Una manciata di dollari per vederci meglio la notte, grazie a dei sensori a infrarossi da applicare direttamente sugli occhiali. I ricercatori dell’Università Ben Gurion del Negev hanno sviluppato una tecnologia, una pellicola spessa mezzo metromicron – l’unità di misura di un millesimo di millimetro -, che promette di trasformare i normali occhiali in dispositivi a infrarossi, di fatto consentendo di vedere meglio nel buio. È una sorta di francobollo che raccoglie e legge lunghezze d’onda da 1.500 nanometri, e le trasforma in immagini visibili dall’occhio umano.
Presto a disposizione dei soldati
A guidare il team di ricerca c’è il professor Gabby Sarusi. Sessant’anni, con un passato nella società tecnologica di difesa israeliana Elbit, ha spiegato che la tecnologia potrà applicarsi facilmente agli occhiali per la vista notturna utilizzati dai soldati, sostituendo quelli pesanti e ingombranti di oggi. Sarusi lavora al progetto dalla fine del 2012 quando vinse una borsa dell’Israel National Nanotechnology Initiative. “Vogliamo utilizzare una pellicola intelligente, basata sulle tecnologie nano-ottiche, per passare dall’invisibile al visibile”, aveva spiegato allora. Obiettivo raggiunto, grazie al lavoro svolto con l’Istituto Ilse Katz per le scienze e le tecnologie nanometriche dell’università israeliana. La tecnologia sviluppata, ha spiegato Sarusi, si basa esclusivamente sulle nano tecnologie e sui principi fisici. L’unica componente elettronica è una piccola batteria.
Un futuro per smartphone e auto a guida autonoma?
Ma le potenziali applicazioni di questi piccolissimi sensori a infrarossi non riguardano soltanto l’ambito militare. Il Times of Israel riporta le dichiarazioni di Sarusi secondo cui in futuro la tecnologia potrà applicarsi anche alla vita di tutti i giorni, cominciando dagli smartphone. In questo caso la pellicola andrebbe posta sopra alla videocamera per consentire effetti a infrarossi oggi fuori dalla portata tecnologica quotidiana. Ma la strada forse più promettente potrebbe essere quella delle auto a guida autonoma: secondo Sarusi, a beneficiarne sarebbe la sicurezza perché questi sensori consentirebbero una migliore visibilità anche in caso di nebbia e buio.
Funzionerebbe così: la pellicola a infrarossi verrebbe applicata sulle telecamere che guidano le auto o direttamente sui sensori del Lidar, cioè il meccanismo che oggi spesso consente ai veicoli di calcolare distanze e ingombri degli oggetti. “A differenza di quelli di oggi, questi sensori non soffrono nemmeno la luce del sole”, ha aggiunto il professore israeliano secondo cui “sarà una rivoluzione nelle auto a guida autonoma” anche per una questione economica.
La pellicola messa a punto nel Negev “costa appena cinque dollari, contro i tremila di un normale sensore a infrarossi di oggi – scrive il Times -. Aggiunto ai pochi dollari da investire in un normale meccanismo di sensori per le auto, è possibile avere un meccanismo a infrarossi per 7 o 8 dollari”. Per ora il prezzo è fantascienza, ma se questa tecnologia dovesse arrivare sul mercato di massa allora potremmo riparlarne. Nel frattempo l’università israeliana ha già avviato una start up per sviluppare il prodotto. Le tempistiche per arrivare alla commercializzazione sono nell’ordine di due anni.