R oma - Tutto comincia con una giacca gialla. Anzi: con due giacche gialle, indossate per caso da due amiche che si ritrovano e non sanno che presto scateneranno sul web un caso mediatico. Le protagoniste non potrebbero essere più diverse tra loro: una si occupa di turismo ed è sempre in viaggio, l’altra è un volto noto di RaiSport. Si sono conosciute su Facebook, hanno deciso di incontrarsi e sono diventate amiche. Un giorno decidono di andare a bere un caffè e si presentano all’appuntamento entrambe in giacca gialla. Scatta il selfie e il selfie finisce su Facebook ed è qui che si innesca il cortocircuito. I profili sono sommersi di like e messaggi più o meno espliciti. “Richieste di amicizia come se piovessero” racconta Silvia Chieppa, “alcuni pesanti, altri più carini, per la verità nessuno volgare. Ma mi stupiva la facilità con cui si trova gente pronta a provarci con la prima sconosciuta solo perché ha messo una foto soberrima su un social”. Da qui nasce, quasi per scherzo, un post su un popolare blog che mette alla berlina “la banalità del maschio”. “La cosa più divertente è lo spaccato dell’universo maschile che ne esce” scrive Silvia, “Ricevo decine di richieste di amicizia e una discreta quantità di messaggi privati dai cosiddetti ‘trombatori da tastiera’. Quelli che ti dicono che con questa foto si chiuderanno al bagno e la sostituiranno all’Intrepido (i nostalgici), quelli che ti confessano che in realtà preferirebbero la mia amica ma si accontenterebbero anche di me (i sinceri), quelli che sono turbati ma non si capisce da cosa (gli indecisi), quelli che il giallo li eccita (e pensa il fucsia penso io), quelli delle cose a tre, a 5 a multipli dispari (i matematici)”.
FOTO - Quanto è difficile essere donna su Facebook, ecco le 'fimminoneinred'
Nuovo corto circuito: il post viene sommerso di commenti tra cui i più aspri sono quelli delle donne. “Mentre l’uomo ti fa il commento e la battuta allusive, le donne sono quelle delle reazioni più violente” continua Silvia “ed è questo che amareggia”. Ma ancora una volta la risposta viene affidata all’ironia e Silvia lancia un appello alle amiche di Facebook: rilanciamo. Nasce così il gruppo delle ‘donne in rosso’ che nella maggior parte dei casi nemmeno si conoscono tra loro, ma decidono di far fronte all’asprezza di chi ha preso tutta la faccenda troppo sul serio. “Ho lanciato una sfida: ve lo fate un selfie vestite di rosso per me? In un batter di messaggio è nato un gruppo ‘Fimminoneinred’ che si è rivelato l’essenza di quello che io penso delle donne, quelle vere” racconta Silvia, “Donne meravigliose, diversissime tra loro, tutte con un bagaglio di vita e storie non sempre felici ma ironiche, intelligenti, pronte a truccarsi e a tirare fuori un abito rosso, una collana, un grembiule e mettersi in posa in cucina o in salotto incuranti della piega non fatta, del chilo in più, in meno, dell’età. Il nostro gruppo si è trasformato in una grande terapia di gruppo, dove tirar fuori rospi, farsi consolare e prendere in giro noi stesse in primis. Perché le donne che sanno entrare in empatia sono una forza della natura, la marcia in più che muove il mondo. Alla fine in un senso e nell’altro ha pagato l’ironia. Bisogna dare un ruolo a questo social, sono entrata in contatto con persone che non sarebbero incontrato e invece fanno parte della mia vita in maniera così viva da essere diventate amiche”.
“Nel momento stesso in cui ti esponi sai che ti arriverà una pioggia di richieste di amicizie, di proposte e di messaggi particolari” dice Giovanna Carollo, giornalista di Rai Sport e co-protagonista del selfie in giallo che ha innescato la vicenda “sai che succede e devi riuscire a dosare l’attenzione che dai a queste persone. Non rispondere del tutto non è corretto e a volte farlo è una questione di rispetto nei confronti di chi, in un modo o nell’altro, ti ha dedicato attenzione. Non è difficile, l’importante è non dare la possibilità di superare i limiti. Il nostro mestiere è particolarmente maschilista e dopo tanti anni ti cresce il pelo sullo stomaco. Per un giornalista è come esporsi sul piano politico o sportivo: bisogna evitare di prendere posizioni di qualunque natura”. (AGI)