Dimenticate Baidu, Alibaba e Tencent, il triumvirato BAT dell’hi-tech cinese che sfida i big mondiali. I prossimi colossi dell'hi-tech saranno tre start up nate appena dieci anni fa: Toutiao, Meituan-Dianping, Didi Chuxing.
La nuova generazione di unicorni è già conosciuta con il nome del collettivo TMD (per chi non sapesse cosa sono gli unicorni: le start up che hanno raggiunto un valore di capitalizzazione di 1 miliardo di dollari – rarissime anni fa, da qui il nome). Lo scrive Quartz.
Cina da fabbrica del mondo a nuova Silicon Valley
Alibaba ha sfondato il tetto di capitalizzazione di 500 miliardi, seconda società cinese dopo Tencent ad aver raggiunto Facebook, avvicinandosi ai colossi mondiali Apple, Alphabet, Amazon, Microsoft.
I tre colossi che oggi dominano la scena del tech cinese, nate nell’era digitale, da tempo hanno sfondato anche i limiti del core business (motore di ricerca, e-commerce e social network, rispettivamente) entrando in quasi tutti i settori che dominano la vita delle persone, dai pagamenti digitali al cloud computing, e diventando leader globali investendo tanto su innovazione, trasformando così l’immagine della Cina da fabbrica del mondo a nuova Silicon Valley.
Ma il tempo scorre inesorabile e c’è già una nuova generazione pronta a prendere il loro posto. I nuovi unicorni sono nati nell’era degli smartphone, dominata dall’integrazione dei media, alimentata dal potente motore dell’AI (intelligenza artificiale). Nell’economia digitale la concorrenza si gioca sull’innovazione.
Vediamo chi sono.
Toutiao
Jinri Toutiao, “Today’s headlines”’, è una popolarissima app per aggregare notizie. All’ultimo round di finanziamento valeva 20 miliardi di dollari.
A fine luglio contava 120 milioni di utenti attivi giornalieri, in crescita di 68 milioni rispetto ad appena sei mesi prima. Impiega algoritmi che monitorano le abitudini dei lettori, adattando l’offerta di articoli, video e pubblicità legati, personalizzando i feed grazie a 1,2 milioni di contenuti registrati, da organi di stampa a blogger.
Dietro a questa creatura in forte crescita c’è un programmatore di software di appena 34 anni, Zhang Yiming, al quale i media cinesi hanno già affibbiato l’appellativo di “robottino”.
Zhang ha detto ai giornalisti che vuole trasformare la sua azienda nella “più grande piattaforma al mondo per la creazione e distribuzione di informazione”. Toutiao impiega migliaia di watchdog per assicurare che i contenuti siano in linea con i principi del Partito Comunista Cinese.
Il numero di “revisori di contenuti”, il cui stipendio varia dai 4mila al 6mila yuan al mese (600-900 dollari), aumenterà a 10mila dopo la decisione delle autorità cinesi di chiudere per 24 ore ben sei sezioni della app, sotto accusa nel dicembre scorso per aver diffuso contenuti pornografici che rischiavano di destabilizzare l’opinione pubblica.
La Cyberspace Administration of China (CAC), l’ente supervisore del settore, ha avviato una indagine su diverse piattaforme, da Tencent/WeChat a Baidu, in una campagna contro contenuti illegali. Dal 2015 sono stati chiusi 13mila siti.
Meituan-Dianping
E’ il gigante dei servizi on demand nato nel 2015 dalla fusione di Meituan (versione cinese di Groupon finanziata da Tencent) e Dianping Holdings (app di recensioni di ristoranti finanziata da Alibaba).
Con 300 milioni di utenti, e un valore di 30 miliardi all’ultimo round, a guidarne l’espansione è Wang Xing, 38 anni, che prima di diventare un imprenditore di successo ha collezionato diversi fallimenti (tentò prima a clonare Facebook lanciando Xiaonei, poi ci provò con Twitter lanciando Fanfou: gli andò male in entrambi casi). “Aiutiamo la gente a mangiare meglio, a vivere meglio”, è lo slogan di Meituan.
Oggi investono su AI, offrono consegna a domicilio con drone, e stanno per lanciare una app per la prenotazione dei taxi, una mossa azzardata visto che Didi ha il monopolio del car sharing. Secondo la Reuters, Meituan stava valutando un Ipo da almeno 3 miliardi, notizia che Wang ha però smentito.
Didi-Chuxing
La Uber cinese, gruppo di trasporti privati che lo scorso anno ha rilevato Uber China, creando un gruppo da 35 miliardi di dollari, e che tra i suoi azionisti conta anche la Apple, nata nel 2012, vale oggi 50 miliardi (Uber 68miliardi).
Didi non si ferma, e punta a espandersi in altri settori, come il bike-sharing, in collaborazione con Ofo e Bluegogo (ma vuole presto lanciarsi da sola), e food delivery.
Anche la scalata globale prosegue indisturbata, con il recente annuncio dell’acquisizione della società latinoamericana 99, anche se il Ceo, Cheng Wei, 34 anni, ha ambizioni sfrenate: vuole sfidare Google e Tesla nel settore delle auto a guida autonoma, in California ha un laboratorio di ricerca AI, e “costruire il sistema di trasporto del futuro”.