E due. Dopo il Samsung Galaxy Fold, anche il Mate X di Huawei rimanda il lancio. I primi smartphone pieghevoli di sempre non funzionano come dovrebbero. E così le società, impegnate nella corsa a chi arriva prima, rischiano entrambe di perdere.
Perché il Mate X ritarda
Il Mate X, presentato a febbraio, sarebbe dovuto arrivare nel primo semestre, al più a cavallo tra giugno e luglio. Arriverà a settembre. Il motivo non sarebbe legato a problemi di fornitura, né alle tensioni con Google ma alla volontà di assicurarsi che il dispositivo funzioni. Anche perché costa 2.600 dollari. Huawei procederà quindi con ulteriori test, mirati soprattutto a migliorare la qualità del display, ha spiegato al Wall Street Journal il vicepresidente Vincent Peng. L'obiettivo, ha confermato un portavoce del gruppo Cnbc, è evitare che un intoppo possa “distruggere la reputazione del gruppo”.
Google non c'entra
Huawei rassicura che, questa volta, la black list di Trump non c'entra nulla. Versione più che plausibile: il Mate X, come tutti i dispositivi di punta del gruppo, ha chip fatti in casa. Che quindi isolano il dispositivo dalle tensioni con i fornitori statunitensi. Il pieghevole, ha assicurato il portavoce a Cnbc, non dovrebbe neppure incappare nella tagliola di Google. Il bando americano nei confronti di Huawei è congelato fino al 19 agosto e sarà quindi attivo prima del lancio commerciale dello smartphone. Sul Mate X dovrebbero però esserci Google Play e una piena licenza Android perché il dispositivo è stato presentato prima che il gruppo fosse incluso nella lista nera della Casa Bianca.
Il portavoce ha quindi ripetuto quello che Shenzhen dice da settimane: la prima scelta è Google, ma se non dovesse esserci un accordo, un nuovo sistema operativo cinese sarebbe pronto “entro sei-nove mesi”. Anche se per ragioni diverse, è il secondo stop a un prodotto Huawei nel giro di pochi giorni. La società ha rimandato il lancio del nuovo laptop, il MateBook X Pro. Questa volta sì, per problemi legati alle tensioni con gli Stati Uniti.
Pieghevoli rimandati
Ambivano a essere la grande novità del 2019: rischiano di diventare la delusione dell'anno. I due pieghevoli hanno saputo catturare l'attenzione in un mercato degli smartphone stagnante, sia per vendite che per novità capaci di solleticare gli utenti. Huawei e Samsung hanno avuto fretta, anche se in modi diversi.
Il Galaxy Fold è stato protagonista di una presentazione durata mesi. Era stato svelato a novembre, in penombra. Qualche dettaglio è emerso qua e là nelle settimane successive. La possibilità di toccare con mano il dispositivo, però, è stata ritardata fino a pochi giorni dal lancio ufficiale di aprile. Un percorso singolare, indice probabilmente di una maturazione tardiva o di inghippi non previsti in fase di progettazione. Alla fine di maggio sono scaduti i preordini, ma del Galaxy Fold non c'è ancora traccia. Nessuna comunicazione sulla nuova data di lancio.
Adesso non c'è neppure il pungolo di Huawei, che ha dato qualche mese in più a Samsung per potersi fregiare del titolo di “primo pieghevole al mondo” (una medaglia che, visti gli inconvenienti, probabilmente non verrà portata in giro con troppo orgoglio). Anche la gestazione del Mate X è stata bizzarra.
A fine gennaio il gruppo ha affermato che al Mobile World Congress avrebbe portato il suo primo pieghevole 5G. Il 25 febbraio lo ha svelato (ma non fatto toccare) al mondo. Un percorso fulmineo, forse troppo. Che ci siano stati errori e leggerezze, pare evidente. Che adesso la cautela sia la scelta migliore, anche. La batosta sulla reputazione c'è e non si cancella, ma sarebbe stata peggiore se i difetti fossero spuntati dopo la vendita. Non è una bella notizia, ma i danni economici sono probabilmente contenuti: Mate X e Fold non sono stati pensati per ribaltare i bilanci di Huawei e Samsung. Non è una bocciatura definitiva: pieghevoli rimandati.