L ’Italia della pandemia si scopre grande appassionata di panificazione, lo vediamo tutti i giorni sui social, il lievito è diventato il prodotto più richiesto al supermercato. Le nostre bacheche sono inondate di foto di pizze, focacce e pane. Ecco appunto, il pane, se è vero che ci stiamo coccolando quello prodotto da noi in casa, è anche vero che ogni giorno in Italia vengono sprecati 13 mila quintali di pane. Una quantità enorme che riguarda diversi punti di vista. Il più importante è quello etico. È normale, in molti, troppi, posti del mondo, anzi, senza andare lontano, anche del nostro paese, c’è chi di fame ancora ci muore.
A tre giovani piemontesi allora è venuta un’idea per affrontare questo problema. Si chiamano Franco Dipietro, Enrico Ponza e Fabio Ferrua, il primo fa il regista, gli altri due i mastri birrai, provengono da un paesino di 300 anime in provincia di Cuneo che si chiama Melle. Insieme sono riusciti a convertire la Biova, taglio di pane tipico della regione, in birra.
Il procedimento è semplice, le farine del pane sostituiscono il 30% di malto d’orzo, cosa che tra l’altro incide non poco sull’impatto ambientale della produzione: -30%. Come viene spiegato sul sito si tratta di una semplice idea di “circular economy”, in pratica, come spiega lo stesso Ceo, Dipietro “In 2.500 litri di Biova ci sono 150 chili di pane”.
La birra che ne viene fuori, che non potevano non chiamare Biova Beer, pare oscilli sui 4,7 di gradazione, una Cream Ale con una nota di sapidità, dovuta al sale presente nel pane. I calcoli chiaramente sono stati effettuati e riportati sulla base della ricetta venuta fuori da una determinata qualità di pane, con delle determinate caratteristiche, ma la startup che i tre ragazzi hanno messo in piedi prevede la creazione di una ricetta ad hoc per chiunque abbia pane da recuperare e voglia ripetere l’esperimento anche in altre zone del paese.
Il risultato sarebbe che, esattamente come succede per il pane, ad ogni forma e tipo di lievitazione e utilizzo di farina differente, corrisponda anche una birra che ne rifletta il sapore. Ma soprattutto, lo spreco potrebbe addirittura puntare a sparire del tutto, il che fa assumere al progetto un significato decisamente maggiore.