di Alessandro Galiani
Roma - Samsung dà l'addio al Galaxy Note 7. Lo smartphone che avrebbe dovuto rilanciare il colosso sudcoreano sul mercato dominato dagli americani di Apple e insediato dai cinesi di Huawei non sarà più venduto nè prodotto. Non solo: Samsung ha invitato tutti coloro che ancora non l'avessero fatto a spegnerlo e a farlo sostituire. Lo stop è stato ufficialmente deciso per consentire "ulteriori indagini" dopo la scoperta che anche le batterie di quelli appena usciti dalle fabbriche prendono fuoco, come i primi messi sul mercato.
Ma di fatto questo secondo maxi-recall ha definitivamente 'bruciato' e messo una lapide sul Galaxy Note 7, lanciato ad agosto con un grande battage pubblicitario e definito lo smartphone più sofisticato e completo in commercio. A Seul, il titolo Samsung è crollato dell'8% e il gruppo ha lasciato sul terreno circa 19 miliardi di dollari di capitalizzazione, ma soprattutto ha perso la faccia, andando incontro a uno dei piu' grossi 'fiaschi' commerciali di tutti i tempi. Ora è la reputazione stessa dell'azienda a essere messa in discussione e il flop del suo smartphone di punta rischia di trascinare con sé anche gli altri prodotti del gruppo.
STOP A VENDITE E PRODUZIONE:
La conglomerata sudcoreana, dopo mesi nei quali i social network sono stati tempestati di foto di Galaxy Note 7 semicarbonizzati per lo scoppio della batteria, ha dapprima comunicato di aver "modificato" la produzione del suo 'gioiello', dopo che alcuni grandi distributori Usa hanno smesso di aderire al ricambio degli oltre 2,5 milioni di esemplari ritirati ai primi di settembre dal mercato. Gli apparecchi sostitutivi, secondo l'americana At&T e la tedesca T-Mobile, presentavano gli stessi difetti, ovvero una batteria che, se ricaricata, a volte si surriscaldava fino a esplodere. "Stiamo modificando i volumi di produzione", fa sapere una nota dell'azienda, "intendiamo migliorare il controllo di qualità e consentire investigazioni approfondite sui recenti casi di esplosioni di batterie". Poi Samsung ha diramato un annuncio piu' drammatico, bloccando per la seconda volta in due mesi le vendite dei suoi smartphone. Inoltre ha invitato gli utilizzatori di Note 7 a spegnerli e a farseli sostituire, ammettendo che il dispositivo non è sicuro. Anche Elliot Keye, presidente dell'autorità Usa a difesa dei consumatori ha fatto un annuncio analogo, invitando i possessori del Galaxy a non utilizzarlo e annunciando ulteriori indagini sull'autocombustione dei dispositivi. Dopo questi drastici annunci il titolo Samsung è crollato dell'8% a Seul e, dopo questa autentica Caporetto, l'azienda sudcoreana ha reso noto il blocco totale della produzione del suo smartphone. "Anteponendo a tutto la sicurezza dei nostri consumatori abbiamo assunto la decine finale di fermare la produzione del Galaxy Note 7" si legge in una nota dell'azienda che ha anche ordinato il ritiro di quasi duecentomila pezzi in Cina.
SAMSUNG AMMETTE, E' UN ABBANDONO DEFINITIVO:
Un portavoce di Samsung ha sostanzialmente ammesso quello che l'azienda non ha ancora ufficialmente annunciato: "Questo è un abbandono definitivo". Numerosi analisti ritengono che il flop costerà a Samsung non meno di 10 miliardi di dollari. Ma è ancora troppo presto per parlare di cifre. In ballo, a questo punto, non c'è solo l'umiliazione per il fallimento del Galaxy Notte 7, ma la stessa reputazione di un'azienda che ha fatto dell'innovazione e del marketing i suoi cavalli di battaglia. Il Note 7 era stato presentato ad agosto come un 'gioiello' tecnologico: resistente all'acqua, elegante, sottile, curvilineo, con un display a lunetta, dotato di penna. E' stato progettato per anticipare l'uscita dell'iPhone7 di Apple e i Pixel di Google e probabilmente è stato messo a punto troppa in fretta. "La prima volta - spiega l'analista di Hmc Investment, Greg Roh - poteva trattarsi di un errore, ma poichè il difetto si è ripresentato sullo stesso modello, il risultato è stato una perdita di fiducia da parte dei consumatori".
UNA SCONFITTA CHE VA OLTRE IL FLOP COMMERCIALE:
Il mercato degli smartphone per ora non rischia di fare la stessa fine dei pc, ma è saturo, maturo. Perfino in Cina dall'inizio del 2016 ha perso circa il 5%. In questo mercato Samsung, che non ha mai brillato per l'innovazione, ma ha sempre fatto del marketing il suo punto di forza, stretta tra la qualità di Apple e i bassi prezzi dei produttori cinesi, come Huawei, o come la quasi sconosciuta Oppo, per la quale la crisi non esiste, visto che nel secondo trimestre di quest'anno, ha venduto 18,5 milioni di dispositivi a livello globale, il doppio di quelli piazzati sul mercato nello stesso periodo del 2015. Per Samsung il Galaxy Note 7 rappresentava dunque l'occasione del riscatto: un prodotto di fascia alta, un gioiello tecnologico, caro, di qualità. In una fase critica come quella attuale il lancio del Note 7 era cruciale per Samsung. Per questo la perdita di credibilità dovuta al suo ritiro dal mercato per problemi di sicurezza, rischia di andare oltre a questo, pur clamoroso, flop commerciale e diventare una perdita di affidabilità, di credibilità che investe un'azienda che fa del 'marchio', dell'immagine il suo cavallo di battaglia. E' quindi destinata a crescere la pressione degli azionisti (in particolare l'hedge fund americano Elliott Management) nei confronti della famiglia Lee, al centro di una complicata transizione generazionale, perchè cambi modello di business. La dinastia fondatrice è inoltre oggetto di forti critiche per i complessi incroci azionari che le consentono di controllare la compagnia pur detenendo formalmente solo il 5% del capitale. Insomma, per Samsung l'addio al Galaxy Note 7 non è solo una battaglia persa, rischia di essere una sconfitta epocale. (AGI)