AGI - Nella stagione d’oro dei vini italiani, in questa estate torrida e secca, eccellono i rosati. Che sembrano andare per la maggiore. Una sicura tendenza, come segnala il settimanale “Tre Bicchieri”. Che dal Chiaretto di Bardolino alla Doc Cirò, passando per il Salice salentino, il Cerasuolo d’Abruzzo e i Valtènesi, per molte denominazioni la pandemia non ha affatto intaccato la crescita.
“Ogni anno, infatti, l’Italia produce oltre 2 milioni di ettolitri di vino rosato, con un consumo pro capite di poco più di due litri. Le stime sul consumo a livello mondiale parlano di un aumento del 50% entro il 2035, rispetto ai circa 24 milioni di ettolitri attuali”, secondo l’Osservatorio mondiale dei rosati.
Insomma, il mercato dice che “i rosati tirano”. Anche grazie al ritorno degli stranieri, che sono tornati ad affollare il Belpaese e sono anche i più propensi a coniugare gastronomia con bevande di qualità senza per questo darsi all’ebbrezza.
Questo il trend di crescita: secondo dati forniti da Federalberghi, Nexi e Zucchetti, il turismo di piacere (leisure) a maggio “ha segnato +33,4%, con un +13,5% degli italiani e un +45,8% degli stranieri” mentre in aprile le presenze dei turisti negli alberghi italiani “sono aumentate del 10,5% sul 2019, ma con stranieri in calo del 26,3%”. Cresce anche la spesa dei turisti. I dati di Nexi (su acquisti di italiani e stranieri in hotel) “a maggio 2022 segnano +13,7% su maggio 2019, con +25,6% per gli italiani e +9% per gli stranieri”.
Tant’è che secondo l’osservatorio Confturismo-Confcommercio, “andranno in vacanza circa 28 milioni di italiani (80% in Italia)” mentre l’indice della propensione al viaggio “ha raggiunto a giugno quota 72 su scala da 0 a 100: un punto sopra lo stesso mese del 2019”. Insomma, c’è movimento e ciò fa ben sperare per i consumi, anche di vino, in quanto si stima che verranno spesi “a testa quasi 300 euro per un week end, 540 euro per una vacanza tra 3 e 6 giorni e 1.250 per la vacanza principale, quella di 7 giorni o più, riversando nell’economia nazionale, con i loro acquisti, circa 47 miliardi di euro tutto, compreso”, ovvero trasporto, soggiorno, ristorazione, intrattenimento, shopping.
Dai rose’ chiari alla “tendenza corallo”
In questo quadro, anche i rosati crescono in produzione. Per il Chiaretto di Bardolino, ad esempio, il 2022 è cominciato sotto i migliori auspici perché il tasso di incremento di fine aprile è stato del 16% e a fine maggio la crescita è stata ancora del 7%, con imbottigliamenti cumulati per 4,6 milioni di bottiglie mentre complessivamente grazie proprio ai primi 5 mesi il peso del Chiaretto sul totale della Dop è salito al 45%. Con un sostanziale allineamento al 2019.
Stessa cosa si può dire per il Salice salentino, il cui incremento di vendite è compreso tra 25% e 30%”, merito anche di un’annata, la 2021, che con oltre 74mila ettolitri di rosati, tra Dop e Igp, è nettamente superiore sia alla 2020 (72mila hl) sia alla 2019 (63,3mila hl). Trend che vale anche per il Valtènesi, le cui cantine nel 2021 hanno raggiunto il record di imbottigliamenti, con 15.800 ettolitri (2,1 milioni di bottiglie), superiori anche al 2019 (13.320 hl).
Tuttavia per Cirò Dop il 2022 è partito positivamente, registrando richieste in linea o superiori rispetto al periodo precrisi, anche sul fronte estero, dove finisce il 30% circa della produzione, per il resto distribuita tra Horeca (30%), Gdo (30%) e vendita diretta (10%). E il Cerasuolo d’Abruzzo? Registra un incremento degli imbottigliamenti da 60mila ettolitri del 2020 ai 65mila del 2021. Positivo anche il 2022, con un +7% tra gennaio e maggio.
Si potrebbe continuare a lungo nella disamina produttiva dei dati italiani, ma una conferma viene anche dalla tendenza d’Oltreoceano, dove in due anni l’impennata del rosè, che a New York chiamano il Pink Bubbly Wine, è un esempio più che lampante. Il motivo? Secondo un’opinione diffusa è che a incidere non poco su questa tendenza, sicuramente, c’è il colore che lo caratterizza: un vino decisamente gender-neutral, testimone di un bere leggero e spensierato, aperto all’innovazione. Passando anche da un rosé dai toni leggeri e pallidi a un rosè più deciso e dai toni più decisi e scuri, “tendenza rosè corallo”.