R oma - I capelli perfettamente impomatati dalla Brillantina Linetti, le sigarette Nazionali in tasca e un Chinamartini in mano. Era il 1959, il Paese era in pieno boom economico, gli italiani imparavano a utilizzare i nuovi elettrodomestici che arrivavano dagli Stati Uniti e l'inflazione era la stessa di oggi. Ma sopratutto, dopo anni di buio, iniziavano a spassarsela. Andavano al cinema per ridere con i Tartassati di Totò o - meno - con la Grande Guerra di Mario Monicelli, interpretato da Alberto Sordi, Vittorio Gasmann e Silvana Mangano. I ragazzi raggiungevano la comitiva in sella al Cardellino Guzzi o alla Lambretta (che anticipava il successo della Vespa nel decennio successivo), mentre le famiglie, numerose, stavano comode in una Fiat 600 o nel Maggiolino Volkswagen. I più all'avanguardia poi montavano in macchina le prime autoradio Voxon. Gli uomini non uscivano mai di casa senza il dopobarba Mennen mentre le donne divoravano la rivista Rakam.
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La moda era già molto seguita, e gli abiti venivano 'copiati' e cuciti in casa con la macchina Necchi. Il caffè, vizio per eccellenza degli italiani, era rigorosamente il Paulista di Lavazza, mentre l'acqua frizzante si otteneva sciogliendo una bustina di Idrolitina in un bicchiere. Dopo un abbondante pranzo, invece, niente era meglio di un digestivo Antonetto. Nell'era ante Gratta e Vinci, il jackpot degli italiani era il gran premio Nestlè: tavolette e scatole d'oro da 100 e 500 grammi. Una vincita che avrebbe fatto gola anche ai bambini che sognavano il trenino Rivarossi. Ma chi era la più bella d'Italia? Per stabilirlo fu indetto per la prima volta il concorso Miss Italia, da cui ne uscì vincitrice Marisa Jossa di Napoli. Dopo un anno di digiuno il Milan di Gipo Viani ritornò alla vittoria dello scudetto: fu un successo tribolato a cui contribuì in maniera fondamentale il giovane attaccante brasiliano José Altafini, alla sua prima stagione in Italia. (AGI)
(5 gennaio 2016)