Musk l'apocalittico contro Zuckerberg l'integrato. Tema: l'intelligenza artificiale. Il fondatore di Tesla ha snobbato quello di Facebook. Su Twitter ha scritto: “Ne ho parlato con Mark. La sua comprensione dell'argomento è limitata”. Un successone: 6 mila retweet e 23 mila “mi piace”. Riassunto delle puntate precedenti. Musk risponde a un utente che gli fa notare un articolo nel quale Mark Zuckerberg lo critica.
Qualche ora prima, mentre il suo barbecue rosolava la carne, il fondatore di Facebook si era piazzato davanti allo smartphone per rispondere in diretta alle domande degli utenti. Un discorso lungo un'ora e mezza, interrotto giusto un paio di volte per controllare la cottura delle bistecche. “Ho visto un'intervista – scrive un utente - in cui Elon Musk sottolineava i suoi timori sull'intelligenza artificiale. Cosa ne pensi?”.
Risposta. Prima qualche parola di contorno: “La tecnologia può essere usata bene o male. Ma sono ottimista, l'intelligenza artificiale renderà la nostra vita migliore e trovo discutibile chi vuole rallentare questo processo”. Poi l'affondo: “Non capisco chi cavalca questi scenari da giorno del giudizio”. Si tratta di allarmi “negativi e, in qualche modo, irresponsabili”. Messaggio affrancato e spedita a Musk. Che però non se l'è tenuta.
I've talked to Mark about this. His understanding of the subject is limited.
— Elon Musk (@elonmusk) 25 luglio 2017
Il gran capo di Tesla, effettivamente, ci era andato giù pesante. Aveva invocato una regolazione rapida: “È uno di quei casi in cui bisogna essere protattivi e non solo reattivi”. Ha affermato che gli uomini “dovrebbero essere preoccupati” per le potenzialità dell'intelligenza artificiale. E che le macchine evolute potrebbero mettere a rischio l'esistenza del genere umano: “Io continuo a suonare l'allarme, ma non ci saranno reazioni fino a che i robot non scenderanno in strada e uccideranno le persone”. Uno scenario apocalittico, ancora peggiore di quello prospettato da Jack Ma, che è piaciuto poco a Zuckerberg.
È piaciuto ancora meno a Rodney Brooks, il fondatore del Computer Science and Artificial Intelligence Lab del Mit. Insomma, uno che ne sa parecchio ed è riconosciuto come un'autorità in materia. Dopo aver letto il parere di Musk, l'ha toccata piano: “Ci sono solo poche persone che dicono che l'intelligenza artificiale sia un problema 'esistenziale', come Stephen Hawking ed Elon Musk. Hanno tutti in comune una cosa: non lavorano con l'intelligenza artificiale”. Tradotto: la loro comprensione dell'argomento è limitata.
Dal canto suo Mark Zuckerberg non risponde a Musk e non entra esplicitamente nella polemica. Ma scrive un post: "Il motivo per cui sono ottimista sul futuro dell'Intelligenza artificiale" ha scritto Zuckerberg il 26 luglio in un post su Facebook "è la serie di miglioramenti nelle ricerche che stiamo ottenendo in diversi campi - dalla diagnosi delle malattie a quelli sulle auto a guida autonoma, dal potenziamento dei news feed per mostrarci contenuti migliori al darci risultati più accurati nei motori di ricerca. Ogni volta che miglioriamo i nostri metodi di applicazione dell'Intelligenza Artifciale, tutti i sistemi migliorano. E mi entusiasma tutto ciò che è progresso e il suo potenziale per rendere il mondo migliore", in quella che sembra una risposta diretta all'accusa di Musk.
Il fondatore di Facebook si complimenta con i suoi ricercatori per aver vinto, per il secondo anno consecutivo, il paper del "Densely Connected Convolutional Networks", forse il più importante riconoscimento perni progetti di sviluppo sull'inteligenza artificiale. Non vedere in questo post una risposta a Musk è quasi negare l'evidenza.