AGI - I pigiama party sono un rischio per gli adolescenti? L’interrogativo arrovella i genitori americani che condividono tutta la propria incertezza nelle chat per sapere come le diverse e altre famiglie affrontano il problema.
Quesiti e dubbi sono i più diversi: dal “come posso stare tranquillo durante tutta la notte?” a “quanto bene conosciamo gli altri genitori?” oppure “ci sono pistole in casa?” ai dubbi su alcool o droga, “qual è il rischio di esposizione al Covid?”, “ci sono fratelli maggiori in giro?”, infine “i bambini guarderanno YouTube o TikTok tutta la notte?” o anche: “È un raduno per sole ragazze o solo per ragazzi?” Fino all’amletico dubbio di base: “Cosa potrebbe accadere se restano la notte e cosa potrebbero perdere se non lo fanno?”
Del resto, ci sono famiglie per le quali i pigiama party sono fuori discussione: consentire al figlio o alla figlia di pernottare con qualcuno al di fuori della famiglia non è una pratica affatto accettata o concessa. Milioni di genitori postano sotto l'hashtag virale #NoSleepovers mentre altri si rvolgono a TikTok per consultare influencer genitoriali e psicologi che dicono la propria opinione sui pigiama party.
Richiesta di un’opinione dal Washington Post, Mary Alvord, psicologa clinica e saggista con oltre 40 anni di esperienza, non è affatto sorpresa che molti genitori si sentano incerti a fidarsi di altri genitori di altre famiglie tenere i propri figli durante la notte. Nella sua carriere, Alvord ha visto l'ansia dei genitori salire e la pandemia ha esacerbato questa sensazione, dice, “trasformando le interazioni sociali tra le famiglie in rischi più complicati e calcolati”.
Ma ha notato anche un accresciuto senso di cautela tra i genitori anche prima del Covid, con i genitori più coinvolti nel monitorare le esperienze sociali dei propri figli. "È un delicato equilibrio: non puoi e non vuoi mettere i tuoi figli in pericolo", dice. "D'altra parte, non vuoi che abbiano paura dei rischi che sono importanti per farli crescere e andare avanti nella vita, come provare cose nuove, tollerare un certo livello di disagio, spingerli fuori dalla tua zona di protezione".
Secondo il Post, poi, Alvord pensa anche che “i social media abbiano qualcosa a che fare con questo senso di vigilanza amplificato, il fatto che i genitori di oggi siano inondati da un volume travolgente di informazioni e resoconti traumatici di potenziali pericoli. C'è la sensazione ambientale che viviamo in un momento pericoloso per crescere un bambino, dando ai genitori molte ragioni per sentirsi nervosi”.
Tuttavia, secondo Alvord, i bambini possono sviluppare fluidità sociale e resilienza attraverso molti tipi diversi di incontri: "I pigiama party sono solo un modo", dice la psicologa, "e penso che tutti dobbiamo essere sensibili nei confronti dei bambini che potrebbero sentirsi esclusi perché le loro famiglie non sono convinte, ma questo è anche il loro credo familiare". Come sempre, tutto dipende dai genitori… assecondare o meno…