono nel terzo con l'espulsione a tempo di Krutov: 5 minuti con la superiorità numerica per gli Usa, che hanno bisogno di vincere per giocarsi da favoriti la medaglia d'oro nell'ultimo match. Mark Johnson pareggia, il capitano Eruzione fa un tiro impossibile che carambola sulle mazze dei difensori sovietici e finisce in rete. Gli ultimi 10 minuti sono un assedio alla porta di Craig, che para tutto e difende il 4-3.
Il pubblico capisce il momento e inizia a urlare "U-S-A, U-S-A, U-S-A!". Non smette di incitare e diventa l'uomo in più. "U-S-A" scandito con lo spelling e accompagnato dal battito delle mani diventa l'incitamento standard dei tifosi americani nei campionati mondiali e alle Olimpiadi negli anni a venire. Un brivido gelido però blocca tutti quanti: Maltsev scaglia un disco carico di rabbia e frustrazione che sfugge a Craig ma, per il sollievo di tutti i non sovietici, si stampa sul palo. Mancano 10 secondi, inizia il conto alla rovescia per festeggiare il miracolo.
Da Lake Placid a Salt Lake
La fine della partita segna l'inizio del sogno: due giorni dopo Team Usa batte 4-2 la Finlandia e vince l'oro, per l'Urss è argento nonostante una vittoria anche per loro nell’ultimo match. Decisiva però la vittoria 4-3 degli americani sugli storici rivali. Sul podio Mike Eruzione rompe la tradizione e, da capitano e leader, invita tutta la squadra sul podio a ricevere gli onori e cantare l'inno. Non è nel protocollo olimpico del tempo, che prevede i soli capitani per la premiazione. Ma il "miracolo sul ghiaccio" ribalta i pronostici e il collettivo statunitense è il segreto del successo. La caratterista dei professionisti sovietici diventa invece il punto di forza dei dilettanti Usa.
L'eredità del 22 febbraio 1980 è un film prodotto dalla Disney con Kurt Russell nei panni di coach Brooks e dal titolo "Miracle", dal quale abbiamo preso il virgolettato in apertura dell'articolo. C'è però anche un docufilm prodotto da ESPN che racconta quel giorno attraverso la testimonianza degli sconfitti: "Of Miracles and Men". E poi l'accensione del braciere ai Giochi invernali di Salt Lake City 2002: al culmine della cerimonia d’apertura delle Olimpiadi nello Utah, 22 anni dopo Lake Placid, è Mike Eruzione con i suoi compagni ad accendere il fuoco di Olimpia davanti al pubblico che grida "U-S-A, U-S-A, U-S-A!".