AGI - Di fronte all’emergere di giunte golpiste in Mali, Burkina Faso e Niger, e al loro progressivo allontanamento dall’orbita occidentale, l’unica “strategia vincente” è quella del dialogo. Ne è convinta Emanuela Del Re, rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel: di ritorno da una visita in Mauritania e Mali, e alla vigilia della partenza per Burkina Faso e Ciad, l'ex vice ministro degli Esteri italiano ha condiviso i suoi pensieri sugli ultimi sviluppi nel Sahel. A N'Djamena la Del Re ha organizzato un incontro con gli inviati speciali per il Sahel dei Paesi dell'Unione Europea, oltre agli omologhi di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Norvegia, Svizzera e Giappone, con la collaborazione della rotazione ungherese presidenza del Consiglio dell’Unione europea.
“Credo che il dialogo sia l’unica strategia in grado di tutelare gli interessi dell’Ue e prepararla ai cambiamenti futuri. Tuttavia, questa convinzione, condivisa dalle Nazioni Unite e da altri attori importanti come la Banca Mondiale, non è particolarmente apprezzata da alcuni Paesi. Ma credo fermamente nel dialogo e che questo approccio tuteli anche gli interessi della Francia, che attualmente sta attraversando un periodo molto difficile nel Sahel. Credo, anche controcorrente, che questa sia l’unica strategia”, ha ribadito la rappresentante speciale.
Una posizione sostenuta in maniera “molto convinta” dalla Del Re, consapevole che questa determinazione potrebbe nuocerle, “perché non sempre le azioni politiche coerenti e coraggiose vengono premiate”. “A volte – ha proseguito – ci si rende conto dell'opportunità delle azioni solo molto più tardi. Aspetto il momento in cui ci renderemo conto di quanto sia corretta la strategia di dialogo in cui credo fermamente. La mia idea di proseguire il dialogo con questi Paesi è assolutamente essenziale per tutelare gli interessi dell’UE e anticipare le trasformazioni e i cambiamenti che costantemente avvengono e di fronte ai quali dobbiamo essere assolutamente convinti di restare il principale partner di i paesi del Sahel”.
In Mali, la Del Re ha incontrato il Ministro degli Esteri Abdoulaye Diop e il Ministro della Diaspora maliana Mossa Ag Attahersur, con i quali ha discusso le principali questioni regionali.
“Il Mali deve restare al centro delle nostre politiche, non possiamo pensare di cancellarlo dalla mappa, e loro stessi si rendono conto che senza i rapporti con un partner importante come l’Ue non andranno da nessuna parte”, spiega Del Re. Sul versante maliano, è stato espresso il desiderio di trovare soluzioni per mantenere il partenariato con l'Ue.
“Quello che è certo è che se non vediamo aperture da parte loro, non saremo in grado di continuare con lo stesso volume costante di sostegno ottenuto finora. Ma da questo punto di vista, ho visto dei progressi", ha continuato l'alto funzionario, citando l'esempio della recente acquisizione da parte del Consiglio nazionale di transizione maliano (CNT) della revisione del sistema elettorale, che dovrebbe dare avvio al processo di organizzazione del voto futuro, al termine della transizione. “Da questo punto di vista si vedono alcuni spiragli di speranza. Ho sempre chiesto un ritorno all'ordine costituzionale, perché è fondamentale che ci sia un sistema legittimo di governo che ci permetta di realizzare progetti a lungo termine Se rimaniamo nell’incertezza, continuare a investire nel Paese diventa difficile”, ha concluso.