C he tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini potesse nascere un’intesa, TvBoy lo aveva intuito già lo scorso 23 marzo, quando li ha ritratti avvinghiati in un bacio appassionato sui muri di Roma, nei pressi del Parlamento. L’opera, intitolata “Amor populi”, è stata subito rimossa ma ciò non è bastato a cancellarla dalla memoria, al punto che quel bacio è ormai diventato il simbolo del governo giallo-verde che i due leader stanno mettendo in piedi.
Che sia un’immagine potente non stupisce, dopotutto il suo autore non è certo un novellino. Una prova su tutte? E’ soprannominato il Banksy italiano della street art. Ma chi è davvero Tv Boy? Dietro lo pseudonimo dedicato a uno dei suoi primi personaggi si nasconde Salvatore Benintende, artista neo-pop nato a Palermo il 16 luglio del 1980. Poco dopo la sua nascita, i genitori si trasferiscono a Novate Milanese.
La nascita di “TvBoy”
A 16 anni fa il suo esordio sulla scena dell'arte urbana con i primi graffiti tradizionali e i primi esperimenti di lettering sotto lo pseudonimo di “Crasto”. Nel 1999 si iscrive alla Facoltà di Design Industriale di Bovisa Politecnico di Milano e nel 2002 frequenta per un anno la Facoltà di Belle Arti di Bilbao.
Al suo rientro in Italia dopo l'esperienza di studio nella capitale basca la Facoltà di Design di Milano ospita una mostra, nella quale compare per la prima volta il personaggio di “Tvboy”: bambino ispirato allo stile dei cartoon con la faccia dentro uno schermo televisivo.
In quell'occasione utilizza come supporto dei vecchi televisori abbandonati, dipingendo sugli schermi i volti di amici e personaggi dello spettacolo con la tecnica dello stencil. A partire da quella mostra, che riscuote un discreto successo fra gli studenti della facoltà, la definizione di “the tvboy”, il ragazzo della televisione, si aggiunge nella firma dell'artista al nome di Crasto, diventando così “Crasto the tvboy”. Nel periodo tra il 2003 il 2004 Tvboy diffonde le proprie opere nelle principali città italiane, come Milano, Firenze e Roma, e poi internazionali.
La consacrazione
Nel 2004 si laurea in Disegno Industriale con specializzazione in Graphic Design presso il Politecnico di Milano e subito dopo visita Barcellona per la prima volta, restando colpito e affascinato dalla vivace scena artistica della capitale catalana. Nel 2005 Tvboy si trasferisce definitivamente a Barcellona, dove tuttora risiede e ha il proprio studio di design.
Gli anni successivi sono quelli della consacrazione con opere e mostre in tutto il mondo da Verona a Beirut fino a L’Avana, passando per Berna. Nel 2008 il marchio Tvboy viene registrato a livello nazionale e internazionale, e l’artista dà il via a una serie di collaborazioni con diversi brand commerciali per lo sviluppo di capi di abbigliamento e accessori, ma anche nel settore delle automobili, degli elettrodomestici, della scolastica e dell'editoria, come Fiat, Nescafè, la Rinascente, Seven, Cosimo Panini.
A chi si ispira
Lo stile di TvBoy è influenzato sensibilmente dal movimento della Pop Art statunitense, in particolare da Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Keith Haring, e da quella italiana, attraverso le opere di Mario Schifano. TvBoy trae ispirazione anche dai fumetti, dai manga giapponesi e dai comics americani. Per i critici sono evidenti le affinità con i Peanuts di Charles Schulz e con Calvin & Hobbes di Bill Watterson, ma anche con la corrente giapponese del Kawaii e con la subcultura Otaku, soprattutto con lo stile sviluppato nella factory Kaikaii Kiki dell'artista Takashi Murakami.
Il bacio e le altre opere ‘scomode’
Il bacio tra Salvini e Di Maio non è l’unica delle opere di TvBoy ad essere cancellate dai muri perché ritenute inappropriate. Prima dei due politici ad andare via con un colpo di vernice era stato Papa Francesco, ritratto a Pompei con un cartello con l’immagine di un cuore arcobaleno, simbolo dell’orgoglio gay, e la scritta “Love wins. Stop homophobia!”. La scelta del luogo non è casuale: il 30 giugno l’antica città campana ospiterà il Gay Pride.
Tra le provocazioni di TvBoy è finita anche Giorgia Meloni ritratta con in braccio un bimbo africano. All’opera è toccata la stessa sorte degli altri murales ma lei, leader di FdI e soggetto della creazione, non ha apprezzato la rimozione e in post su Instagram ha definito il murale “una bella opera d'arte. Da mamma e da militante, non mi stancherò mai di difendere la solidarietà dalla speculazione, il rispetto dell'altro dal buonismo cinico e corrotto dei soliti noti. P.S. Mi dispiace che invece di coprire scarabocchi di ogni genere, il murale sia stato coperto a tempo di record”.
TvBoy, il writer che ci mette la faccia
A differenza di Banksy e di altri colleghi writer, TvBoy non ci pensa minimamente a nascondere la sua vera identità. E il motivo lo ha spiegato lui stesso in un’intervista a Quotidiano.net: “Mi interessa il messaggio, più che creare un alone di mistero su di me. Sanno chi sono e io so che faccio. E proprio per questo, sapendo di giocare sul crinale tra ciò che è legale e ciò che invece viene considerato illegale, mi sono affidato a uno studio di avvocati. Sono loro che mi difendono quando arrivano le multe. Ma resto libero di fare la mia arte. E di provocare, senza nascondermi”.