AGI – La battaglia dei pieghevoli sembra essere davvero cominciata, finalmente. È pur sempre una scaramuccia in un mercato complessivo – quello degli smartphone – di cui occupa appena l’1%, ma è uno scontro significativo perché di fatto è l’unico segmento in cui le case produttrici fanno vera innovazione.
In un mondo in cui da anni i flagship si danno battaglia puntando sempre sugli stessi elementi – qualità della fotocamera e velocità di ricarica su tutti – i pieghevoli rappresentano al momento l’unica nuova frontiera.
Se si esclude una poco convinta apparizione di Motorola, finora è stato un pascolo esclusivo di Samsung sia per i fold (quelli che si piegano a libro) che per i flip (con la chiusura a conchiglia), ma ora, dopo tre anni di ricerca e quattro prototipi, arriva un contendente determinato: la casa cinese Oppo.
Il Find N2 Flip presentato a Londra è il primo vero tentativo di scalzare il dominio incontrastato dei coreani, dopo quello avviato da Huawei a inizio del 2020 e stroncato dal ban statunitense. Ma tanto impegno in una platea che in Italia conta circa 100 mila pezzi vale l’impresa? Secondo Isabella Lazzini, a capo del marketing di Oppo Italia, sì, soprattutto per una questione di posizionamento. “Il nostro è un messaggio di innovazione in un mercato ancora giovane ma dai forti trend che ci fanno prevedere una crescita globale da 12 milioni di pezzi oggi a 18 milioni nel 2026”.
Gli obiettivi di vendita, per quanto non dichiarati, sono realistici: non sarà il Flip a far fare i grandi numeri a Oppo in Italia - dove occupa circa il 5% del mercato - ma l’idea è di creare intorno al marchio un’aura che lo renda riconoscibile soprattutto per l'innovazione.
“L’Italia oggi sta contribuendo ai progetti legati all’N2 sia su scala globale che su scala europea” continua Lazzini ed è in quest’ambito che si inerisce la partnership, annunciata proprio a Londra, con il marchio di design Queeboo che la casa cinese porterà alla Fashion Week di Milano.
La scelta di portare in Italia un flip, anche se Oppo ha sul mercato cinese un fold, strizza l’occhio al pubblico femminile, ma anche a un uso diverso dello smartphone. L’ampio schermo frontale, visibile quando il Flip è chiuso, permette di avere accesso alle notifiche e alle informazioni chiave senza doverlo aprire. Il risultato potrebbe essere un uso più consapevole, con minori distrazioni. Ma è anche un segno dei tempi: il 70% dei pieghevoli venduti nel mondo sono flip.
Puntare sui pieghevoli è però anche una necessità economica per le aziende: scommettere sui flagship in un momento in cui il mercato si contrae in termini di pezzi venduti, ma cresce in valore perché aumentano le vendite nella fascia sopra gli 800 euro.
Come è fatto l’N2 Flip
Partiamo da due elementi chiave: i display e la ricarica. Con i suoi 3,26 pollici, il display esterno permette di scattare selfie, controllare fino a 6 notifiche, registrare una nota vocale, rispondere a una chiamata senza aprire lo smartphone.
La modalità FlexForm, consente di usare il display E6 AMOLED da 6,8 pollici semi piegato tra 45 e i 110 gradi e di trasformare lo smartphone in una fotocamera con treppiede. Alla batteria da 4.300 mAh si accompagna una ricarica flash supervooc e al sistema di fotocamere con sensore Sony IMX890 il processore MediaTek Dimensity 9000+.
Quante volte si può aprire?
Il Find N2 Flip pesa 191g e ha uno spessore di 7,45 mm. Il meccanismo della cerniera Flexion Hinge non presenta alcuna fessura proteggendo il display interno da polvere e impurità ed è certificato TÜV Rheineland per resistere a oltre 400.000 piegature a temperatura ambiente. Ciò equivale ad aprire e chiudere lo smartphone circa 100 volte al giorno per più di dieci anni e fino a 100.000 volte a 50 gradi con il 95% di umidità, e a -20.
È disponibile nelle colorazioni Astral Black e Moonlit Purple a 1.200 Euro.