L’eco della crisi alimentare rimbalza a Roma
AGI – Il cibo, a parole ritenuto un ‘diritto’, è un problema per oltre 2,5 miliardi di persone, quasi un terzo del Pianeta. È la realtà fotografata dal Forum Mondiale dell'Alimentazione che ha preso il via lunedì, alla sede dell'Agenzia Onu per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) di Roma, con l’obiettivo di sviscerare il tema “Cibo buono per tutti, per oggi e per domani”, il filo conduttore dell’edizione 2024, con una fitta agenda di conferenze e tavole rotonde in programma fino a venerdì.
Qu Dongyu, "agire oggi per incidere sul futuro"
“Le azioni che compiamo oggi avranno un impatto diretto sul futuro", ha esordito Qu Dongyu, Direttore Generale della Fao, aprendo i lavori del Forum con un invito rivolto ai decisori politici e alle istituzioni internazionali a riflettere come il tema del cibo rifletta il cuore della missione della Fao riunendo in se' l'importanza dei quattro imperativi: una migliore produzione, una migliore nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore, "senza lasciare indietro nessuno”, ha aggiunto Qu Dongyu chiedendo di rafforzare i sistemi agroalimentari per migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale.
Per l'OMC é ora di riformare il commercio agricolo
Secondo Ngozi Okonjo-Iweala, direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc), il Pianeta ha di fronte a sé una serie di sfide cruciali che si riflettono direttamente sulla sicurezza alimentare globale. Tra queste, il cambiamento climatico e le iniquità commerciali che stanno penalizzando soprattutto le economie più deboli dell’Africa e dell’Asia meridionale. È quindi necessaria, ha affermato, “una riforma del commercio agricolo attraverso l’Omc per rendere i sistemi agroalimentari più resilienti e sostenibili”.
Lollobrigida, "il mondo è lontano dagli obiettivi che si era fissato"
Il Forum Mondiale dell’Alimentazione ha peraltro coinciso con le celebrazioni della Giornata mondiale dell’alimentazione quest’anno dedicata (in linea con il tema del Forum) al “Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori” e celebrata con una serie di eventi di sensibilizzazione in tutto il mondo oltre che con un evento ad hoc al quartier generale della Fao. In questo contesto è intervenuto anche il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, esortando la platea a impegnarsi per garantire cibo di qualità per tutti. “Siamo ancora lontani da raggiungere i target che ci eravamo posti, non basta garantire l’accessibilità, bisogna che il cibo sia anche di qualità”, ha constatato Lollobrigida sottolineando l’urgenza “oggi più che mai” di lanciare nuove iniziative per “accelerare la trasformazione dei sistemi alimentari per renderli più saldi e resilienti”. Il ministro ha approfittato del palco per chiarire anche un tema centrale per il governo come quello della sovranità alimentare che “non significa che bisogna chiudere i mercati internazionali, che devono essere invece regolamentati”, ha precisato, ma piuttosto che le nazioni pongano al centro dei sistemi e delle politiche alimentari le aspirazioni e le esigenze di coloro che producono, distribuiscono e consumano cibo, anziché le richieste dei mercati e delle società.
Africa: senza infrastrutture i sistemi produttivi alimentari non continueranno a crescere
Oltre alle massime cariche delle organizzazioni internazionali e delle Ong, sono intervenuti al Forum anche i leader di Liberia, Lesotho ed Eswatini mettendo l’accento su come i Paesi africani stiano lottando per raggiungere l'obiettivo della fame zero, nonostante i conflitti perduranti, gli strascichi della pandemia, il rischio di nuove epidemie e gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. “Se assistiamo oggi a un certo sviluppo dei nostri prodotti alimentari, dobbiamo anche sapere che questo non sarà possibile a lungo senza le infrastrutture necessarie: strade, magazzini e TIC, per citarne alcune”, ha evidenziato per esempio il re dell'Eswatini, Mswati III.
340 milioni di africani nell'insicurezza alimentare
Stando a un nuovo rapporto della Fao basato su dati del 2023 e diffuso nelle giornate del vertice, solo nel continente africano oltre 340 milioni di persone vivono in uno stato di grave insicurezza alimentare, una condizione che, secondo gli standard della Fao, implica la mancanza di accesso stabile e diffuso a cibo e acqua per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l'organismo necessita per vivere, in adeguate condizioni igieniche. In tutto il mondo 733 milioni di persone soffrono la fame a causa di conflitti armati, ricorrenti shock climatici e crisi economiche che hanno avuto ricadute drammatiche sulle fasce povere e più vulnerabili della popolazione. Questa situazione, hanno convenuto gli esperti, accentua le disuguaglianze a livello regionale e, infatti, la percentuale della popolazione afflitta dalla fame continua ad aumentare in Africa, tuttora il Continente con la più alta incidenza della fame: qui 1 persona su 4 soffre di malnutrizione, mentre l’incidenza della fame cronica sembra essersi ‘stabilizzata’ in Asia. Sulla scorta dei dati sui prezzi dei generi alimentari e grazie ai miglioramenti metodologici introdotti, un altro rapporto ha rivelato che, nel 2022, oltre 2,8 miliardi di persone non hanno potuto permettersi un’alimentazione sana e, anche in questo caso, è emerso che il problema colpisce soprattutto i Paesi a basso reddito, dove il 71,5 % della popolazione non ha accesso a una dieta sana, rispetto al 6,3% degli abitanti dei Paesi ad alto reddito.
Verso il 2030 con oltre 500 milioni di 'sottoalimentati cronici'
Se queste tendenze continueranno, secondo gli esperti nel 2030 ci saranno circa 582 milioni di sottoalimentati cronici, la metà dei quali in Africa. Trovare risposte concrete per evitare il crollo del sistema alimentare globale è quello su cui stanno lavorando a Roma gli economisti delle organizzazioni internazionali, i giovani innovatori con gli investitori e i decisori politici. Mentre il mondo è alle prese con le guerre e i cambiamenti climatici, nella Capitale italiana ci si confronta su come realizzare sistemi agroalimentari globali sostenibili e inclusivi, identificare progetti di grande impatto per aumentare la sicurezza alimentare e, non da ultimo, definire meccanismi di finanziamento sostenibili e strategie di investimento per garantire risorse adeguate e raggiungere gli obiettivi alimentari globali.