AGI - L'Italia punta sulle energie rinnovabili e sulla filiera industriale marittima per sviluppare appieno il Piano Mattei per l'Africa. Lo ha spiegato il ministro per l'Impresa e il Made in Italy, Adolfo Urso, che in un'audizione davanti alla Commissione per il contrasto degli svantaggi connessi all'insularità ha sottolineato come le energie rinnovabili marine, in particolare l'eolico offshore, il fotovoltaico e la geotermia, stiano diventando “un'industria sempre più rilevante”. Anche se gas e petrolio sono destinati a “rimanere necessari nel mix energetico nazionale ancora per qualche tempo”, per Urso è fondamentale puntare sulle rinnovabili marine per dare impulso alla transizione ecologica dell'Italia.
È necessario un “programma di sviluppo industriale specifico per le regioni insulari”, che si concentri su settori chiave come “l'economia blu e il turismo marittimo”, ha affermato, ricordando che il governo italiano ha già stanziato più di 20 miliardi di euro per sostenere le imprese, con misure fiscali automatiche per incoraggiare gli investimenti innovativi.
Il ministro delle Imprese ha spiegato che grazie alle nuove tecnologie è ora possibile progettare parchi eolici offshore “anche in acque profonde”, aprendo così opportunità “non solo per la produzione di energia pulita, ma anche per lo sviluppo di un’intera filiera legata alle piattaforme galleggianti”. L’iniziativa, sottolinea ancora Urso, è in linea con le aspettative delle isole stesse, che vedono il settore marino tra “i più promettenti e da sviluppare”, nel loro ventaglio di progetti legati alla pesca e all’acquacoltura, alla nautica da diporto e all’economia balneare.
A questo proposito, Urso ha ricordato un recente contratto siglato da Fincantieri per la costruzione di navi da crociera. “Questo progetto rappresenta un’opportunità strategica per le isole italiane – ha detto – a patto che vengano effettuati investimenti adeguati in progettazione e nuove tecnologie”. Per il ministro è quindi necessario rafforzare l’offerta turistica integrata del mare e del Made in Italy, “che si caratterizzi per sostenibilità, qualità e forte integrazione con i settori industriale, culturale e audiovisivo”. In quest’area, ha specificato Urso, c’è “un potenziale enorme di ‘soft power’, espresso non solo in una dimensione nazionale ma anche euromediterranea”: il “Made in Italy” è strettamente legato alla qualità della vita e alla dieta mediterranea, alle scienze della vita e perfino al turismo per gli anziani, ha affermato il ministro, per il quale però “solo un ruolo attivo dello Stato può consentire di modificare la condizione di svantaggio delle isole” in termini di sviluppo economico.
"Solo un'iniziativa attiva dello Stato può consentire l'inversione delle condizioni di vantaggio dell'isola. È essenziale che le regioni insulari possano contare su un programma preciso di sviluppo industriale ed economico, che evidenzi le opportunità offerte dalla Blue Economy, dalle nuove tecnologie e dalla rivoluzione digitale", ha scritto Urso su X.