AGI - I ministri degli Esteri del Quintetto - composto da Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Italia - si riuniscono per fare il punto sulla situazione in Siria, a un mese dalla caduta del regime di Bashar al Assad.
L'incontro, promosso dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, si tiene a Villa Madama, edificio cinquecentesco che domina Monte Mario, a Roma. Un incontro che si svolge in un momento di relativa “distensione” da parte della comunità internazionale nei confronti della nuova amministrazione siriana, guidata da Ahmed al Sharaa (Abu Mohammad al Jolani) leader del gruppo jihadista di ispirazione salafita Hayat Tahrir al Sham (Hts, designato come organizzazione terroristica da Unione Europea e Stati Uniti).
All'incontro, presieduto dallo stesso Tajani, parteciperanno anche il segretario di Stato americano Antony Blinken e l'Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera e di sicurezza comune Kaja Kallas. Al centro delle discussioni ci saranno l'operato del governo di transizione e le sfide che attendono la Conferenza di dialogo nazionale annunciata dalle autorità de facto, nonché la stesura di una nuova Costituzione, l'integrazione di tutte le componenti della società siriana e la ripresa economica del Paese.
L'altro ieri, durante il question time alla Camera dei Deputati, Tajani ha annunciato che tra una settimana - per la precisione venerdì prossimo - andrà in missione a Damasco per annunciare “un primo pacchetto di interventi di cooperazione allo sviluppo che coinvolgerà le organizzazioni della società civile italiana”. “Siamo impegnati sul fronte dei rifugiati e vogliamo favorire il loro rientro volontario in Siria in modo sicuro e dignitoso”, ha aggiunto il capo della Farnesina, che a Damasco incontrerà anche rappresentanti della società civile e del mondo cristiano per ribadire il suo sostegno.
L'Italia “è al fianco del popolo siriano per promuovere la stabilizzazione politica. È essenziale preservare la sua integrità territoriale e impedire che il suo territorio venga sfruttato da organizzazioni terroristiche e attori ostili”, ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio. Durante la sua visita a Damasco, Tajani ribadirà inoltre alle autorità siriane “l'importanza di un processo politico inclusivo che possa garantire le libertà fondamentali di tutti i siriani e riconoscere e rafforzare il ruolo dei cristiani come cittadini a pieno titolo”.
Nel suo intervento, Tajani ha anche ribadito che “l'Italia sta svolgendo un ruolo di primo piano nel processo di transizione anche grazie alla nostra presenza diplomatica. È infatti "l'unico Paese del G7 ad avere un'ambasciata operativa a Damasco. Per mesi abbiamo chiesto all'Unione Europea di accendere i riflettori sulla Siria e i fatti ci hanno dato ragione. Abbiamo agito con rapidità e visione strategica”, ha dichiarato il ministro.
Nell'ambito delle iniziative italiane a seguito della “brutale dittatura di Assad”, la cui fine “rappresenta una svolta storica per la Siria e per il Medio Oriente”, dal 22 al 24 dicembre l'Italia ha inviato una delegazione diplomatica a Damasco per discutere l'avvio del processo di transizione verso la ripresa economica e le misure di assistenza alla popolazione civile, ha ricordato Tajani.
La transizione politica in Siria “è una sfida cruciale per la sicurezza del Mediterraneo, anche in un'ottica di prevenzione e gestione dei flussi migratori. L'Italia continuerà a essere in prima linea per la stabilità della Siria e dell'intero Medio Oriente”, ha concluso Tajani.