A rriva il farmaco che abbronza la pelle senza i danni dei raggi UV, stimolando la produzione di melanina restando lontani dai raggi solari. Ma i patiti della tintarella farebbero bene a frenare gli entusiasmi: gli scienziati non hanno alcuna intenzione di trasformarlo in un cosmetico.
Lo scopo è quello di aprire nuove strade alla ricerca contro il cancro della pelle e l'invecchiamento. La notizia arriva dal Massachusetts General Hospital, dove il team di ricercatori ha sviluppato la molecola che stimola la pelle a produrre la melanina.
Sui topi 'abbronzatura estrema' reversibile
Per ora l'esperimento - riportato sulla rivista medica Cell Reports - è stato effettuato su lembi di pelle destinati alla ricerca e sui topi. Dopo 7 giorni, la pelle dei roditori è diventata nera. Un'abbronzatura estrema, dunque, ma reversibile: dopo 2 settimane l'effetto era svanito senza danni collaterali.
Secondo i test questo farmaco funzionerebbe anche sulle persone con i capelli rossi e con un fototipo molto chiaro e delicato, tendente alle scottature. Capelli rossi e pelle molto chiara, infatti, sono tra i fattori di rischio associati al melanoma, il tumore della pelle legato all'esposizione al Sole.
Come funziona
I raggi UV abbronzano la pelle danneggiandola. Il farmaco, invece, salta l'intera catena di reazioni chimiche che inducono la pelle a produrre la melanina per proteggersi dai danni (in sostanza inibiscono una proteina chiamata chinasi Na+ inducibile (SIK) che lavora come interruttore di spegnimento della fabbrica di melanina). Basta strofinarlo sulla pelle per dare il via alla produzione della melanina.
"Ha un potente effetto abbronzante", spiega David Fisher, uno dei ricercatori. "Sotto la lente del microscopio si può osservare davvero una produzione del pigmento senza passare per gli UV".Come si legge sulla ricerca, sulla pelle umana in vitro il farmaco ha avuto come effetto di causare una macchia marrone che, a differenza degli spray abbronzanti che tingono lo strato esterno di cellule morte della pelle, è dovuta alla produzione di melanociti che danno all'epidermide un colore naturale
"Non diventerà un cosmetico"
Si tratta di un modo di abbronzarsi completamente diverso dall'autoabbronzante, che colora la pelle senza la protezione della melanina. Tuttavia gli scienziati non hanno dubbi: la loro scoperta non diventerà un cosmetico. La vera missione dei ricercatori è quella di mettere a punto nuove strategie per la protezione della pelle dai raggi UV e dal cancro, settore in cui non sono ancora stati compiuti grandi progressi.
"E' frustrante!", ha aggiunto Fisher. "Il pigmento scuro è associato a un più basso rischio di contrarre il cancro della pelle". E la melanina prodotta dal farmaco formerebbe una barriera contro i raggi UV. L'impatto della scoperta "potrebbe essere enorme", dunque.
Allo studio una crema protettiva
Intanto gli scienziati sono al lavoro per combinare il farmaco con una crema solare in modo da offrire una barriera protettiva altissima. "Tutti devono utilizzare creme solari", ha spiegato Fisher riconoscendo che il punto debole di queste lozioni è quello di dare un colorito pallido. Ma prima che arrivi in commercio - assicura la BBC - bisognerà attendere che superi tutti i test.