D ietro ogni cosa che indossiamo si nasconde una storia, che può arrivare da Hollywood, come quella della borsa Kelly di Hermès che deve il suo nome alla Principessa Grace, o dal lavoro e la fatica di un gruppo di minatori, come quella del jeans. Google queste storie le ha messe tutte insieme e attraverso una grande mostra digitale ha deciso di raccontarcele. Nasce così "We wear culture ", il nuovo progetto su Google Arts & Culture .
Dalla via della seta al punk britannico
Navigare attraverso 450 mostre digitali alla scoperta di 30.000 oggetti e capi di abbigliamento. Dall'antica Via della Seta al movimento punk britannico, passando per l’evoluzione del denim che da indumento per minatori è arrivato sulle passerelle dell'alta moda. Un lungo percorso storico che permette di approfondire la conoscenza di oggetti che fanno parte della vita quotidiana. Potrebbe essere divertente sapere che la moda delle cravatte floreali è nata in un negozio di Carnaby Street a Londra o che le famose scarpe con la zeppa degli anni '30 sono state create dalla diva brasiliana Carmen Miranda. Oppure passare in rassegna i cappelli per colore o le scarpe in base al periodo storico.
Tutto quello che c'è da vedere
Per realizzare questa grande esposizione digitale hanno partecipato più di 180 istituzioni culturali e della moda, oltre a scuole, archivi e altre organizzazioni provenienti da ogni parte del mondo, da New York a Londra, da Parigi a Tokyo, da San Paolo a Firenze.
Le immagini in alta risoluzione, scattate da Google Art Camera, consentono di vedere dettagli mai visti, come il famoso soprabito da sera di Elsa Schiaparelli, o di esplorare i macchinari che tengono in vita una delle più grandi industrie del mondo.
Grazie ad un video in 360 gradi si può entrare dentro la più grande collezione di costumi al mondo del Metropolitan Museum of Art's Costume Institute Conservation Laboratory.
Dall'Italia Salvatore Ferragamo racconta le creazioni che ha pensato per le star di Hollywood, ma c'è anche un'approfondita storia delle sorelle Fontana e immagini e testi che raccontano i viaggi di Gianfranco Ferré in India e in Cina, Paesi da lui conosciuti e amati, le cui culture hanno giocato un ruolo decisivo nella definizione del suo stile. E non è tutto, le collezioni di Palazzo Madama permettono di fare un viaggio tra i 350 capi tra abiti, cappelli, borse, guanti, colletti e sciarpe in merletto e scoprire il dietro le quinte del restauro di una preziosa veste da camera maschile settecentesca, il Banyan.
Un giro tra le icone della moda
Quattro capi che hanno fatto la storia della moda rivivono attraverso video in realtà virtuale.
- L’abito nero di Chanel. È grazie a questo vestito se le donne nei primi anni del novecento hanno accettato di usare il nero in ogni occasione. Coco Chanel è stata capace di renderlo un capo esclusivo nell'armadio di ogni donna.
- Gli stiletto di Marilyn Monroe di Salvatore Ferragamo. Erano quasi gli anni '60 e da quel momento i tacchi a spillo rosso scarlatto sono diventati espressione di legittimazione, successo e sensualità per le donne.
- Maglia e gonna Comme des Garçons. Dal Giappone negli anni '80 Rei Kawakubo ha portato l'estetica e l'artigianato del design giapponese sulla scena mondiale attraverso modelli molto stravaganti.
- Il corsetto di Vivienne Westwood. La stilista inglese negli anni '90, con la sua unica interpretazione di questo capo, ha celebrato uno degli abiti più controversi della storia.
Come vedere la mostra digitale
La collezione è online dall'8 giugno su g.co/wewearculture e sull’app mobile di Google Arts & Culture per iOS e Android. Basta cliccare per vedere che la moda fa parte del tessuto delle nostre società.