R oma - E’ la pasta il cibo preferito dai Millennials italiani. Ne dichiarano un consumo superiore del 30% rispetto alla media nazionale e 8 giovani su 10 la mangiano praticamente tutti i giorni (un 25% addirittura due volte al giorno). Lo rivela una ricerca Doxa per Aidepi (Associazione delle Industrie del dolce e della pasta italiane) intitolata “Giovani e pasta: ritorno al futuro” realizzata su un campione di 1000 under 35 rappresentativo della popolazione nazionale.
Per festeggiare questa dichiarazione d’amore per la pasta in Italia, 3 pastai italiani hanno realizzato una simbolica spaghettata a Milano, in uno dei locali più amati dalle nuove generazioni. Riccardo Felicetti, presidente dei pastai di Aidepi, con Giuseppe di Martino (in rappresentanza del Sud) e Fabio Moro, in rappresentanza del Nord Italia, hanno messo il grembiule per preparare insieme gli spaghetti al pomodoro, piatto immortale che i giovani under 35 hanno votato, non a caso, come “la pasta del futuro”.
Guarda LA GALLERIA FOTOGRAFICA
Semplicità e tradizione che verranno cavalcate anche domani, in occasione del Pasta World Championship a Parma, dove lo chef Davide Oldani presenterà la sua Carbonara 2.0. ieri ricetta tipica del Centro Italia, oggi fenomeno nazionale. Secondo la ricerca Doxa-Aidepi, la Carbonara è, assieme a Pasta al forno e spaghetti al pomodoro, tra le 3 ricette del cuore dei 15-35enni, la preferita in assoluto dal 18% del campione (specie tra i maschi) e nel Nord ovest).
Ma c’è di più: al gradimento verso il nostro piatto nazionale di Millennials &co si aggiunge anche quello dei “nuovi italiani” (immigrati regolari provenienti da altri Paesi). La mangia l’83% di questa fetta della popolazione pari oggi a circa il 10% del totale (che arriverà a 10 milioni di persone nel 2050). Negli ultimi 8 anni, (Dati Osservatorio Immigrati Doxa-Etnocom), gli immigrati amanti della pasta erano meno di 2 milioni e mezzo (2.370.000) nel 2007 e sono diventati, come rivela la, circa 4 milioni e mezzo, con una crescita in termini assoluti del +90%. E Il futuro del nostro piatto nazionale sembrerebbe assicurato. (AGI)