AGI - Un clima da sagra paesana, con stand pieni di zuppe speziate, tofu, uova, arachidi, bevande esotiche, biscotti tradizionali, stoffe pregiate, borse di alta moda, centinaia di visitatori, le bande di musica tipica, il palco con gli interventi, le foto ricordo, la riffa per l’estrazione dei premi.
Solo che tutto questo non era in un borgo rurale ma in uno dei luoghi più inaccessibili al mondo: il Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite, nel cuore di Manhattan. L’obiettivo di questo evento così insolito per lo scenario dell’Onu era, in realtà un’iniziativa globale nel segno della solidarietà: alcuni Paesi membri, dal Marocco all’Indonesia, dall’Iran al Vietnam, l’Olanda, la Grecia, Cuba, Giappone, e tanti altri, hanno messo in vendita i loro prodotti tipici per raccogliere soldi da destinare in beneficenza.
Quest’anno i fondi verranno destinati a progetti umanitari in Turchia, Siria, Ucraina e a iniziative Unicef in Africa. I visitatori sono potuti entrare attraverso un ticket che era stato assegnato loro attraverso gli accrediti. Ognuno di loro doveva essere inserito nella lista ufficiale mostrata dai Paesi membri e passare attraverso i severi controlli previsti all’ingresso.
Ma il clima, lungo il piazzale d’ingresso del Palazzo di Vetro, e all’interno, era molto solidale, amichevole e festoso. Da anni l’Italia partecipa con un proprio stand, il quale è considerato all’unanimità il più popolare e ricercato, perché mette a disposizione prodotti alimentari di alta qualità, vino, olio, sale, oltre a articoli d’alta moda.
L’evento è tornato dopo la pausa legata alla pandemia da Covid. L’ultima volta era stato nel 2019. Gli stand sono stati aperti alle 10 di mattina. Quattro ore dopo, quello italiano era quasi vuoto. Nell’edizioni passate l’Italia aveva raccolto più di seimila euro, una delle cifre più alte tra i vari stand, soldi che sono stati devoluti tutti in beneficenza.