AGI - Alla riunione dei ministri degli Esteri del G7, in corso in Canada fino al 14 marzo a Charlevoix, in Quebec, l'Italia, insieme al Regno Unito, introdurrà la sessione sulla cooperazione per garantire la pace e la sicurezza in Africa. Si discuterà anche del futuro della piattaforma, della situazione nell'Indo-Pacifico, del conflitto in Ucraina, della stabilità nelle Americhe, del ruolo del G7 in Medio Oriente, della sicurezza marittima e della cooperazione strategica.
L'Africa è un tema centrale per il governo italiano, che ne ha fatto una delle priorità della sua presidenza del G7 lo scorso anno. In Canada sarà fatto un punto sulle situazioni di vulnerabilità e sulle opportunità di una cooperazione approfondita per affrontare le cause profonde dell'instabilità. A questo proposito, possiamo aspettarci che il ministro degli Esteri Antonio Tajani aggiorni i suoi omologhi sugli sviluppi del Piano Mattei, lanciato ufficialmente all'inizio del 2024 in occasione del Vertice Italia-Africa. Il piano, con un bilancio iniziale di circa 5,5 miliardi di euro, è già in fase di attuazione attraverso progetti pilota in nove paesi: Algeria, Congo, Costa d'Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia. Il 9 gennaio, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato l'espansione ad altri cinque Paesi nel corso del 2025: Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal. L'Italia è il primo Paese europeo di destinazione dei movimenti migratori, in particolare sulla rotta del Mediterraneo centrale, e l'importanza della cooperazione con l'Africa emerge anche dall'analisi dei flussi migratori, nella ricerca di soluzioni strutturali e condivise con i Paesi di origine e di transito.
Uno dei temi in discussione alla riunione ministeriale in Canada sarà il futuro stesso del G7, in occasione del 50° anniversario della sua fondazione: nato come piattaforma di cooperazione economica e finanziaria, il Gruppo ha progressivamente ampliato i suoi obiettivi fino a diventare, oggi, la piattaforma dove le più importanti democrazie liberali affrontano le principali questioni geopolitiche. Tra queste, naturalmente, l'Indo-Pacifico, altro tema all'ordine del giorno, alla luce delle tensioni tra la Cina e diversi altri Paesi della regione, dei progressi del programma balistico e nucleare della Corea del Nord e del rafforzamento della cooperazione militare tra la Corea del Nord e la Russia, nonché del continuo e sanguinoso conflitto in Myanmar.
L'incontro sarà un'importante occasione per discutere della situazione in Ucraina e della possibilità di un accordo di pace con la Russia, con un confronto diretto tra gli Stati Uniti e gli altri membri del G7 dopo i recenti colloqui americano-ucraini a Gedda, in Arabia Saudita, e l'apertura di Kiev a un cessate il fuoco di 30 giorni. A questo proposito, il ministro Tajani sottolineerà la necessità di mantenere l'unità transatlantica per raggiungere una pace giusta e duratura che garantisca l'indipendenza dell'Ucraina e la sicurezza del continente europeo. Particolare attenzione sarà rivolta anche al tema della ricostruzione, in vista della conferenza che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio.
L'attenzione sarà rivolta anche alle Americhe, per esplorare possibili aree di collaborazione con l'obiettivo di rendere l'America Latina più prospera, sicura e stabile. La lotta alla criminalità organizzata e al narcotraffico rimane una priorità per l'Italia, la cui esperienza può essere condivisa con altre regioni colpite da questo fenomeno. L'attenzione è indirizzata soprattutto al Venezuela, dopo il mancato riconoscimento internazionale del risultato ufficiale delle elezioni presidenziali di luglio, e ad Haiti, teatro di una grave crisi umanitaria e di sicurezza.
I ministri discuteranno anche del ruolo del G7 in Medio Oriente, con particolare riferimento all'emergenza umanitaria a Gaza (l'Italia è in prima linea con l'iniziativa “Food For Gaza”), in Libano e in Siria. Particolare attenzione sarà dedicata alla sicurezza marittima e alla libertà di navigazione, dal Mar Cinese Orientale e Meridionale al Mar Rosso e al Canale di Suez.
Infine, la cooperazione strategica: è previsto uno scambio di opinioni sulla recente cooperazione tra Russia, Cina, Corea del Nord e Iran e sull'interconnessione tra la sicurezza euro-atlantica e quella indo-pacifica. Infine, è probabile che i ministri degli Esteri del G7 discutano del futuro delle relazioni commerciali internazionali, alla luce dei dazi annunciati dagli Stati Uniti dopo l'insediamento del presidente Donald Trump, anche se il tema non è ufficialmente in agenda.