AGI - Il Grande Tempio di Roma, la più grande Sinagoga della Capitale, è stato teatro della prima commemorazione degli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Una delle pagine più drammatiche della storia di Israele è stata rievocata dalle più alte cariche statali, da esponenti dell'opposizione e da diverse confessioni religiose, senza dimenticare gli oltre 100 ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e con la speranza che la spirale di violenza e l’antisemitismo che stanno infiammando il Medio Oriente e l’Occidente possa spegnersi presto.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con una folta delegazione di ministri del governo, è intervenuta per ascoltare le parole dei massimi rappresentanti della comunità ebraica. Secondo le parole della presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche, Noemi Di Segni, quello che è accaduto il 7 ottobre è un'offesa a “un intero popolo che ha sempre voluto ispirare le proprie azioni a questo imperativo di vita che la nostra fede ci trasmette da millenni”. Una ferita che porta con sé “paura e angoscia di fronte al futuro incerto di un'intera regione di cui seguiamo ora per ora l'evoluzione”
Thank you, Prime Minister @GiorgiaMeloni, for your solidarity and support for Israel and its right to self-defense.
— Jonathan Peled (@JonathanPeled) October 7, 2024
Let us not be fooled: this is a war that Israel is also fighting for Italy and the entire West, against radical Islam. pic.twitter.com/IxLXINXC4C
L'ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled, ha riaffermato il diritto del suo Paese a difendersi: "Nessun paese civile al mondo potrebbe accettare o tollerare" un simile attacco, ha detto. In questa guerra tra "barbarie e moralità", Israele combatte "non solo per se stesso, ma anche per l'Europa, l'Italia e l'Occidente, contro l'Islam radicale", ha aggiunto l'ambasciatore, spiegando che la guerra non è "contro il popolo palestinese o il popolo libanese, ma contro Hamas e Hezbollah."
Israele, ha assicurato l’ambasciatore, “non ha alcun interesse in una guerra totale”. Ma proprio il diritto di difendere Israele, secondo il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, ha riportato in auge “vecchi pregiudizi antiebraici” e “un antisemitismo atavico”. Tesi condivisa anche dal rabbino capo Riccardo Di Segni, convinto che l'attentato del 7 ottobre abbia provocato "un'ebbrezza collettiva che ha oscurato le menti di molti", vista la "celebrazione del terrorismo come atto rivoluzionario" che, secondo lui, in corso.
Cerimonia di commemorazione al Tempio Maggiore a un anno dal #7ottobre alla presenza del Premier @GiorgiaMeloni, Ministri @piantedosim, @G_Valditara e altri esponenti politici e rappresentanti di Governo. pic.twitter.com/UkKe0twEZK
— Comunità Ebraica di Roma (@romaebraica) October 7, 2024
Quanto accaduto “non è un episodio isolato”, ma la continuazione “di una storia in forme nuove ma sempre con lo stesso significato: l'espressione di un odio cieco e insensato che spesso ci lascia soli”. E in questo la colpa è anche delle organizzazioni internazionali che “dovrebbero essere super partes e sono diventate cassa di risonanza dei più palesi pregiudizi antisemiti, utilizzando due pesi e due misure”. Nonostante la preoccupazione per l’attuale situazione internazionale, Noemi Di Segni ha lanciato un sincero appello per la liberazione dei 101 ostaggi israeliani, “che venga ripristinata la sicurezza e rafforzata la fiducia negli altri”. È qui che potrebbe avere inizio la pace