Lunedì 5 febbraio a Roma al Tempio di Adriano si riuniranno i principali protagonisti del mondo italiano delle startup per presentare ai rappresentanti dei partiti impegnati in queste settimane nella campagna elettorale una ideale 'to do list' per sostenere lo sviluppo delle nuove aziende innovative. Ci saranno i massimi esperti di questo tema tra i politici, a cui il mondo dell'innovazione - aziende, makers, economisti, giornalisti del settore - chiederà conto di quanto fatto nella legislatura appena conclusa, mettendo sul tavolo una visione per gli anni a venire. Dopo sei anni di legislazione sulle startup, qualcosa infatti si è mosso e nel Paese si sono creati alcuni presupposti per far crescere un ecosistema dell'innovazione. Ma i dati dicono che non è abbastanza. Nel 2017 sono stati investiti 110,8 milioni in startup italiane, 68 milioni in meno rispetto ai 178 milioni del 2016 (-39%). Il mercato del capitale è ancora in fase embrionale. Le oltre 10 mila startup italiane non trovano finanziatori. E i cento milioni investiti negli ultimi 12 mesi portano l'Italia ad un abisso di distanza rispetto ai principali paesi europei, con Francia, Germania e Regno Unito che investono oramai stabilmente cifre superiori ai due miliardi di euro ogni anno.
Durante l'evento organizzato da Agi e presentato dal direttore dell'agenzia, Riccardo Luna - è previsto l'intervento del ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda - sarà presentata anche un'indagine del Censis che racconterà il rapporto degli italiani con l'innovazione e le startup, nonché ll Report Scaleup Italy redatto dall'organizzazione internazionale Mind the Bridge. Alberto Onetti, che presiede l'organizzazione, presenterà i dati che fotografano la situazione delle scaleup italiane, le startup che sono riuscite a scalare a livello nazionale e internazionale, rispetto a quella degli altri paesi europei. Dati dai quali emerge come il nostro Paese, nonostante i progressi significativi compiuti negli ultimi 10 anni, abbia davanti a sé ancora tanta strada da fare. "L'Italia presenta una situazione di ritardo drammatico: è all'undicesimo posto per numero di scaleup e capitale raccolto, con Gran Bretagna, Francia e Germania praticamente irraggiungibili", anticipa Alberto Onetti.