AGI - Tutto più o meno come previsto. Ai The World’s 50 Best Restaurants, la prestigiosa cerimonia di premiazione dei migliori 50 ristoranti al mondo, gli Oscar della cucina, che si è svolta quest’anno a Londra all'Old Billingsgate, l'antico mercato del pesce affacciato sul Tamigi, dopo che era stata fissata lo scorso dicembre la sede di Mosca, disdetta e spostata dopo l’attacco della Russia all’Ucraina, vede sei ristoranti italiani tra i primi 29 posti, di cui tre nei primi dodici.
Al 29esimo posto si è classificato St. Hubertus di Norbert Niederkofler, ristorante di San Cassiano sulle Dolomiti mentre dieci posti prima, al numero 19 si è piazzato il Piazza Duomo di Enrico Crippa, che rispetto all’anno prima ha guadagnato una posizione (era al 18) mentre in 15esima posizione troviamo il Reale dello stellato Niko Romito di Castel di Sangro (era al 28esimo).
Uliassi di Mauro Uliassi a Senigallia si è posizionato invece al 12esimo posto mentre al 13esimo è spuntato Le Calandre della famiglia Alajmo e in ottava pozione s’è affermato Lido 84 dei fratelli Camanini, la vera rivelazione delle ultime edizioni dei 50 Best Restaurants, il quale ha scalato dal 78esimo al 15esimo fino all’ottavo odierno.
Per la cucina italiana è una grande soddisfazione, anche se la giuria si è orientata più sul valorizzare la sperimentazione, il territorio, privilegiando a grandi linee l’Asia.
Nelle prime tre pozioni però troviamo i ristoranti Disfrutar di Barcellona, il Central di Lima e Geranium di Rasmus Kofoed che si trova a Copehagen, al primo posto e dato per favorito sin dalla vigilia di questa ventesima edizione degli Oscar della ristorazione planetaria.
Manifestazione sobria, senza eccessi dopo i due anni di pandemia e di notevoli difficoltà per l’intero settore enogastronomico, durata in perfetto orario, due ore in tutto.