Due ragazzi e due ragazze di 24 anni, tutti originari di Roma: Michele Gentile, Paolo Tamagnini, Cristina Menghini ed Elena Troccoli sono i primi laureati italiani in Data Science. Il corso di laurea magistrale, tenuto dall'università La Sapienza di Roma - tra le poche in Italia, insieme all'università Bicocca di Milano - vuole formare professionisti in grado di analizzare, interpretare e gestire una quantità sempre maggiore di dati, soprattutto digitali, con particolare attenzione alle pratiche innovative di business, l'industria di Internet, la privacy e la sicurezza.
"Sogno la ricerca. Questo corso - racconta Michele, giacca e cravatta, barbetta bionda - ci ha aperto un mondo che è un mix tra applicazione e ricerca. La cosa più bella di Data Science è vedere realizzare le idee che abbiamo sui dati". Per Michele "è vero che le aziende cercano esperti di Big Data ma è anche vero che è un termine che va un po' di moda". Però ammette: "C'è la necessità di trasformare quello che è informazione in conoscenza. Per capirsi: il fatto di avere milioni di terabyte di dati a disposizione non vuol dire che li stiamo sfruttando a pieno".
"Il mio sogno? Lasciare il segno"
Michele è stato l'ultimo anno a Barcellona e con un professore ha lavorato ad un progetto di ricerca sulla data anonymization. In concreto, si trattava di prendere "dati da un ospedale e renderli anonimi" per diffondere e condividere le informazioni tra ospedali. "Sono strutture che fanno sì ricerca, ma non sono in grado di gestire i dati". Ora si sta occupando del connettoma. Una nuova scienza che studia il cervello trattandolo alla stregua di una rete. Data anonymization e Connettoma hanno "aperto la strade a collaborazioni con aziende". All'estero? No. Michele ha le idee chiare: "Voglio restare in Italia. Il mio sogno? Lasciare il segno. Mi piacerebbe che ci fosse un prima e un dopo Michele, sfruttando la matematica, mia grande passione, non come sapere solo intellettuale ma anche pratico".
Anche Paolo, che viene da Ingegneria Gestionale, si vede ricercatore, ma negli Stati Uniti. "Questo master mi ha dato la possibilità di fare un internship a New York - racconta - e ho preparato il mio paper a Chicago: esperienze che mi hanno dato la possibilità di verificare come la Sapienza mi abbia preparato opportunamente alle richieste dell'estero". A novembre Paolo tornerà a New York. "Ma per fare un anno di ricerca su Visual Analytics: sono affascinato dalla grafica e dal design".
Il gender gap c'è ma è inferiore alla media
Il corso, come tutte le materie scientifiche, soffre di una percentuale di donne molto bassa. Ad ammetterlo è anche il presidente del corso di studi in Data Science, Stefano Leonardi secondo cui, però, "meno che in altre realtà simili". Numeri alla mano, su 40 partecipanti al primo anno di corso (2015/2016), dieci erano ragazze. Nel 2016/2017 le donne erano 19 su 64 e quest'anno la stima è 11 su 75.
Cristina Menghini ed Elena Troccoli però guardano avanti. In fondo è anche per merito loro se il gender gap, si riduce. Piano, ma si riduce. Elena è laureata in matematica e ora anche in Data Science. "Si' è vero, ci sono poche donne. All'inizio su 40 eravamo solamente in 10. Io vengo da matematica, dove devo dire eravamo distribuiti equamente fra uomini e donne. La speranza è che siano molte di piu'".
Un lavoro che le permetta di applicare quello che ha imparato, è questo il desiderio di Elena: "Ricerca o lavoro? I due ambiti non sono così distinti". Applicare teorie scientifiche per migliorare gli standard di un'azienda, questa è un po' l'obiettivo che Elena si è data. "Sono rimasta sempre in Italia - spiega - sono abbastanza flessibile anche sull'estero". Il suo sogno? "Mi piacerebbe lavorare in un contesto pieno di giovani e continuare a imparare". Anche Cristina viene da Roma, è interessata alla ricerca e ha fatto esperienza in Svizzera, all'Epfl (Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Lausanne). "Ho fatto esperienza con una startup che ha sviluppato una piattaforma che fa corsi per aziende". Poi uno sguardo al futuro: "Come mi vedo? Ovviamente mi piacerebbe fare il Data Scientist".