Ridurre la criminalità del 10% e i costi sanitari del 15%, risparmiare 4 giorni all'anno imbottigliati nel traffico e 80 litri d'acqua al giorno. Questo è quello che potrebbero fare le “città intelligenti”. A patto che smettano di essere laboratori per abbracciare tutte le potenzialità del digitale e offrire benefici più concreti ai propri abitanti.
Quali? Il report del McKinsey Global Institute “Smart cities: Digital solutions for a more livable future” ha provato a dare una risposta analizzando i progetti sviluppati in 50 città del mondo. Risultato: grandi potenzialità, ma tanto, tantissimo lavoro da fare.
Sicurezza pubblica
L’utilizzo di applicazioni intelligenti potrebbe ridurre le vittime di incidenti urbani dell’8-10%. In altre parole, una città ad alto tasso di criminalità con milioni di abitanti, come Rio de Janeiro, potrebbe salvare fino a 300 vite ogni anno. Un maggior utilizzo di strumenti tecnologici da parte delle forze dell’ordine, come una mappatura in tempro reale dei reati e sistemi di sicurezza domestici intelligenti potrebbe ridurre del 30-40% alcuni reati come rapine e aggressioni.
Sicurezza significa anche soccorsi efficienti: sistemi evoluti per la gestione degli interventi e sincronizzazione dei semafori potrebbero ridurre i tempi di risposta del 20-35%. Alcune applicazione suggeriscono non solo il percorso più veloce, ma anche quello più sicuro in base alla destinazione.
Tempo e traffico
Le città potrebbero utilizzare le tecnologie intelligenti per ridurre i tempi di trasporto del 15-20%, restituendo così a ciascun lavoratore fino a 15-30 minuti di tempo per ogni giorno lavorativo. Che alla fine dell'anno significa 2-4 giorni in meno passati nel traffico o sui mezzi pubblici.
Le soluzioni di questo tipo sono tante. Le più immediate sono le app che correggono in tempo reale il percorso per calcolare il più agevole. Installare sensori lungo strade e infrastrutture darebbe nuove informazioni sulla loro manutenzione, per intervenire al momento giusto e minimizzare disagi e ingorghi.
Raccogliere dati sul trasporto pubblico significa anche ricevere indicazioni per studiare rotte e linee ottimali. Oppure per perfezionare la gestione del budget a disposizione, con interventi mirati. Anche i sistemi di pagamento digitali fanno la loro parte. In città come Londra e Houston si sperimenta l'abolizione dei biglietti per bus e metro con sistemi di accesso digitalizzati. A Helsinki, l'app Whim rappresenta una sorta di abbonamento evoluto, che per un fisso mensile permette di accedere a tutti i mezzi e anche a un numero definito di corse in taxi e ride-sharing.
Salute
Il report dimostra che le città, oggi associate a inquinamento e stress, potrebbero diventare catalizzatrici di uno stile di vita più sano. Potrebbero utilizzare le tecnologie intelligenti per ridurre il costo della sanità dell’8-15%. Grazie all’utilizzo dei dati, le città nei Paesi in via di sviluppo potrebbero ad esempio migliorare il sistema di monitoraggio delle malattie infettive.
E in quelle più ricche, il digitale può facilitare un auto-monitoraggi, in diretta connessione con ospedali e medici. A Louisville, in Kentucky, ad esempio, vengono raccolti i dati grazie a sensori contenuti negli inalatori usati per l'asma. Le informazioni si traducono in consigli personalizzati per prevenire gli attacchi.
Ambiente
Le città possono utilizzare una serie di applicazioni intelligenti per ridurre le emissioni del 10-15%, risparmiare 25-80 litri di acqua a persona al giorno (individuando gli sprechi grazie a sensori e analisi dei dati), ridurre i rifiuti solidi non riciclati di 30-130 kg per ciascun abitante ogni anno (ad esempio con un sistema di rilevazione individuale che penalizzi chi produce più rifiuti) e ridurre gli effetti negativi dell’inquinamento dell’aria sulla salute dell’8-15%. Il report rileva che l’attuale generazione di applicazioni per le smart city potrebbe aiutare le città a compiere significativi o moderati progressi nel raggiungimento del 70% degli obiettivi di sviluppo sostenibile dettati dalle Nazioni Unite.
Si fa presto a dire smart
Lo studio rileva che persino le città più avanzate del pianeta in termini di utilizzo di soluzioni digitali, come Singapore, New York, Seoul, Stoccolma e Amsterdam, non sono così intelligenti quanto potrebbero. Nessuna città supera infatti i due terzi del pieno potenziale delle soluzioni smart già oggi disponibili. Bicchiere mezzo vuoto: c'è tanto lavoro da fare. Bicchiere mezzo pieno: le opportunità per migliorare sono enormi.
“L’installazione delle nuove tecnologie nei sistemi infrastrutturali delle città non è un processo semplice e immediato”, ha affermato Jonathan Woetzel, senior partner di McKinsey a Shanghai e direttore del McKinsey Global Institute. “L’integrazione dell’innovazione intelligente aiuta utenti e fornitori di servizi a prendere decisioni migliori e a ridurre le inefficienze. In sostanza, aiuta le persone a ottenere i servizi che desiderano, nei tempi e nelle modalità che preferiscono”.
Non è solo un tema tecnologico ma anche culturale. McKinsey ha condotto indagini in tutte le 50 città considerate, per valutare l’opinione dei residenti sulle smart city. Le reazioni sono state “sorprendentemente tiepide” in Europa e in altre città ad alto reddito, mentre sono emersi livelli inattesi di consapevolezza e utilizzo nelle città cinesi. “L’Asia – afferma il report - con la sua giovane popolazione di nativi digitali e le problematiche urbane da risolvere, svolgerà un ruolo fondamentale nel plasmare il futuro delle città intelligenti”. E non solo. Perché “plasmare le città” significa anche cambiare le imprese.