La coppia Torvill e Dean è formata da Jayne Torvill, classe 1957, e Christopher Dean, nato nel 1958. Entrambi figli dei dintorni di Nottingham, dove frequentano fin da piccoli l'arena locale, che in quegli anni è il centro della danza su ghiaccio inglese. Il pattinaggio artistico è invece lo sport più antico del programma olimpico: è già presente ai Giochi estivi di Londra 1908 e Anversa 1920 prima di entrare stabilmente, nel 1924, come disciplina dei neonati Giochi invernali a Chamonix.
Questa curiosità è presto spiegata, perché britannici e olandesi sono i pionieri del pattinaggio su ghiaccio. Soprattutto Oltremanica si formano i primi club e vengono costruite le prime piste artificiali. È però Sarajevo 1984 a cambiare la storia di questa disciplina grazie a Torvill e Dean. I due si conoscono fin da bambini, ma non formano una coppia perché ognuno di loro gareggia con altri partner. Nel 1975 si trovano entrambi soli e così l'allenatrice Janet Sawbridge li prova insieme nella danza capendo il loro margine di miglioramento.
Working class contro il Blocco sovietico
Torvill e Dean sono bravi, scalano posizioni nelle classifiche dei campionati europei e mondiali, ma capiscono ben presto che gli atleti sovietici e del blocco Est – sono gli anni della Guerra Fredda – hanno una marcia in più perché stipendiati dai gruppi sportivi dell’esercito, che non scalfisce il loro status di dilettanti. In pratica una forma di professionismo mascherata e tollerata dal Cio. Loro due, invece, si allenano nel tempo libero perché lavorano: lui è un poliziotto, lei un’impiegata. Nel 1980 arrivano quarti agli europei e ai mondiali e quinti ai Giochi olimpici di Lake Pacid. Davanti sempre le coppie sovietiche e ungheresi.
Come migliorare? Bisogna fare delle scelte drastiche e superare la paura di lasciare il lavoro e la sicurezza economica. Soprattutto andare oltre l’imbarazzo di cercare dei mecenati in grado di garantirgli risorse in denaro per arrivare - da dilettanti come prevedeva il Cio - ai Giochi di Sarajevo del 1984. Con ambizioni da medaglia, possibilmente d’oro. Ottengono sovvenzioni da un ente governativo, lo Sports Aid Foundation, e dal comune di Nottingham: 50.000 sterline per tre anni (al cambio rivalutato oggi sarebbero 174.000 euro). I due si trasferiscono a Obersdorf, in Germania, all’ora dell’Ovest, per lavorare con uno staff di allenatori e coreografi completamente dedicati a loro.
Si vedono i risultati con le vittorie alle competizioni continentali e mondiali davanti alle coppie sovietiche. Tranne un ritiro, per infortunio, nel 1983 agli Europei, sono sempre in cima al podio fino al 1984. Proprio l’anno dei Giochi di Sarajevo, in Jugoslavia. La loro strategia deve farsi ancora più sofisticata per mettersi al collo la medaglia d’oro. Ma come? La danza sul ghiaccio entra alle Olimpiadi invernali nel 1976. Il programma prevede due danze con programma obbligatorio, un originale e il libero con un mix di quattro diverse musiche.
24 milioni davanti alla tv
Il regolamento parla di 4 minuti e 10 secondi di musica, ma non specifica se divisa in più parti e con melodie diverse tra loro. Christopher Dean punta allora sul Bolero del compositore francese Maurice Ravel. Ma l’opera originale è di 17 minuti e così commissionano a un musicista una riduzione. Ma meno di 4 minuti e 28 secondi non si può fare, senza snaturare i passaggi dello spartito originale. Così Christopher studia ancora il regolamento e scopre che il timer parte quando i pattinatori mettono le lame sul ghiaccio.
La notte del 14 febbraio 1984, San Valentino, festa degli innamorati, Torvill e Dean si presentano da favoriti alla Zetra Olympic Hall per il programma libero. Quello finale e che assegna le medaglie. Con i loro costumi di scena sono al centro della pista in ginocchio: per 18 secondi non toccano il ghiaccio con le lame muovendosi in coreografie elaborate, ma statiche (nella foto di apertura uno scatto dalle prove). Poi partono insieme verso quello che passa alla storia come l’esecuzione perfetta: 4 minuti e 10 secondi senza una sbavatura. Il pubblico è ipnotizzato dalla loro bellezza e perfezione, i giudici li premiano con nove 6.0, cioè il massimo del voto a disposizione. In Gran Bretagna sono in 24 milioni davanti alla tv a vederli. E festeggiare un meritato oro olimpico.
Torvill e Dean tornano in gara ai Giochi dieci anni dopo, a Lillehammer 1994, grazie a un cambio delle regole voluto dal Cio: non solo i dilettanti, ma anche i professionisti possono gareggiare alle Olimpiadi. Loro dal 1985 sono dei “pro” e girano il mondo con uno spettacolo sul ghiaccio. Un po’ attempati, ma sempre combattivi, accettano la sfida e si qualificano per le Olimpiadi norvegesi. Anche in questo caso cercano tra le pieghe del regolamento una coreografia in grado di avvantaggiarli sui concorrenti, ma questa volta gli va male. Un sollevamento viene considerato oltre il limite consentito e retrocedono in terza posizione: Medaglia di bronzo. Un rientro deludente, a loro giudizio, che li fa tornare allo scintillante mondo dello spettacolo sul ghiaccio e della tv, dove sono tuttora delle star amate dal pubblico.
Il programma a Milano Cortina 2026
Il pattinaggio di figura si suddivide in 5 eventi su 4 discipline, due competizioni a partecipazione singola, maschile e femminile, due di coppia, artistico e danza, e l’evento a squadre. Le competizioni di singolo maschile, femminile e coppia d’artistico, sono caratterizzate da due prove: un programma corto (corto), che prevede una performance con elementi tecnici obbligatori e un programma libero (libero) con elementi tecnici obbligatori, ma con molta più libertà di esecuzione. Entrambi i programmi vengono eseguiti su musiche scelte dai pattinatori stessi. Le gare di pattinaggio di figura per i Giochi di Milano Cortina 2026 si terranno a Milano, presso il Forum di Assago, con la prima gara in programma il 5 febbraio 2026.