I ndossare bei vestiti, frequentare locali alla moda, farsi ritrarre in un mondo ‘dorato’, pubblicare foto su Instagram e guadagnare anche dei soldi per farlo: la vita degli influencer è di quelle da fare invidia. Eppure, assicurano i diretti interessati, il loro lavoro non è affatto semplice. E nasconde addirittura un lato oscuro perché il prezzo da pagare per glamour e lustrini è il totale sconfinamento nella vita privata, il pericolo di stalking e sadismo. E’ quanto emerge da alcune testimonianze raccolte dal Guardian, che ha intervistato 6 note influencer britanniche. Ecco cosa raccontano:
Jayde Pierce – Instagrammer (960 mila follower)
@jaydepierce
“Ho iniziato a usare Instagram come qualsiasi altra persona al mondo: pubblicavo foto per condividerle con amici e familiari. Più immagini pubblicavo più i follower aumentavano. E la mia carriera è venuta fuori così, spontaneamente. Ho sempre amato il trucco e la moda e oggi riesco a guadagnare condividendo le mie scelte stilistiche. Provo i prodotti e li promuovo. E sono felice di farlo. Ma Instagram può essere anche un’enorme fonte di stress, gli svantaggi sono tanti quanti i vantaggi. Fare tutto da soli può essere faticoso. Io realizzo e pubblico tutti i contenuti del mio profilo, partecipo a tutti gli eventi cui mi invitano, pianifico ogni cosa. Con un bambino di 6 mesi e il trasloco in una nuova casa, mi ritrovo ogni giorno a fare l’equilibrista. Ma l’unica cosa che mi fa sentire davvero frustrata è il sentirmi giudicata 24 ore al giorno. Non sopporto l’odio che si scatena su internet. La gente crede di poterti dire come vivere la tua vita”.
Doll – scrittrice di sesso e femminista e modella (69,8mila follower)
@doll_cat_pvussy
“La mia vita è decisamente non convenzionale. La parte che preferisco del mio account Instagram è che usandolo riesco ad aiutare altre donne a scoprire i lati positivi dei loro corpi e della loro sessualità. Non ho mai frequentato l’università. Ho iniziato a lavorare all’età di 16 anni. Non ho alter-ego, faccio tutto da sola”. E se da un lato Doll trova la sua vita molto interessante, dall’altra è ben conscia dei “pericoli dei social media”.
“Tutti propongono il meglio di se stessi sui social. Prendo abbastanza seriamente il mio account Instagram perché è il mezzo che uso per diffondere un messaggio: il femminismo è figo, io lo sono e sono una femminista. Non mi interessa cosa pensano gli altri delle mie foto, ma mi preoccupo gli uomini non comprendono quello che sto facendo e mi vedono come un oggetto. Io interpreto queste cose come un riflesso delle loro insicurezze, come sadismo”.
Alice – scienziata biomedical e influencer (191mila follower)
@alxcext
Alice è una influencer dal cv anomalo per il settore. E’ una scienziata biomedica, ma nemmeno la sua mente razionale è riuscita a resistere al fascino di Instagram. I suoi scatti hanno quasi sempre lo stesso tema: il make up. Vivevo ancora con mamma, papà e mio fratello quando ho iniziato a sperimentare nuovi trucchi e a pubblicare le foto su Tumblr. E poi su Instagram. In una sola notte ho visto i miei follower aumentare di 5.000 contatti. Ero emozionatissima. Un giorno a scuola una ragazza ha detto “Lei è Alice. E’ famosa!””. La stessa scena si è ripetuta all’università. Alice è soddisfatta del suo lavoro, ma lamenta il fatto che quello degli influencer sia un mondo in cui le ragazze di colore, come lei, hanno pochissimo spazio e pochi modelli da seguire. “C’è un solco enorme che mi sono ripromessa di colmare nel mio piccolo”
Millie Cotton – fashion blogger (19,6 mila follower)
@millie_cotton
“Il mio profilo Instagram è un archivio di foto artistiche molto curate. Ogni contenuto deve avere un certo tipo di illuminazione e rispondere a determinati canoni estetici. Ma quella non è vita reale, è idealizzata. Non posso pubblicare un selfie con il mio ragazzo. E così accanto a quello ufficiale, ho anche un account privato”. A parte questo sdoppiamento della realtà, “posso scattare foto dal mio letto e guadagnare soldi. E’ strabiliante”.
“Ho lavorato con diversi brand negli ultimi anni. Il mio compito era quello di pubblicizzare i loro prodotti attraverso la creazione di contenuti. E credo che se quel marchio è in linea con il tuo stile e con i tuoi principi, alla gente non interessa il fatto che quella che vede è solo pubblicità”. Alcuni amici “mi hanno detto ‘tu vuoi solo diventare famosa’. Ho replicato che ho il controllo creativo del mio lavoro”.
Joanna Kuchta – modella polacca e Instagrammer (1,1 milioni di follower)
@joannakutcha
“Senza Instagram non avrei mai potuto lavorare nell’industria dei miei sogni. Quando ho iniziato vivevo in un paesino dell’Irlanda. Amavo la moda e le foto, e così usavo Instagram per gioco. Improvvisamente il mio profilo ha visto aumentare i miei follower di giorno in giorno e dopo un po' quello è diventato il mio lavoro. Ma sponsorizzo pochissimi post. Non ho nulla contro chi monetizza i contenuti, ma quando ho iniziato ho promesso di non farlo”. E soprattutto, “non pubblicizzerà mai pillole, tisane e frullati che promettono di aiutare le donne a perdere peso. Sono stata contattata spesso da questo tipo di società. Quello che fanno è chiaro: scelgono una ragazza magra e le chiedono di posare e di dichiarare di aver perso peso grazie al prodotto. Non c’è somma che possa convincermi a farlo”.
Ama Peters – studentessa di finanza e Instagrammer (38,3mila follower)
@ama.peters
Sul profilo Instagram di Ama Peters ci sono quasi solo foto di lei in bikini, in abiti sexy o delle sue lunghe gambe. Niente foto di cibo o di momenti di quotidianità tra le mura domestiche. “La gente pensa che la nostra sia vita reale e questo è molto pericoloso. Credo che gli influencer abbiano la responsabilità di non esagerare troppo. Considero me stessa una creatrice di contenuti. E’ come se lavorassi per un’agenzia pubblicitaria”.
Per Ama è importante che la gente capisca che “faccio i selfie per lavoro”. Tra le difficoltà maggiori, quella di affermarsi in un settore in cui chi ha la pelle nera come Ama non è destinata ad avere una carriera brillante. “Voglio sfondare questo tetto”.