Tra non molto, i robot saranno i nostri nuovi colleghi di lavoro. Non saranno gli unici, ovviamente, ma copriranno una fetta importante delle mansioni svolte oggi dagli umani. E il rischio per i lavoratori in carne e ossa è quello di perdere la propria occupazione. La soluzione è solo una: fornire quelle skills necessarie a reinventarsi dal punto di vista professionale. Qualcuno però resterà inevitabilmente “indietro perché non ha le competenze necessarie o le sue mansioni sono diventate obsolete rispetto a quelle domandate”.
Ecco perché per salvarli una soluzione potrebbe essere quella “di tassare l’intelligenza artificiale". O meglio, provando a "tassare le aziende che vendono l’intelligenza artificiale e hanno più potere di mercato, come Google e Apple” La proposta arriva da Joseph Stiglitz, intervistato dal Sole 24 Ore. Stiglitz, oggi in cattedra alla Columbia di New York, è l’economista americano che ha rivoluzionato il linguaggio della disciplina con concetti destinati a modificare i vecchi schemi di pensiero: dall’azzardo morale alla asimmetria informativa, la teoria che gli è valsa il premio Nobel nel 2001 insieme ai colleghi Michael Spence George e A. Akerlof.
Una tassa sui robot? Meglio di no
A chi propone di tassare direttamente i robot, il professore risponde che “Non sono convinto, non penso sia necessario. Penso che l’effetto sarebbe quello di scoraggiare l’innovazione. Semmai si potrebbero tassare di più le grandi corporation, si possono raccogliere più, risorse con i prelievi dai profitti extra dei grandi gruppi e, magari, anche dai Ceo più pagati”.
Le figure professionali inedite
Robotica e intelligenza artificiale stanno anche creando figure professionali inedite. “Le macchine – sostiene Stiglitz - non si limitano a sostituire, ma possono anche rinforzare e abilitare il lavoro umano. Pensiamo, ad esempio, alla sanità o all’assistenza agli anziani: professioni simili verranno aumentate, non ridotte dall’avvento di tecnologie specialistiche. Ci sarà bisogno di qualcuno che si prende cura degli altri e del giudizio di un professionista, anche perché questi sono settori dove conta più il valore umano rispetto al valore del mercato. Ma dobbiamo essere sicuri che le retribuzioni in questi settori rimangano stabili e non vengano lasciate troppo indietro. Se lo facciamo, le disparità potrebbero essere contenute”.
Gli aspetti negativi superano quelli positivi
"Sicuramente l’intelligenza artificiale può rendere più produttivi. Oggi abbiamo più strumenti, possiamo vedere cose in maniera accurata – o almeno, lo possono fare quelli che sanno come sfruttarla. La produzione crescerà e crescerà in meglio. Il secondo aspetto positivo è che serviranno nuove figure, come dicevamo: penso, ad esempio, a ingegneri sempre più sofisticati. Tuttavia, in termini di creazione di posti di lavoro, temo che gli aspetti negativi saranno più di quelli positivi".
Ecco 16 professioni che i robot non sostituiranno
Sono 16 secondo La Stampa le professioni che nessun robot potrà sostituire. “Sono quelle in cui servono le capacità umane che i robot ancora non riesco ad emulare, come la destrezza, l’intelligenza emotiva, la flessibilità nella risoluzione dei problemi e l’adattamento rapido ai cambiamenti ambientali”.
Addetti alle risorse umane
Lo dice la definizione stessa. I responsabili del personale nel prossimo futuro forse si troveranno a gestire un numero sempre minore di dipendenti umani, ma il loro posto è sicuro ancora per un po’. Almeno finché un’AI super-intelligente non riuscirà nell’impresa - già difficile per la maggior parte degli umani - di selezionare il candidato giusto e nella gestione del personale con una buona dose di pazienza e flessibilità inter-relazionale.
Responsabili Pubbliche Relazioni
Di sicuro nei prossimi anni i software scriveranno comunicati stampa perfetti, senza errori di battitura e li invieranno alle persone giuste al posto degli stagisti di agenzia. Ma il cuore del lavoro dei PR di qualsiasi settore, cioè appunto stabilire e alimentare pubbliche relazioni, rimarrà ancora a lungo egemonia degli umani e della loro intelligenza emotiva
Sales manager
Nel settore delle vendite soltanto i lavori più ripetitivi (come il televenditore) sono a rischio. I veri agenti di vendita, quelli che devono saper applicare gli sconti giusti al cliente giusto e coltivare rapporti umani, sono al sicuro ancora per un po’.
Idraulici e elettricisti
Grazie a millenni di evoluzione, gli umani sono capaci di far sembrare semplici le operazioni più complesse: camminare, maneggiare piccoli oggetti, coordinare senza sforzo movimenti complessi. Tutte capacità che i robot non sono ancora in grado di emulare e che sono fondamentali per capirci qualcosa nel groviglio di fili del quadro elettrico della casa che abbiamo appena comprato, o nell’angusto intrico di tubature sotto il lavandino. I robot idraulici e i robot elettricisti arriveranno, a un certo punto, ma se lavorate in questo campo state tranquilli, avrete ancora molti anni davanti per rendervi irreperibili nei weekend.
Organizzazione di eventi
La gestione di variabili umane e imprevisti è difficile. Anche le macchine più intelligenti, almeno in un futuro prossimo, non saranno ancora in grado di emulare i tempi di reazione e le capacità di problem-solving degli umani. In un campo come quello dell’organizzazione degli eventi, dove è necessario coordinare decine di professionalità differenti e accomodare richieste complicate all’ultimo minuto, un umano avrà ancora un ampio margine di vantaggio sull’intelligenza artificiale.
Scrittori e giornalisti
Alcune grandi redazioni utilizzano già software specializzati per generare contenuti ripetitivi e basati su dati principalmente numerici, come i resoconti sportivi o borsistici. Un’intelligenza artificiale che possa redigere un testo creativo, complesso e ricco di sfumature senza che un lettore umano se ne accorga probabilmente arriverà, ma anche in quel caso è difficile pensare che soppianterà del tutto il mestiere.
Designer e grafici
La conquista della creatività è una delle grandi sfide dell’Intelligenza Artificiale. Ad oggi, nonostante molti tentativi interessanti, il traguardo è ancora lontano. Specialmente i creativi delle arti visive, che devono saper unire tecnica e vena artistica, sono al sicuro dalla rivoluzione.
Insegnanti ed educatori
Lavori e mestieri che richiedono un alto livello di empatia sono fra quelli più sicuri. Da un punto di vista nozionistico le macchine saranno naturalmente imbattibili. Ma l’apprendimento, per l’umano, è un meccanismo che ha basi emotive ineludibili. Per questo insegnanti e formatori in carne ed ossa avranno sempre un vantaggio sulla migliore delle intelligenze artificiali.
Assistenti sociali
Nella stessa categoria degli insegnanti rientrano anche gli assistenti sociali, una professione che si basa principalmente sull’interazione umana e la comprensione di casi di bisogno. Difficile pensare si possa demandare ad una macchina programmata secondo leggi e norme talvolta inadeguate, e priva della flessibilità necessaria per un mestiere così umanamente complicato.
Personale sanitario specializzato
Moltissime delle attività ospedaliere che oggi vengono svolte dal personale di base potranno essere probabilmente automatizzate, eliminando errori umani che in questo campo possono essere fatali. I professionisti specializzati, però, saranno difficili da sostituire, se non altro perché serviranno comunque operatori umani che possano gestire i sistemi ed occuparsi di casi più complessi e densi di variabili. In questo settore la ricerca va inoltre nella direzione dell’affiancamento della macchina all’uomo. Come nel caso dei robot chirurgici, che non prenderanno il posto dei dottori, ma li aiuteranno per facilitare il lavoro e migliorare gli esiti operatori.
Sistemisti e analisti informatici
Chi programma i programmatori? Fino a quando non ci saranno macchine capaci di autoreplicarsi e autogestirsi è altamente probabile che il lavoro specializzato degli umani che le programmeranno o gestiranno reti e sistemi sarà ancora molto richiesto. Se vi state chiedendo se sia una buona idea studiare informatica, insomma, la risposta è ovviamente positiva.
Religiosi
La vita ecclesiastica è una vocazione e non un mestiere, certo, ma con una piccola concessione possiamo includere anche i “lavoratori spirituali” nella nostra lista. Forse non manca molto al primo clerico robot che impartisca la comunione alla messa o risparmi al Muezzin le levatacce per il sacro richiamo alla preghiera. È prevedibile però che in un periodo di sconvolgimento sociale come quello che ci attende con l’avvento delle macchine i greggi di anime perse e spaventate cercheranno un pastore umano, che le ascolti e le guidi senza mettersi a disquisire di navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione.
Poliziotti
Letteratura e cinematografia ci hanno fornito un numero sufficiente di esempi che provano come sostituire i poliziotti con delle macchine non sia esattamente una buona idea. Forse ci arriveremo, ma passerà ancora molto tempo prima che queste professioni siano rimpiazzata da una schiera di Robocop. Nel frattempo però le forze di polizia, esercitando istinti fin troppo umani, non esiteranno ad utilizzare l’intelligenza artificiale e la computer vision per migliorare la propria capacità di controllo. Tranquilli, insomma, il percorso verso un futuro distopico è comunque al sicuro.
Politici
A voler essere populisti si potrebbe dire che a sostituire la classe politica con una schiera di robot ci si potrebbe solo guadagnare; in realtà è chiaro che i legislatori è bene che rimangano umani quanto più a lungo possibile, per il ruolo fondamentale che hanno nel plasmare il futuro delle nostre società sempre più tecnologicamente avanzate. E poi insegnare a un robot a mentire in maniera convincente è ancora molto difficile.
Cartomanti e sensitivi
Nel 2017 circa 13 milioni di Italiani si sono rivolti a cartomanti e sensitivi, 3 milioni in più rispetto al 2001. Gli operatori dell’occulto prosperano nei periodi di crisi e incertezza, e quelli che ci attendono saranno di sicuro tempi di instabilità per una grande porzione della popolazione. Per chi è incline alla frode e alla cialtroneria, insomma, ci sarà sempre abbondanza di incapaci da circonvenire.
Cavie
Per quanto una buona parte dei test farmaceutiche si potranno forse condurre con modelli virtuali resi possibili dall’intelligenza artificiale, si può prevedere con un po’ di cinismo che il mercato delle cavie per gli studi clinici rimarrà fiorente ancora per un po’.
Il mestiere più antico del mondo
Le dinamiche del sesso e delle relazioni amorose stanno già cambiando per colpa della (o grazie alla) tecnologia. Ma se il cybersex sarà una deriva inevitabile, è possibile ipotizzare che la prostituzione umana rimarrà ancora a lungo un settore fruttuoso. Il mestiere più antico del mondo è sopravvissuto a sconvolgimenti e rivoluzioni di qualsiasi magnitudine: perché non dovrebbe resistere anche all’avvento delle macchine?