AGI - Quando la tecnologia non sa più cosa inventare, reinventa se stessa. È quello che sta succedendo con gli smartphone: un settore in cui persino la celebratissima creatività di Apple sembra aver subito una battuta di arresto (l'uscita dell'ultimo iPhone SE ne è la dimostrazione lampante) e nell'affollato mondo Android non si sa più a che santo votarsi per convincere gli utenti a cambiare telefono.
Dato che la promessa del 5G - tra bandi, veti, pandemie e guerre - fatica a trovare un proprio senso e che quel proliferare di IoT che doveva accompagnarla stenta ad arrivare (complice la crisi dei chip), i produttori di smartphone sono dovuti tornare, anzi restare, sulle strade già battute. Anzi, sulla più battuta di tutti: la fotografia.
Oppo, ad esempio, ha deciso di investire tutto sulla fotografia, tanto da associare il proprio nome a uno dei marchi più celebrati del settore: Hasselblad. Per dare un'idea di cosa significa in termini di qualità, basti pensare che per aggiudicarsi una fotocamera Hasselblad entry level bisogna sborsare più di settemila euro.
In realtà si tratta di una condivisione di tecnologia: esattamente un anno fa OnePlus annunciava che le fotocamere dei suoi smartphone top di gamma avrebbero montato tecnologia Hasselblad, ma i passaggi di mano nel complicato mondo delle aziende cinesi hanno sparigliato le carte negli ultimi mesi e così OnePlus - che fa parte della setta conglomerata Bkk Eletronics di cui fa parte Oppo - e così ora sulla scocca del nuovo Find X5 Pro del colosso cinese fa bella mostra di sé il logo Hasselblad e il sensore fotografico è stato sviluppato insieme ai tecnici della casa tedesca.
Del perché di questa scelta abbiamo parlato con Isabella Lazzini, capo del marketing di Oppo. Ma prima un chiarimento: se dopo aver apprezzato la grande qualità del Find X3 volete sapere che fine ha fatto il Find X4 mettetevi l'anima in pace, non lo troverete mai perché il numero 4 per i cinesi è per noi occidentali l'equivalente del 13 e così come non trovate il tredicesimo piano in un albergo europeo, non troverete il quarto in uno di Shanghai.
"È un po' più complicato di così" ride Lazzini, "A noi piace pensare di essere passati al 5 perché si tratta di un doppio salto in avanti in termini di tecnologia"
Ma si spinge sempre e solo sulla fotografia, o mi sbaglio?
Oppo conferma con la serie Find la volontà di puntare all’eccellenza che è supportata dalla tecnologia e il fatto di disegnare un NPU pensata per l’imaging (MariSilicon è il processore neurale annunciato a dicembre dello scorso anno e basato su un processo produttivo a 6 nm, che garantisce maggiore efficienza e un miglioramento di 4 volte della risoluzione video in condizioni di scarsa illuminazione, ndr) va in questo senso. Con la collaborazione con Hasselblad si va verso qualcosa che sia degno della filosofia di Oppo di usare la tecnologia come forma d’arte.
Ma l'utente medio è veramente interessato a spendere per uno smartphone top di gamma quando poi sui social la qualità delle immagini è così compressa da rendere impossibile apprezzarne certe qualità?
Il fatto che si comunichi sempre più per immagini fa sì che la fotografia sia il fronte si cui i produttori si concentrano. Probabilmente è vero che ci sono utenze che non arrivano ad apprezzare alcuni aspetti, ma ci sono quelli che vogliono spingersi oltre. È a loro che pensiamo.
L'espansione di Oppo sul mercato italiano ed europeo è legato alla scomparsa di Huawei. Come vanno le cose in un panorama così frammentato e con tanti player?
Lo scorso anno abbiamo più che triplicato le quote di mercato sull’over 400 euro. La nostra narrazione ha saputo conquistare il cuore dei content creator e la crescita nel 2021 rispetto al 2020 continua nonostante sia un segmento di mercato tipicamente ben presidiato.
Il Find X5 però va ben oltre la fascia dei 400 euro: per acquistarlo ne servono quasi 1.300...
La nostra direzione è di crescere nell’alto di gamma. Quest'anno si è aperto con un duplice obiettivo: consolidare quello che abbiamo raggiunto e consolidato nel 2020 e raggiungere nel 2021 una quota di mercato del 12% con picchi di oltre il 14%. Oltre a crescere ulteriormente nell’alto di gamma.
MariSilicon X è la prima NPU proprietaria progettata interamente da Oppo. È un modo per cominciare a rendersi indipendenti da una catena di approvvigionamenti che ogni giorno di più dimostra la propria fragilità?
Sviluppare il processore in casa più che altro va nella direzione di ottenere il meglio dal proprio device e non tanto per questioni geopolitiche.
Per quanto aggressiva sia la sua performance sul mercato, Oppo è ancora un marchio relativamente poco conosciuto. A quale clientela pensate di allargarvi?
La nostra è un'utenza più maschile che femminile e quindi vorremmo portare la narrazione della nostra tecnologia anche a un pubblico femminile, non necessariamente ai giovanissimi. Il marchio è molto cresciuto: quando siamo arrivati, uno su due lo conosceva, oggi 8 su 10. C’è ancora un gap da colmare. Banalmente il pubblico femminile può avere una rilevanza in questo e contribuire alla conoscenza del marchio.