AGI - L'artista Dries Depoorter ha incrociato i post con i video di telecamere pubbliche. Ne sono venuti fuori dei “backstage” che fanno emergere il tratto ridicolo dei social, ma anche temi come privacy e sorveglianza di massa L'intelligenza artificiale lo sa. I tuoi follower no, ma lei sì. Sa che per quella foto sono serviti parecchi tentativi. Sa che hai dovuto scansare i passanti. Sa che prima della posa giusta ne hai provate altre cinque. E adesso ci sono le prove: le ha ottenute l'artista belga Dries Depoorter, incrociando i post di Instagram con le immagini registrate da telecamere pubbliche.
Ne sono venuti fuori i backstage di quelle foto: pochi secondi di realtà in movimento. Circondati dalla normalità, gli impeccabili post assumono un altro tono, quasi grottesco. Ma rivelano anche altro: il tema della sorveglianza, la (relativa) facilità con cui chiunque può ottenere informazioni su completi sconosciuti e la leggerezza con cui i dati vengono condivisi.
I backstage delle foto su Instagram
Il progetto di Depoorter si chiama The Follower. L'artista ha registrato per settimane quello che alcune telecamere “aperte” (connesse, puntate su luoghi pubblici e accessibili a chiunque) hanno catturato. Ad esempio a New York o tra le vie dei pub di Dublino. Ha poi setacciato Instagram per individuare le foto scattate in quei luoghi nei tempi che combaciavano con quelli delle riprese. Grazie all'intelligenza artificiale, ha confrontato i post con le registrazioni, trovando così alcune corrispondenze. Ed ecco i risultati.
Una ragazza scatta a riscatta prima di ottenere un'immagine da condividere davanti al Temple Bar; un video ritrae i preparativi per valorizzare al meglio una bandiera brasiliana a Time Square. E così via, tra pose, camminate finto-disinvolte, pettinate last minute. I primi risultati di The Follower sono stati pubblicati il 12 settembre. Sul sito del progetto sono sei, ma Depoorter promette che ne arriveranno altri sui suoi social network.
Instagram vs reality, privacy e sorveglianza di massa
Guardare i backstage fa emergere l'artificiosità delle immagini social, riprendendo quel format che circola online come “Instagram vs reality”, la distanza tra ciò che viene pubblicato e ciò che viene vissuto. Ma c'è anche altro. I lavori di Depoorter utilizzano la tecnologia per far emergere contraddizioni, potenzialità e rischi della tecnologia. L'installazione interattiva The Lookout permette di accedere a oltre 1500 telecamere connesse a Internet senza adeguata sicurezza. L'installazione non si limitava solo a mostrare ciò che sarebbe dovuto essere privato: i visitatori potevano muovere le fotocamere e zoomare con un semplice gamepad della Playstation.
Anche The Follower va nella stessa direzione: ha reso possibile sapere non solo dove è stata scattata la foto pubblicata su Instagram, ma anche quando e come, quanto tempo è stato necessario per ottenerla, chi aveva in mano lo smartphone e chi è passato lì accanto in quei secondi.
Tutto questo con il supporto di una tecnologia evoluta e attingendo solo ed esclusivamente da dati pubblici: l'intelligenza artificiale (strumento dalle enormi potenzialità, sia nel bene che nel male), i post social, con i quali – in modo più o meno consapevole – rendiamo accessibile una grande quantità di informazioni, e i video di sorveglianza, della cui presenza e invasività non c'è ancora contezza.