Avete presente le strisce dei Peanuts nelle quali Woodstock, uccellino giallo compare del cane Snoopy, guida un mezzo per levigare il ghiaccio della fontanella dove gioca a hockey con i suoi amici pennuti? Quel macchinario viene chiamato Zamboni e ci siamo chiesti per decenni cosa significasse. Negli Usa quella macchina è una presenza fissa nei molti intervalli delle partite della Nhl, la lega dei professionisti di hockey su ghiaccio. Un mezzo talmente unico nel suo genere da prendere il nome del suo inventore: Frank Joseph Zamboni Jr.
Frank è figlio di italiani emigrati nello Utah in cerca di fortuna: papà Francesco Giuseppe dal Trentino e mamma Carmelina dal Torinese. Nasce secondogenito nel 1901 dopo George, ma è con il fratello minore Lawrence che intraprende l’apertura di un negozio di elettrodomestici e poi di vendita di ghiaccio alla periferia di Los Angeles. Serviva per le ghiacciaie domestiche, piccoli armadi dotati di intercapedine dove inserire i blocchi per mantenere al fresco il cibo. L’attività dura per circa un decennio, ma l’arrivo dei frigoriferi negli anni 40 mette in crisi il business familiare.
Dalla ghiacciaia al patinoire
Convertono gli impianti refrigeranti della fabbrica e costruirono una pista da pattinaggio sul ghiaccio: Iceland, che esiste ancora oggi a Paramount, nella contea di Los Angeles, ed è gestita dagli eredi Zamboni. Un’area enorme di circa 1.850 metri quadri) che può ospitare contemporaneamente 800 persone. La conoscenza del ghiaccio e della sua produzione artificiale permette a Frank di capire come renderlo perfettamente liscio eliminando le increspature in prossimità dei tubi refrigeranti. La sua sottile lastra ghiacciata è uno specchio lucido ideale per gli amanti del pattinaggio.
Ma chi pattina sul ghiaccio lo sa bene: la superficie si rovina con i continui passaggi delle lame. Averne 1.600 che scivolano contemporaneamente è una sfida: a quei tempi riportare la superficie perfettamente liscia è un lavoro che impiega 5 persone e dura quasi due ore. Un tempo morto insopportabile per chi gestisce un impianto, una chiusura della pista troppo lunga per chi desidera pattinare. Così Frank pensa a un macchinario per accelerare la manutenzione e nel 1949 è pronto un prototipo. Serve una sola persona per manovrarlo e l’operazione dura 10 minuti. Una rivoluzione e un mezzo più unico che raro, perché è in uso solo nell’impianto della famiglia a Paramount.
Il mezzo ha un doppio asse recuperato da camion, quindi quattro ruote e tutte sterzanti per ridurre il raggio di curva. Una lama posizionata in diagonale raschia il ghiaccio manovrabile dal conducente. Un serbatoio vuoto per recuperare gli scarti e un serbatoio di acqua calda che bagna la superficie per riempire buchi e solchi uniformandosi al ghiaccio sul fondo. Nasce così il “Model A Zamboni Ice Resurfacer”, che viene brevettato nel 1953 con il numero 93.478 presso lo United States Patent and Trademark Office. Inizialmente Frank vuole chiamare l’azienda “The Paramount Engineering Company”, ma il nome è già depositato e quindi opta per il suo cognome, che è piuttosto esotico per gli americani “Zamboni”.
Olimpiadi, hockey e tanti premi
Ed entra nella leggenda, perché “la Zamboni” vince premi ed è ammirata dagli addetti ai lavori. Nel 1950 vende ben quattro modelli clienti privati. Tra loro anche la norvegese Sonja Henie, stella del pattinaggio artistico e vincitrice di tre olimpiadi nel 1928, 1932 e 1936: ne vuole una per sistemare il ghiaccio nel suo show a Chicago. E così anche la locale squadra di hockey della NHL, i Black Hawks, si convincono che anche a loro ne serve una. Nel 1954, ormai alla quarta generazione, la Zamboni acquisisce l’aspetto standard che conosciamo anche oggi. La squadra di hockey dei Boston Bruins, nella lega NHL, ne ordina una a Frank e con personalizzazione: gialla e nera come i colori sociali.
Frank muore nel 1988 e il Los Angeles Times lo ricorda così nel suo necrologio: “Frank Zamboni, che ha dato il suo nome particolare a una stravagante macchina è parte dell'esclusivo vernacolo dei fan dell'hockey e degli appassionati dei "Peanuts", è morto mercoledì. Aveva 87 anni”. L’azienda è rimasta nelle mani della famiglia e continua a produrre macchinari per lisciare il ghiaccio. Il quotidiano losangelino inoltre ricorda che, alla data della morte di Frank, la Zamboni aveva venduto più di 4.000 modelli in 33 paesi nel mondo e due erano in uso anche a Cuba e nell’Unione Sovietica, nonostante la Guerra Fredda. Il costo di una Zamboni? Da 4.000 a 40.000 dollari. E poi, continua il Los Angeles Times, c’è il legame tra Zamboni e i lettori dei Peanuts: “Charles Schulz, l'artista che ha creato il delizioso mondo dei fumetti di Charlie Brown e dei suoi amici, è un vecchio giocatore di hockey che possiede la sua pista di pattinaggio a Santa Rosa. Quindi è stato naturale che introducesse la Zamboni nelle sue storie a fumetti”.
A MilanoCortina 2026 l’hockey su ghiaccio andrà in scena nel capoluogo lombardo con il torneo maschile e femminile al PalaItalia di Santa Giulia e alla Milano Hockey Arena di Lampugnano insieme al para-hockey, mentre il pattinaggio di figura e lo short-track saranno al Forum di Assago.