AGI - La Libia potrebbe procedere a ulteriori deportazioni forzate di migranti se il sostegno internazionale alle operazioni di rimpatrio volontario si rivelasse insufficiente. Lo ha annunciato il ministro degli Interni del Governo di accordo nazionale libico, Imad Trabelsi, in una conferenza stampa tenutasi ieri a Tripoli. L'esecutivo riconosciuto dall'ONU ha citato le difficoltà finanziarie che la Libia incontra nel gestire il rimpatrio dei migranti, in particolare quelli provenienti dai paesi dell'Asia e dell'Africa subsahariana."Gli Stati Uniti hanno già iniziato con le deportazioni forzate dei migranti illegali e ogni nazione ha il diritto di proteggere i propri territori e le proprie risorse", ha affermato il ministro, invitando i paesi europei a impegnarsi maggiormente per sostenere il rimpatrio volontario dei migranti. Il mese scorso, in condizioni difficili, almeno 600 migranti nigerini sono stati espulsi dalla Libia, scatenando le critiche dell'ONU e delle ONG che hanno denunciato "un'espulsione di massa", esprimendo seri timori per il rispetto dei diritti umani.
Nel corso della conferenza stampa, Trabelsi ha escluso anche la possibilità che la Libia diventi un Paese di insediamento per i migranti e ha annunciato l'organizzazione di un volo previsto per domani per trasferire 139 profughi in Italia, nell'ambito di un corridoio umanitario. Il ministro ha inoltre esortato gli altri Paesi europei a seguire l'esempio dell'Italia nel ricollocare migranti e rifugiati o agevolarne il rientro nei Paesi di origine. Trabelsi ha poi rivelato che la Libia ospita "oltre tre milioni di migranti irregolari", sottolineando l'impatto negativo di questa situazione sui cittadini libici, in particolare nei settori alimentare e sanitario.
Tuttavia, secondo l'ultimo rapporto pubblicato dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), tra agosto e ottobre 2024 in Libia sono stati registrati 787.326 migranti: la maggior parte, il 78%, sono uomini adulti, mentre l'11% sono donne adulte. I minori rappresentano l'11% del totale, di cui il 4% è costituito da minori non accompagnati. La maggior parte dei migranti si trova nella parte occidentale del Paese (54%), il 34% nella parte orientale e il 12% in quella meridionale.
Il ministro del governo di accordo nazionale libico ha anche annunciato l'intenzione di organizzare una conferenza internazionale dopo il mese sacro del Ramadan, che inizia a marzo, per ottenere supporto nella gestione del rimpatrio volontario. Ha inoltre sottolineato l'importanza di contrastare le bande di trafficanti di esseri umani che operano a livello transnazionale in Europa e in Africa. Le autorità di Tripoli hanno già organizzato per il 17 luglio 2024 il Trans-Mediterranean Migration Forum (Tmmf), una conferenza sulla lotta all'immigrazione illegale su iniziativa del governo di unità nazionale del primo ministro Abdulhamid Dbeibah, a cui ha partecipato, tra gli altri, la premier Giorgia Meloni. Ieri il ministro Trabelsi ha incontrato l'ambasciatore italiano in Libia, Gianluca Alberini, per chiedere il sostegno dell'Italia nel facilitare il rimpatrio volontario dei migranti nei loro paesi di origine. Nel corso dell'incontro, Trabelsi ha sottolineato "l'importanza del sostegno italiano non solo alle operazioni di rimpatrio, ma anche al rafforzamento delle capacità delle forze di sicurezza libiche nella lotta all'immigrazione irregolare".